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Nuova puntata di RANDOM sul Covid19 ed in particolare sulla salute mentale e l’ansia sociale, una nuova paura, sempre più presente nei giovani, dove si registra un aumento del 30% di ricoveri, con importanti casi di autolesionismo e tentativi di suicidio. Un’atro disturbo post-traumatico da lockdown è il Covibesity, frutto delle incalcolabili ore trascorse a casa sul divano, mangiando prevalentemente cibo spazzatura.
Questi gli argomenti della nuova puntata di RANDOM la Cultura è OnLine, il format ideato e condotto da Ludovico Gippetto, che sulle pagine Social del ilSicilia.it sarà collegato in streaming con:
Elisa Bonafede, biologa e consulente di igiene e sicurezza alimentare,
Bartolo Corradino, chirurgo plastico e ricercatore del Dipartimento di Discipline Chirurgiche, oncologiche e Stomatologiche dell’Università di Palermo,
Daniele La Barbera, Professore ordinario di Psichiatria, Direttore U.O.C. di Psichiatria Azienda Policlinico Palermo.
In questa puntata
Daniele La Barbera: “La diffusione del virus ha determinato un impatto molto forte e disfunzionale e gli effetti più negativi si sono riscontrati sulle popolazioni più a rischio: gli adolescenti che sono impegnati in un processo di crescita già complesso; le persone anziane e le persone fragili e coloro che vivono in contesti isolati e/o in condizioni socio-economiche molto disagiate”.
“La pandemia – sottolinea – c’ha fatto confrontare con una condizione assolutamente mai vissuta prima, quindi una situazione completamente eccentrica rispetto alla realtà alla quale siamo abituati. E’ vero che ci sono state molte altre pandemie, ma nessuna ha avuto le caratteristiche specifiche di questa postmoderna: il Covid si è diffuso immediatamente in tutto il mondo; la forte mediatizzata ha determinato tutta una serie di narrazioni e contronarrazioni che si sono variamente intrecciate tra di loro confliggendo e quindi creando una infodemia estremamente disastrosa e, tutto questo, ha creato poi malessere, incertezza, senso di precarietà, paura, ansia soprattutto nelle persone più fragili più vulnerabili“.
Tutto ciò ha portato, specialmente gli adolescenti, a stare anche “16 ore al giorno davanti al computer o a giocare con la Playstation uscendo pochissimo da casa, socializzando ancora di meno, senza nessun tipo di progetto né di studio né di lavoro né di altro, come se in questi soggetti direttamente più problematici la pandemia avesse bloccato la visione in avanti, cioè avesse privato l’individuo di una percezione del futuro e della capacità di proiettarsi anche nel futuro”.
Bartolo Corradino: “Con il passare molto tempo guardandosi allo specchio o nello schermo di un computer o su WhatsApp e nelle videochiamate, le persone hanno notato sempre più i piccoli difetti del viso. Abbiamo avuto nell’ultimo anno un aumento notevole delle richieste di trattamenti di medicina estetica quasi al limite delle richieste eccessive. Molte volte siamo noi stessi che dobbiamo bloccare i pazienti che credono di aver bisogno di trattamenti per sembrare 10 anni più giovani”.
“Molte persone hanno utilizzato questo periodo che cercare di migliorare, anche perché, con la scusa della mascherina, potevano nascondere i trattamenti di chirurgia estetica e andare avanti con la loro vita o addirittura, a parte la chiusura, la pandemia ha permesso alle persone di fare interventi anche più importanti per modellare il corpo”.
Elisa Bonafede “Il disordine alimentare non si è solo accentuato nei soggetti obesi, ma si è amplificato come fenomeno in soggetti insospettabili, nel senso gente che ha sempre creduto di riuscire a controllare il proprio atteggiamento nei confronti del cibo”.
“Durante il lockdown qualcuno ha manifestato un vero e proprio disagio, molto spesso dovuto a questo apporto energetico smodato, aggravato dalla noia, da preoccupazioni e, da alcuni studi è emerso che la stragrande maggioranza delle persone che hanno in qualche modo alterato il proprio comportamento alimentare erano casalinghe, inoccupati, disoccupati, gente che ha perso il lavoro durante il lockdown e, a causa dello stress, molti lavoratori autonomi. Quindi gente che in qualche modo nutriva una forma di preoccupazione, di ansia, molti dei quali sono ricorsi al cibo spazzatura”.