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Le società

Partecipate del Comune, verso il “Big bang” che segnerà il nuovo inizio

martedì 5 Dicembre 2023
Roberto Lagalla

Il destino delle municipalizzate di Palermo cammina su un filo sospeso  che a Villa Niscemi comincia a a evocare tanto l’immagine di una visione di futuro votata al cambiamento.

Le aziende che dovrebbero garantire i servizi utili e indispensabili per la qualità della vita dei cittadini sembrano essere diventate per il Comune un fardello molto oneroso piuttosto che una marcia in più. Da anni ormai si parla di soluzioni alternative da percorrere, tra una holding capace di accorpare in un unico soggetto giuridico le partecipate, ipotesi dell’era Orlando, e un dialogo diretto con dei soggetti privati.

Roberto Lagalla

Ormai, già da alcune settimane, il sindaco Roberto Lagalla ha mosso con chiarezza le sue pedine e recentemente ha confermato il tiro: la tendenza sarà quella di privatizzare, dare spazio ai privati, a partire dalla Gesap, ma anche utilizzare l’idea del partenariato pubblico privato per Amg. Ma non finisce qui.

Del resto le società partecipate sono abituate alle corse contro il tempo. Uno dei compiti più ardui che il primo cittadino Lagalla ha dovuto affrontare nel suo primo anno di amministrazione sono state le nomine dei vertici di Amat, Amap, Rap, Amg, Sispi e Reset. Tra necessità e intrighi di palazzo, da fine 2022 la fumata bianca è arrivata nel mese marzo e non senza qualche polemica su presunte incompatibilità. Lo scoglio più complesso da circumnavigare è però legato al rinnovo dei contratti di servizio. Un nodo da sciogliere per l’ex rettore dell’Università di Palermo che in più occasioni, anche a mezzo stampa e in maniera più o meno velata, ha lasciato intendere tutti i suoi dubbi e perplessità sulla gestione dei servizi da parte delle comunità. Si cercano qualità e continuità, elementi fondamentali per poter rilanciare le sorti delle partecipate. Per l’amministrazione, quelli appena trascorsi, sono stati dei mesi di fuoco, pur di evitare il collasso. Le criticità su aspetti come il regolare esercizio del controllo da parte del Comune e la disponibilità delle società a sottoporsi al controllo analogo hanno accumunato, chi più chi meno, un po’ tutte le municipalizzate, e si aggravano puntando i riflettori su tre attori specifici: Amap, Amg e Rap.

Giuseppe Todaro

Qualcosa ne sa l’assessore comunale al Bilancio Carolina Varchi, protagonista di quello che si può definire un vero e proprio tour de force delle partecipate. Sistemare i conti è un rebus per il raggiungimento di un doppio obiettivo: agire sul presente ed evitare nuove voragini in futuro. E’ il caso della matassa Rap, imbrogliata su se stessa. Nonostante i tempi non siano dei migliori, il dialogo con il presidente Giuseppe Todaro sono stati più che proliferi e ha permesso l’approvazione del consuntivo del 2021 a giugno e a novembre quello del 2022, con degli utili in crescendo. In estate si era chiuso positivamente anche il bilancio di Amg.

Francesco Scoma

L’azienda, in queste ultime settimane, è stata al centro dell’argomento cardine dei contratti, con il suo presidente Francesco Scoma che non si è tirato indietro nell’evidenziare come basarsi solo su ciò che si vede in superficie sia riduttivo. Pali e impianti vecchi, organico sottodimensionato, interventi di riqualificazione dell’illuminazione appaltati all’esterno e un contratto già scaduto da due anni, economicamente insufficiente (otto milioni) e non a passo con i tempi. Sono solo alcuni degli elementi rilanciati e su cui ripartire per inseguire le moderne sfide. L’esponente in quota Lega ha passato la patata bollente nelle mani del Comune, chiedendo all’amministrazione di “assumersi la responsabilità di fare un sistema con le proprie aziende per un servizio più razionale e con costi più bassi“. La strada del dialogo si è però trasformata in un campo di guerra. La bozza proposta non ha soddisfatto le aspettative ed è stata considerata come un intervento “superficiale e sbrigativo“. La proroga del contratto vigente sino alla stipula del nuovo accordo ha appianato la strada ricucendo lo strappo. 

Nell’attesa di trovare la quadra che ponga fine a questo tiro alla fune, adesso quello che ci si aspetta è l’istituzione di un tavolo di confronto e un’ampia collaborazioni tra le parti.

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