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La truffa

Falsa concessione sulla base militare di Sigonella per intascare fondi Ue per l’agricoltura: cinque indagati

mercoledì 22 Maggio 2024

I Carabinieri del reparto Tutela agroalimentare di Messina hanno sequestrato beni per 441mila euro nell’ambito di un’inchiesta su una presunta truffa ai danni della Comunità Europea che coinvolge un’azienda agricola che, secondo la tesi dell’accusa, avrebbe dichiarato la concessione sull’area della base militare dell’aeroporto militare di Sigonella.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania su richiesta della Procura Europea di Palermo e vede coinvolti cinque indagati. Secondo l’accusa avrebbero finto di avere la concessione dell’area demaniale in cui è stato realizzato l’aeroporto militare di Sigonella per intascare i contributi europei per l’agricoltura. Un raggiro scoperto dai pm dell’ufficio siciliano della Procura Europea Gery Ferrara ed Amelia Luise. Il provvedimento nasce da una indagine svolta d’iniziativa dai carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina che hanno scoperto che una ditta catanese, dopo essersi aggiudicata la gara per l’esecuzione di un servizio di “sfalcio d’erba” nella zona aeroportuale, ha richiesto contributi europei sostenendo di avere il possesso titolato dei terreni (si tratta di una superficie di 368,76,13 ettari tra le provincie di Siracusa e Catania). Approfittando di un’apparente ambiguità della parola “concessione”, gli indagati hanno finto dunque di aver avuto i terreni in concessione, nonostante fossero pienamente consapevoli che la concessione fosse a vantaggio dell’Aeronautica Militare e che legittimato fosse solo il servizio di sfalcio d’erba e non lo svolgimento di attività agricole oggetto di finanziamento comunitario. Gli indagati sono due fratelli, un ex responsabile di sede Caa (Centro Assistenza Agricola), il titolare dell’impresa individuale e la sua convivente, operatrice del CAA e dunque deputata ai controlli delle pratiche. La truffa ha portato a finanziamenti illeciti per 375.452,57 euro. I militari, inoltre, hanno accertato come la presunta truffa fosse stata strumentale anche all’assegnazione di ben 317 titoli di pagamento (del complessivo valore di 65.726,76 euro) che, a partire dall’anno 2020, sono stati assegnati dall’Agea all’impresa individuale.

Giuseppe Antoci

Sulla vicenda si è espresso anche Giuseppe Antoci, capolista del M5s nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee: “Ennesimo affronto agli agricoltori onesti. Non è possibile tollerare ulteriormente episodi di accaparramento dei fondi a loro destinati. Risulta palese che il sistema di controllo attuato con il Protocollo di Legalità, oggi Legge dello Stato, ha acceso i fari su una vicenda attraverso la quale anche la criminalità organizzata faceva affari milionari. Occorre con urgenza che quanto già affermato dal Commissario Europeo per l’Agricoltura Hogan, su stimolo di Ignazio Corrao, e cioè di estendere l’applicazione del Protocollo Antoci anche agli altri Stati membri dell’Unione Europea, diventi realtà nella prossima legislatura europea. I fondi europei vengano intercettati prima di finire nelle mani della criminalità. Uno scenario, purtroppo, visto e rivisto, come dimostrano i casi passati che hanno riguardato l’aeroporto Punta Raisi di Palermo, la riserva di Marzabotto a Bologna, la base Nato di Niscemi e adesso anche la base militare di Sigonella. Un plauso all’instancabile operato della Magistratura e delle Forze dell’Ordine grazie ai quali sono stati sottratti milioni di euro che sarebbero altrimenti finiti nelle tasche della criminalità“.

 

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