I tre ex agenti, due cacciati dalla Polizia di Stato e uno in pensione, che accusarono le ong Medici senza Frontiere, Jugend Rettet e Save The Children di collusioni con gli scafisti (accuse finite in un nulla di fatto) erano in contatto con la Lega e con Matteo Salvini a cui avrebbero riferito quanto accadeva sulle navi delle associazioni umanitarie sulle quali lavoravano come security privata per conto della Imi Security Service.
È emerso nel corso del processo di Palermo che vede imputato Matteo Salvini per il sequestro dei profughi soccorsi dalla imbarcazione spagnola Open Arms nell’estate del 2019. Ai migranti, per settimane, venne negato lo sbarco a Lampedusa.
I pm della Procura di Palermo hanno chiesto di sentire come testi i tre ex poliziotti Floriana Balestra, Pietro Gallo e Lucio Montanino perché riferiscano del procedimento aperto a Trapani e conclusosi con il proscioglimento di tutti gli imputati relativo a presunte complicità con i trafficanti di uomini delle ong Save The Children, Msf e Jugend Rettet.
I tre, assoldati dalla security privata, in realtà sarebbero stati dei “veri e propri infiltrati”: “Dalla sentenza di proscioglimento del Gup di Trapani – ha spiegato la procuratrice aggiunta Marzia Sabella – si evince chiaramente che registravano quanto accadeva a bordo per riferire e che in cambio delle informazioni chiedevano posti di lavoro”. “Invece di informare degli eventuali illeciti (mai provati) chi di dovere, contattarono la Lega e direttamente Salvini a cui fornivano documenti, filmati e registrazioni per avere vantaggi. Tutti questi elementi risultano dalle intercettazioni”, ha proseguito la procuratrice.
“Eh, noi abbiamo alzato ‘sto polverone, qualcosa in cambio ci deve dare, perché insomma…”, diceva la Balistri non sapendo di essere intercettata. “Cioè, tutte ‘ste informazioni, e la campagna elettorale piena, può fare un bordello che non finisce mai”, rispondeva Gallo. La difesa del leader del Carroccio ha chiesto termine per valutare la richiesta di citare come testi i tre ex agenti. Il tribunale deve decidere.
“Facendo riferimento a quanto emerso nell’udienza odierna del processo Open Arms, si sottolinea che già anni fa (nel 2017) il ministro Matteo Salvini aveva risposto pubblicamente confermando di aver ascoltato quanto volevano raccontargli persone informate sulle azioni delle Ong e che assicuravano di poter trasmettere notizie su gravi reati come il traffico di essere umani”. Lo precisa la difesa di Salvini, secondo quanto riporta una nota nella quale si sottolinea che: “Per Salvini era doveroso ascoltare e denunciare pubblicamente: non c’è alcuna novità ma la conferma del comportamento trasparente e coerente dell’attuale Vicepremier. Peraltro, la stessa difesa di Salvini aveva chiesto di visionare gli atti del processo Iuventa in cui erano state elevate gravi contestazioni come il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”
Il tribunale ha accolto la richiesta di termine della difesa di Salvini per decidere sulle richieste istruttorie dei pm e ha rinviato al 12 luglio il processo. La requisitoria dovrebbe essere fissata a settembre. La data è incerta e dipende dalla eventuale ammissione delle nuove richieste di esami testimoniali.