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Inaugurazione del murale

Palermo, Natale d’arte al quartiere Sperone: Francisco Bosoletti svela la “Natività” di Caravaggio CLICCA PER LE FOTO

giovedì 28 Dicembre 2023
Francisco Bosoletti - murale "Natività di Caravaggio"

Inaugurato a Natale il murales della “Natività” di Caravaggio, dall’artista argentino Francisco Bosoletti, nuova opera artistica all’interno del “Parco di Arte Urbana” del quartiere Sperone di Palermo. Un’a­zio­ne di “arte pub­bli­ca” che vie­ne re­sti­tui­ta alla cit­tà e raccontata con maestria dall’attore e cantastorie Salvo Piparo, con un “cunto” intitolato “Il Furto del Caravaggio”.

Il dipinto è stato realizzato su un edificio di 7 piani di viale Giuseppe Di Vittorio nel tentativo di esorcizzare il clamoroso furto del capolavoro di Michelangelo Merisi avvenuto nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969, brutalmente strappato dall’altare e rimasta una delle peggiori storie dell’arte italiana.

 

L’intervento è stato realizzato grazie all’alleanza tra l’Associazione Amici dei Musei Siciliani, Sperone167 e Accademia delle Belle Arti di Palermo all’interno della XIV edizione del progetto “Next”.

 

Francisco Bosoletti

L’artista argentino Francesco Bosoletti dichiara che “Sento che la mia esperienza artistica allo Sperone mostri la verità, pur a distanza di tempo, delle parole con cui Leonardo Sciascia denunciava l’incuria e il degrado che in Italia, in tutta Italia, sono riservati ugualmente all’arte e all’uomo”. 

 

 

Leonardo Sciascia

“L’Italia è il paese dell’arte: ma le opere d’arte vadano in malora. Ancora una volta dobbiamo amaramente constatare che questo non è un paese civile. Non lo è nelle baracche dei terremotati e degli immigrati, a Montevago come nella periferia torinese; e non lo è nella conservazione delle opere d’arte e delle testimonianze storiche. Sembra che non ci sia relazione tra un Caravaggio facilmente rubato a Palermo e una famiglia costretta a vivere in sei metri quadrati di baracca: e invece c’è, precisa, assoluta. Se il baraccato costituisse preoccupazione. Uguale preoccupazione costituirebbe il Caravaggio di San Lorenzo, la Zisa, Sabbioneta e il disegno di Leonardo. C’è una interdipendenza, un legame d’ordine: del solo e vero ordine che un paese civile deve tenere”.Leonardo Sciascia.

 

 

 

 

La Natività come “faro di luce” in un mondo di ingiustizia 

 

Nell’ambito di una fervente iniziativa di riqualificazione e denuncia sociale, un’opera murale emergente si erge come il decimo intervento allo Sperone a narrare e illuminare uno dei furti d’arte più significativi d’Italia. Come già dettagliato in un precedente articolo su ilSicilia.it, questa straordinaria opera si presenta come un simbolo potente, intrecciando una trama di rinnovamento e speranza.

L’intera comunità locale è stata coinvolta in una serie di attività collaterali, tra cui talk, incontri con le scuole del territorio e momenti di confronto.

Il culmine di questa esperienza è stato raggiunto con la performance di Salvo Piparo, noto attore e cantastorie, custode delle più antiche memorie siciliane.

Da anni, attraverso l’arte del cunto, egli incarna infatti le mirabili storie di vita e le leggende di Sicilia, combinando la peculiare tecnica narrativa con la ricerca e lo studio attento delle tradizioni popolari e per l’occasione ha eseguito e dedicato il “cunto” intitolato “Il Furto del Caravaggio”.

 

Al di là dell’arte, l’opera murale rappresenta un invito a riflettere sul concetto di “nuova partenza”, spingendo la comunità a guardare oltre le sfide quotidiane e a ritrovare nella condivisione e nell’unità la forza di costruire un futuro migliore. In particolare, le iniziative itineranti hanno evidenziato la connessione forte tra le periferie e il centro della città, promuovendo un senso di appartenenza e identità condivisa.

 

GALLERY FOTO REALIZZAZIONE MURALE (foto di ©Francesco Ferriolo)

 

Quest’opera collettiva si configura come un’opportunità di riscatto e rinascita, un abbraccio alla luce che porta con sé la speranza e la promessa di giorni migliori. In un mondo permeato da ingiustizia sociale e offese alla dignità umana, il messaggio veicolato da questa creazione artistica sottolinea l’assenza di sicurezza e felicità in un contesto così distorto.

Il richiamo alla Natività e alla notte più lunga dell’anno rappresenta una chiara metafora, invitando sia credenti che non a considerare la luce che emerge dalla più profonda oscurità. In questo contesto, la speranza diviene la forza motrice per nuove nascite e rinascite, suggerendo che, anche nelle situazioni più oscure, la possibilità di un nuovo inizio è sempre presente.

 

L’opera murale non solo celebra l’arte e la cultura, ma si pone come una dichiarazione audace contro le ingiustizie sociali, diffondendo un messaggio universale di speranza e rinascita. Con il suo impatto visivo e narrativo, questa creazione si inserisce nel tessuto stesso della comunità, offrendo una prospettiva luminosa in un mondo spesso oscurato dalle difficoltà.

 

Alleanza Creativa Sperone167

Nel quartiere palermitano, simbolo di tanti territori al margine, grazie all’operato di tante e tanti volontari dell’Alleanza Creativa Sperone167 continua il percorso dal basso, di “resistenza artistica”, per accedere “riflettori” sull’assenza delle istituzioni con la consapevolezza della necessità della cura dei luoghi e e delle persone.

 

 Un bellissimo pensiero riassume e conclude lo spirito dell’opera e dell’iniziativa lo dona sul proprio profilo personale Facebook la dirigente della scuola ICS ” Sperone – Pertini”, Antonella Di Bartolo, che anche questa volta ha coinvolto famiglie e alunni del quartiere in alcuni eventi collaterali con grande partecipazione, sempre presente e attiva sul territorio in questo affascinante e partecipato percorso del Parco di Arte Urbana allo Sperone.

Antonella Di Bartolo

Cosa cerchiamo noi tutti se non passare dalle tenebre alla luce. La natività in fondo è questo.

Sulla parete di un palazzo allo Sperone o su una tela all’interno dell’Oratorio di San Lorenzo, la Natività dell’artista argentino Bosoletti ci riporta alla nostra dimensione più profonda e umana.

Ci ricorda che è possibile volgere il negativo in positivo, e che i filtri con cui guardiamo ciò che ci circonda cambiano completamente la nostra percezione delle cose”.

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