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Sceglievano le loro vittime tra persone anziane e facoltose che vivono da sole, poi le rapinavano in casa con metodi da arancia meccanica. In manette, per mano della polizia su delega della Procura di Catania, sono finite sei persone ritenute responsabili di efferate e cruente rapine.
L’indagine ha tratto origine dal tentativo di rapina, fallito, subito da un noto gioielliere catanese che e’ stato sorpreso in casa, dove si trovava con la moglie, da un insolito blackout elettrico. Insospettitosi da quanto accaduto, il gioielliere ha aperto la porta di casa per ripristinare la corrente elettrica ma in quel momento si e’ trovato davanti un gruppo di uomini, armati e incappucciati, che hanno tentato di forzare la porta per entrare all’interno dell’abitazione e rapinare i proprietari. L’irruzione in casa, tuttavia, e’ stata scongiurata dal fermo-porta inserito dalla vittima e dalla sua tempestiva reazione che, istintivamente, lo ha spinto a intimare ai rapinatori di essere armato, mettendoli cosi’ in fuga.
Si era compreso, altresi’, che il blackout era stato un escamotage, studiato allo scopo di costringere la vittima ad aprire la porta di casa, cogliendolo di sorpresa. Dalle indagini gli investigatori sono riusciti a ricostruire la composizione del gruppo criminale che, almeno in altre due occasioni, aveva agito sempre nel cuore della notte, con metodi da arancia meccanica, costringendo le vittime ad assistere al saccheggio dell’abitazione, immobilizzandole con nastro adesivo o tenute in ostaggio sotto la minaccia delle armi.
Agli arresti in carcere sono finiti di Marco Rapisarda (43 anni), Ivan Stella (29), Giuseppe Nicolosi (33 anni), Ivan Zappala’ (28 anni). Un altro giovane, Paul Giorgian Calinescu (32 anni), e’ ai domiciliari. Per altra persone, Francesco Distefano (38 anni), e’ stato disposto l’obbligo di dimora.