Adesso davvero è rimasto “l’ultimo miglio” al quale lavorano 50 operai ogni giorni e a meno di eventi oggi assolutamente imprevedibili, sarà lui il presidente che ha portato a compimento l’opera che tanto ha fatto penare gli automobilisti messinesi: il viadotto Ritiro. L’estate del 2024 sarà ricordata come quella della liberazione da un incubo (i lavori sono iniziati nel 2015 ma l’incubo molto prima).
E’ Filippo Nasca, presidente del Cas (Consorzio Autostrade Siciliane) l’ospite della puntata n°62 di donna Sarina. Da un anno e 4 mesi in una delle presidenze più scomode dell’isola non ama annunci né trionfalismi, lavora pancia a terra e non molla mai la presa. Dal suo insediamento i cantieri (e gli operai) si stanno vedendo, gli interventi si stanno completando e molti altri sono in itinere.
“In alcune cose i passi avanti sono stati fatti, in altre fatichiamo ad arrivare al traguardo, comprendo la rabbia dei cittadini, ma ce la stiamo mettendo tutta”.
Tre sono le sfide che vedono impegnato il Cas targato Filippo Nasca: il viadotto Ritiro (ci siamo quasi), il completamento del lotto 678 che finisce a Modica (già raggiunti molti risultati) e l’ammodernamento di una rete autostradale che è stata costruita tra la fine degli anni ‘60 e gli anni ‘70 (e si vede).
E’ stato un autunno pesante quello dello scorso anno per il viadotto Ritiro per via delle difficoltà che hanno riguardato la Toto costruzioni ma adesso mancano solo 90 metri e non dovrebbero esserci più congiunzioni astrali negative. A fine giugno non ci sarà inaugurazione ma senza dubbio un traguardo che la città (e non solo) attende da anni. E finalmente un’estate senza disagi e file. C’è da dire che il presidente ha già un secondo obiettivo che è la galleria di Letojanni sulla Messina Catania.
Ma al di là dei cantieri più imponenti la novità di quest’anno e 4 mesi sono stati i numerosi interventi per la manutenzione, la posa dell’asfalto, la sicurezza, il verde ed il decoro e l’innovazione tecnologica.
“Non sono trionfalista e la gente ha ragione su ritardi e disagi ma il nostro impegno è massimo su tutti i fronti, i cantieri ci sono e sono tanti, anche lungo la tangenziale”.
La sfida più importante è quella per la modernizzazione che richiederà investimenti e sforzi finanziari notevoli. I prossimi saranno anni complessi per la Messina Palermo che necessita di maggiori interventi, ha molti viadotti e 70 gallerie e non ha visto adeguata manutenzione nei tempi passati. C’è poi il problema delle aree di servizio (due sono state devastate dagli incendi della scorsa estate) che non sono più ritenute redditizie dalle compagnie ma il Cas sta valutando una serie di soluzioni per valorizzare sia il patrimonio dell’ente rimasto inutilizzato che le aree che non saranno più d’interesse.
Nasca ha anche incontrato l’ad della Stretto di Messina Ciucci per affrontare i primi passi di un’azione complessiva che riguarderà anche le autostrade (previsti i due svincoli di Annunziata e Curcuraci) “Il Ponte è la sfida della modernità, comprendo il disagio per gli espropri ma abbiamo il dovere di affrontare questa sfida che innesca cicli virtuosi”