Il momento solenne e’ arrivato alle 17.58, l’ora in cui il tritolo fu fatto esplodere lungo l’autostrada A 19 all’altezza dello svincolo per Capaci. Davanti all’albero Falcone, a Palermo, e’ stato osservato un minuto di silenzio in occasione del 32esimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Nel 2023 l’elemento di novità era rappresentato dalla cattura di Matteo Messina Denaro dopo trent’anni di latitanza, stavolta dalla nascita di un nuovo riferimento per celebrare i magistrati assassinati da Cosa nostra nel 1992: il Museo del presente di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nell’occasione sono stati ricordati i morti sul lavoro di Casteldaccia e in più, esattamente come dodici mesi fa, nessun artista si è esibito sul palco adiacente all’albero Falcone.
Dopo la lettura dei nomi delle vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, intonato “il Silenzio” dalla Polizia di Stato, e’ scattato un lungo applauso da parte delle centinaia di presenti tra semplici cittadini, famiglie e giovani delle scuole. Sul palco Pietro Grasso, Carlo Nordio e Maria Falcone. Quest’ultima ha dichiarato: “Chi è qua deve soltanto inchinarsi alla memoria di chi 32 anni fa è morto“.
La sorella del giudice, ha raccontato ai presenti come “trentadue anni fa un’amica mi portò alcuni biglietti raccolti sotto quest’albero: su uno di questi c’era scritto ‘avete chiuso cinque bocche ma ne avete aperte 50 milioni”, riferendosi a tutti gli italiani. “Palermo non dimentica – prosegue – e vuole uno Stato un po’ diverso, esattamente come lo voleva Giovanni: libero dalla mafia. Mancava qualcosa che ricordasse Giovanni e tutti gli altri morti, finalmente ne coltiviamo la memoria in un museo che tra un mese sarà aperto a tutti“.
Nel luogo del raduno è confluito anche il corteo organizzato da Our voice e dalla Cgil Palermo, con la partecipazione di sindacati, associazioni e movimenti studenteschi, che si era radunato nel primo pomeriggio davanti alla facoltà di Giurisprudenza di Palermo. “Vogliamo rappresentare i ragazzi che come noi sono stati vittime negli ultimi tempi di repressione. Ogni volta la premier si è schierata con le forze dell’ordine. Anche quando ci sono stati abusi di potere contro i manifestanti è rimasta in silenzio“. Sono queste le parole di alcuni giovani di Our Voice.