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La svolta?

Riforma della dirigenza regionale, Agliozzo: “Serve uno strumento che renda la macchina agibile e performante”

venerdì 5 Luglio 2024
Gaetano Agliozzo

Il presidente della Regione Renato Schifani ha firmato il disegno di legge che getta le basi per un nuovo ordinamento per la dirigenza dell’amministrazione pubblica siciliana. Una riforma che dovrebbe segnare una svolta per il processo di rinnovamento della macchina regionale, a fronte di una legge regionale datata e dell’impossibilità di procedere all’assunzione di nuovo personale dirigenziale. Condizione, questa, che negli ultimi anni ha causato una serie di vacanze della dotazione organica e delle postazioni dirigenziali, non più tollerabile dai cittadini che necessitano di un’amministrazione efficiente e vicina alle esigenze di tutti i giorni.

L’obiettivo, non più rinviabile, del governo Schifani è quello di procedere al ricambio generazionale anche del personale apicale. Un correttivo atteso da troppo tempo che stabilisce regole certe e snelle nella copertura dei posti della dirigenza e consentirà, nel breve e medio termine, di far fronte all’esodo in corso a causa dei pensionamenti, aprendo anche all’immissione di nuove risorse umane qualificate e competenti attraverso i concorsi.

L’idea di riforma esiste, ma sarà davvero realizzabile? E’ questa la questione che pone Gaetano Agliozzo segretario generale della Funzione pubblica della Cgil Sicilia.

“Da tempo Cgil auspica una riforma della pubblica amministrazione, ma dobbiamo verificarla nel dettaglio e approfondire. Da qualche giorno abbiamo avviato un confronto con l’Aran per quanto riguarda il rinnovo del contratto della dirigenza, giorno 8 luglio ci sarà l’incontro per vedere le possibili ricadute. Vedremo se i punti della riforma, che interviene a distanza di anni, collimano con i nostri punti di vista anche rispetto ai contratti collettivi nazionali. Nel frattempo, anche la macchina amministrativa è cambiata e c’è la necessità di intervenire sull’ordinamento della dirigenza della Regione Siciliana. Va detto che la Regione, finalmente, ha fatto un passo in avanti ascoltando le giuste rivendicazioni, con una rivisitazione del ruolo dei dirigenti. Dobbiamo analizzare la questione legata alle professionalità e ai contenuti in termini di accesso alla qualifica dirigenziale, una riflessione anche sul ruolo unico previsto dal disegno di legge rispetto alla tipologia degli incarichi che i dirigenti dovrebbero assumere nelle varie strutture. Mi chiedo se l’attuale numero dei dirigenti è congruo per attuare un nuovo modello organizzativo e snellire le procedure”.

La riforma prevede che nell’Amministrazione regionale la dirigenza sia ordinata in un’unica qualifica dirigenziale. Il ruolo unico, dunque, regolato dalla legge regionale n. 10 del 2000,è articolato in aree di competenza con decreto del presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale, su proposta dell’assessore per le Autonomie locali. Un altro elemento evidenziato dalla riforma riguarda l’accesso alla qualifica dirigenziale. Nelle procedure concorsuali, salva la percentuale non inferiore al 50 per cento dei posti destinati all’accesso dall’esterno, sui posti residui disponibili è riservata una quota non superiore al 30 per cento al personale dell’Amministrazione regionale che sia in servizio a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda la dotazione organica della dirigenza, il governo regionale prevede che, considerato il periodo di vigenza dell’Accordo per il ripiano del disavanzo sottoscritto con lo Stato il 16 ottobre 2023, il fabbisogno può essere ridotto con decreto del presidente della Regione, previa delibera della Giunta regionale, su proposta dell’assessore per le autonomie locali e la funzione pubblica, in esito a processi di riorganizzazione e snellimento della struttura amministrativa della Regione.

Invece, per il conferimento di ciascun incarico dirigenziale e per il passaggio ad incarichi dirigenziali diversi, si tiene conto della natura e delle caratteristiche dei programmi da realizzare, delle attitudini e della capacità professionale del singolo dirigente, dell’attività svolta, applicando di norma il criterio della rotazione degli incarichi.

Il trattamento economico fondamentale e accessorio dei dirigenti è definito dal contratto collettivo regionale per l’area della dirigenza. Ai dirigenti del ruolo unico dell’Amministrazione regionale spetta, fino all’adeguamento del contratto collettivo regionale alla legge in questione, il trattamento economico previsto dal contratto collettivo per l’area della dirigenza della Regione Siciliana sulla base della fascia di inquadramento dalla vecchia legge. Il trattamento accessorio va correlato alle funzioni attribuite e alle connesse responsabilità.

 

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