Dieci ore. Tanto è durato il colloquio con Massimo Carandente e Sabrina Fina con il loro avvocato Franco Critelli e il criminologo Gianni Spoletti, consulente della difesa.
I due, accusati di aver preso parte alla strage di Altavilla Milicia in cui sono stati uccisi nel corso di un “esorcismo” Antonella Salamone e i figli Emanuel e Kevin Barreca di 5 e 16 anni, hanno ribadito durante l’incontro nel carcere di Pagliarelli a Palermo di essere estranei ai delitti scaricando tutte le responsabilità sul marito della donna, Giovanni Barreca, arrestato insieme alla figlia di 16 anni.
“I miei assistiti sono profondamente addolorati per le persone morte e dalla ricostruzione fatta da alcuni media destituite di ogni fondamento fattuale e giuridico – dice l’avvocato Critelli – Tutte e due hanno respinto l’appellativo di “fratelli di Dio” e il movente economico destituito di ogni fondamento. Hanno ribadito di essersi recati ad Altavilla solo per pregare”.
I due coniugi hanno dato ampio mandato all’avvocato, per valutare ogni opportuna azione legale, in tutte le sedi “a salvaguardia dei loro interessi diritti coinvolti e violati dalle ricostruzioni fatte in questi mesi”.
“I processi si fanno in tribunale – aggiunge il difensore – e non nei salotti televisivi dove neppure esiste il necessario contraddittorio dove si riportano frammenti distorsivi di una storia funesta tutta da chiarire, nella sua complessità dai contorni drammatici e dietrologici. Stiamo svolgendo complesse indagini investigative e difensive criminologiche che porteremo al processo. Nel corso del colloquio sono emersi spunti investigativi che approfondiremo a dovere”.