Ogni anno, a partire da aprile, magazine, social network, testate online, blog e chi più ne ha più ne metta, ci ammorbano con la domanda: “Siete pronte per la prova costume?“. La risposta dovrebbe essere: “Lo siamo tutto l’anno, sempre che la salute ci assista e non abbiamo nessun problema con sole, sabbia o acqua di mare”. Spogliarsi e, con un bel bikini, far vedere qualche “ciccetta sballonzolante”, così amata da quel sant’uomo di Mark Darcy in Bridget Jones, delle smagliature, la cellulite, comune a ogni donna, o pance non “tartarugate” che a me piacciono, preferendo i lardominali agli addominali, è un atto liberatorio e d’amore verso noi stesse. Un’altra risposta a chi insiste con: “Siete pronte per la prova costume?” potrebbe essere: “Preferisco vivere”, contemplando in questa frase un bel gelato da assaporare, un bicchiere di vino o un cocktail da sorseggiare, una pizza da sbranare. Già, dalla voracità dell’ultimo verbo usato, avrete afferrato che dall’universale sono passata al particolare del mio grado di golosità.
Oltretutto, per prepararsi a questa fantomatica prova costume, manco se si dovesse partecipare ad un concorso di bellezza, bisognerebbe pensarci mesi e mesi prima e, quindi, mi sono fatta il conto che dovrei rinunciare al capodanno, alla befana, alle chiacchiere di carnevale, alla torta mimosa della festa della donna, alle sfince di San Giuseppe, all’arrustuta del 25 aprile e del Primo maggio, al compleanno di mia madre con torta panna e fragoline, alla pasta tricolore del 2 giugno, al compleanno di mia sorella, al mio, a quello di mio fratello e, dulcis in fundo, agli aperitivi, apericena, chiamateli come più vi aggrada, con gli amici. Ma siamo pazzi?
Voglio aggiungere un altro aspetto: se parliamo dell’altra metà della mela, ovvero degli uomini, a me piacciono morbidi, con la panzotta, amanti di cibo, vino e armati di una irresistibile ironia e intelligenza che dovrebbe fargli apprezzare le donne in quanto tali, senza un modello prefissato, ma con una passioncella, magari, e qua tiro acqua al mio mulino, per le pannose. Se così non fosse, vorrebbe dire che, invece, della metà, ho trovato solo il torsolo della mela. Insomma, la mia esperienza di “sirenottera” niente e nessuno potrà mai inficiarla.
Quando vi vengono in mente paranoie, pensate alla meravigliosa Penny di Bridgerton, che è un tripudio di forme. Alla produttrice della serie non è venuto in mente, nemmeno per un solo minuto, di far dimagrire Nicola Coughlan, l’attrice che la interpreta, affermando che era bellissima così e tale doveva restare. Questo, nonostante in Gran Bretagna esista una espressione odiosa “beach body“, che dà la patente ai corpi da spiaggia e ai corpi che, invece, proprio non dovrebbero andarci. Al contrario, la Spagna, attraverso il Ministero dell’Uguaglianza, per invitare le donne a godersi l’estate, sotto l’immagine pubblicitaria che le vede divertite sulla battigia, ha fatto campeggiare la scritta: “Divertitevi come, dove e con chi volete e brindiamo ad un’estate per tutti, senza stereotipi e senza violenza estetica contro il nostro corpo“.
Ovviamente, quanto fin qui detto decade se i chili in più non minano le nostre sicurezze, ma la nostra salute. In questo caso, bando alle chiacchiere e affidiamoci ad un dietologo che, con i giusti tempi, ci guiderà ad un sano regime alimentare che ci farà perdere il giusto, senza diete miracolose e fai da te.
Chiudo con un aforisma di Oscar Wilde, che dovrebbe essere il mantra da recitare quotidianamente: “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta una vita”.
E che estate sia.