Ogni anno la ricettazione delle migliaia di tonnellate di metalli rubati fruttava due milioni di euro alle due aziende palermitane sequestrate questa mattina nell’operazione congiunta di guardia di finanza e carabinieri in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare reale emessa dal gip del tribunale di Palermo Fabio Pilato su richiesta dei sostituti procuratori Giorgia Spiri e Dario Scaletta.
Il provvedimento scaturisce da articolata attività investigativa iniziata nel giugno 2017 e conclusasi nel mese di giugno 2019 e condotta dalla compagnia carabinieri di Cefalù (Palermo) e dalla tenenza della guardia di finanza di Carini (Palermo).
In particolare, l’attività investigativa permetteva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, sostanzialmente accolti nel provvedimento cautelare, a carico delle due società, aziende leader in Sicilia nel settore della rottamazione dei metalli, e ritenute presunto punto di riferimento per una moltitudine di soggetti con precedenti penali specifici per reati contro il patrimonio, i quali, giornalmente, si sarebbero recati presso le aziende predette per conferire materiale metallico provento di furto o, comunque, di provenienza illecita.
La polizia giudiziaria, nel complesso, ha documentato presunte cessioni di materiali per un corrispettivo di 2 milioni di euro circa. La sintesi investigativa permetteva, in taluni casi, di monitorare l’intero illecito iter che, partendo dai furti commessi ai danni di privati o di aziende di pubblica utilità (come nel caso della società Enel), si concludeva con il conferimento presso gli stabilimenti delle aziende coinvolte nelle indagini, attraverso ricettatori intermediari.