“Tutti insieme piangiamo questa perdita incolmabile, è una doppia tragedia, la tragedia di chi perde la vita lavorando e di chi è costretto a vivere lontano non per una scelta ma per un obbligo. Noi meridionali siamo spesso costretti ad andare via, ad assistere allo spopolamento del territorio per la mancanza di lavoro, anche se era chiaro che nelle intenzioni di Vincenzo Franchina, come di tanti altri, c’era l’intenzione di tornare qui, ma ciò non è avvenuto”. Lo ha detto il sindaco di Sinagra (ME), Nino Musca, parlando di Vincenzo Franchina, l’operaio morto nella strage di Suviana con altri 6 colleghi nell’esplosione della centrale idroelettrica nel Bolognese.
Il feretro di Vincenzo Franchina, il tecnico di 35 anni che ha perso la vita nell’esplosione della centrale idroelettrica sul lago di Suviana, da stamani è stato portato nella chiesa madre di San Michele Arcangelo a Sinagra (Me), il paese in provincia di Messina di cui era originario l’operaio. Il feretro è stato accolto da parenti, amici.
In chiesa tanta gente rende omaggio alla vittima. Nel pomeriggio si svolgerà il funerale nella stessa chiesa alle 16.
“Il mio ricordo di Vincenzo è di una persona perbene, buona, educata, gentile – aggiunge – Tutti coloro che lo conoscevano condividono il ricordo di una persona perbene, di grande educazione, grande lavoratore tanto che aveva cominciato a lavorare subito, fin dopo aver conseguito il diploma. Era andato via per migliorare la posizione e per far crescere una famiglia come giusto che sia. Come comunità sinagrese condividiamo il grande dolore della famiglia. Anche i sindaci delle comunità vicine, che ringrazio, si sono stretti attorno a noi ed alla piccola comunità di Sinagra, è un momento di grande dolore per tutto il comprensorio”.