Non sarà un Policlinico, ma un Polo dedicato alla ricerca e all’alta formazione professionale degli specializzandi in medicina che sorgerà all’interno dell’ospedale di Sant’Elia a Caltanissetta.
Le attività del Policlinico di Palermo, che in questo momento si svolgono esclusivamente in seno all’azienda ospedaliera “Paolo Giaccone” del capoluogo siciliano, potranno essere esplicate anche presso il plesso sanitario nisseno, a seguito di un protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Siciliana e Unipa.
Il presidio ospedaliero di Sant’Elia è una struttura dotata di un Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) di II livello. Tali presidi sono istituzionalmente riferibili alle Aziende Ospedaliere, alle Aziende Ospedaliero-universitarie, a taluni Irccs e a presidi di grandi dimensioni della Asp di riferimento. Tali presidi sono dotati di tutte le strutture previste per l’Ospedale di I livello, nonché delle strutture che attengono alle discipline più complesse non previste nell’Ospedale di I livello. E’ sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua oltre agli interventi previsti per il Dea di I livello, le funzioni di accettazione in emergenza- urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità, in particolare per quanto attiene alle alte specialità o alle specialità che fanno riferimento a centri regionali o sovra regionali (Centro ustioni, Centro trapianti, Unità spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia). Ragioni per cui la scelta è ricaduta in Provincia di Caltanissetta.
A chiarire il quadro locale è il deputato nisseno di FdI all’Ars Giuseppe Catania.
“Si tratta di un passo importante per migliorare la qualità dell’offerta sanitaria e per venire incontro alle problematiche che sono riscontrate negli ospedali, nelle sedi dove non insistono i policlinici e dove c’è carenza dei medici”. La questione è complessa ed è la seguente. I ragazzi specializzandi che frequentano le Asp dove insistono i Policlinici – quindi nelle città di Palermo, Catania e Messina -, al termine del percorso di specializzazione rimangono in quel territorio, di conseguenza non si spostano verso altre aree. In questo caso avere la possibilità di utilizzare il Sant’Elia come centro in cui approcciarsi all’alta formazione significa, da un lato, alzare gli standard della professionalità e dell’offerta sanitaria, dall’altro garantire un processo di inserimento degli specializzandi in quelle strutture ospedaliere che spesso presentano delle criticità per l’area geografica in cui sono ubicate.
“Non si tratta dell’istituzione di un quarto Policlinico o di un quarto Polo – sottolinea Catania – ma è l’ampliamento dell’offerta formativa del Policlinico di Palermo anche al Sant’Elia di Caltanissetta”.
Ma perché non è stata presa in considerazione la Provincia di Enna, quale area interna anch’essa svantaggiata? Di fronte a tale quesito Catania non esita a rispondere. “Il tema è legato al Dea di II livello che nell’area interna siciliana è presente solo a Caltanissetta. L’ospedale di Enna, invece, rappresenta una struttura Dea di I livello. Nel primo caso, dunque, sono presenti quantitativamente e qualitativamente un numero superiore di unità operative complesse, le uniche dove è possibile svolgere l’alta formazione”. E in ogni caso l’accordo raggiunto non esclude che l’Università di Palermo possa ampliare la sua presenza anche in altre sedi sanitari.
Di diverso avviso è il deputato regionale del Pd Fabio Venezia, sindaco di Troina (EN). “Stiamo approfondendo la questione, anche se ravvisiamo elementi di stranezze legate alle amministrative che ci saranno tra un mese e mezzo a Caltanissetta. Ci pronunceremo quando leggeremo tutte le carte”.
Per quanto riguarda l’offerta sanitaria della Provincia nissena, questa ruota attorno ai due presidi maggiori di Gela e Caltanissetta che scontano ancora una forte carenza di organico, nonostante gli ultimi reclutamenti di personale. Poi, l’esistenza di tre strutture periferiche di Niscemi, Mazzarino e Mussomeli, sulle quali si sta portando avanti un lavoro di ricognizione per attivare reparti che siano differenziati rispetto a quelli presenti nei due ospedali principali, evitando così di cerare sovrapposizioni. “Siamo in una fase di avvio, di recente c’è stato l’insediamento del commissario straordinario e si attende a giorni la trasformazione del contratto da commissario a direttore generale”. E’ necessaria, infatti, la delibera di giunta regionali per permettere ai futuri direttori generali di completare la squadra entro 30 giorni con la nomina dei direttori sanitari e amministrativi. Da quel momento “ci si aspetta che la nuova direzione strategica compia i passi necessari per migliorare la qualità dell’offerta che risente in modo importante non solo della mancanza di medici, ma anche della lungaggine delle liste di attesa. Rispetto a quest’ultimo aspetto c’è un piano per l’abbattimento che il governo regionale e la direzione generale dell’Asp di Caltanissetta stanno portando avanti soprattutto su Gela. Ieri è stato fatto un sopralluogo su Niscemi per capire come incidere sullo stesso fronte. Siamo ancora all’inizio”.