Un’altra falla nel sistema idrico siciliano. Continuano le lamentele da parte dei cittadini palermitani. Era stata proprio Adiconsum, l’associazione dei consumatori, a denunciare già nel 2023 i frequenti ritardi nell’erogazione del contributo per la provincia di Palermo.
“Esprimiamo grande preoccupazione sui ritardi che stiamo riscontrando nella corretta erogazione del bonus idrico che prevede a favore dell’utente una fornitura gratuita di 18,25 metri cubi di acqua su base annua (pari a 50 litri/abitante/giorno) per ogni componente della famiglia anagrafica. La gestione del settore idrico è molto frammentata sulla provincia di Palermo e Trapani e aggravata dal fatto che più del 50% delle utenze è gestita dai Comuni e che la procedura è abbastanza complessa”, queste erano state le parole di Antonio Rocco, presidente di Adiconsum.
Ritardi nell’erogazione del bonus e mancate concessioni. Sono tanti i problemi per il comune di Palermo. Mesi e mesi di attesa, continui reclami e altrettante pec, per ottenere ciò che ai cittadini spetta. Una vera e propria odissea quella che devono subire i palermitani che vedono venir meno di un diritto.
Sono state diverse le segnalazioni arrivate da parte di chi voleva riconosciuto il bonus idrico (CLICCA QUI), una misura di sostegno nazionale che viene riconosciuto direttamente dall’Arera ovvero l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente e i fondi arrivano in maniera automatica ai beneficiari con un Isee inferiore a 9.530 euro o 20.000 euro per le famiglie che hanno almeno quattro figli a carico. Un problema che permane anche ad oggi, nonostante si tratti di una criticità che riguarda lo scorso anno.
“Ho appreso che l’Amap, ente erogatore, aveva bocciato il bonus pur avendo un Isee inferiore, unico requisito per avere il contributo previsto“, così commenta un cittadino. “Dopo mesi, per un errore informatico, e un ricorso ho ottenuto il riconoscimento ma con un calcolo e un importo errato“.
La regola fondamentale dettata dall’Arera, l’agevolazione avviene in automatico nel momento cui avviene l’allineamento tra inps, che rilascia la dsu, la certificazione isee, al flusso del servizio idrico integrato, e da lì erogato dalla società.
Quindi qual è il problema? Una mancata comunicazione. Se uno di questi passaggi fondamentali si inceppa la procedura non va a buon fine. Società o Sii (Sistema Informativo Integrato) non riceve nessuna informazione. Il ritardo avviene proprio a causa di ciò. Quello che viene fuori è “uno scarica barile”, spiega l’avvocato Salvuccia Coco esperta di Adiconsum.
“Risolviamo in sede di reclamo con una procedura conciliativa a cui siamo abilitati“. Il problema principale è la mancata comunicazione tra inps e le società. Come sappiamo, il settore idrico siciliano è frammentato perché in parte è affidato ai comuni e in parte a società private e di conseguenza non c’è un’unanimità di intenti e soprattutto non c’è lo stesso operare, in quanto varia da società a società. Queste problematiche si risolvono tramite reclami, chiedendo acquisizione, e trasmettendo dati, e nella peggiore delle ipotesi si procede ad un procedimento di mediazione di fronte a Arera, sportello per il consumatore.
Accanto al bonus sociale per l’energia elettrica ed il gas, i cittadini che hanno i requisiti prescritti dalla legge, hanno diritto anche al bonus sociale acqua. Si tratta di misure volte a ridurre la spesa per quelle famiglie in condizioni di disagio economico o fisico e rappresentano oggi un sostegno per contrastare il caro bollette e aiutare le persone economicamente più deboli in questo momento di grande difficoltà.