Un’estate calda e non solo a causa delle alte temperature.
Sembrava filare tutto liscio a Palazzo dei Normanni, tra ddl “salva impugnativa”, variazioni di bilancio e manovrine varie – l’ultima da 150 milioni di euro – con un unico obiettivo: cercare di mettere un freno alle emergenze che incalzano in Sicilia. Anche le commissioni legislative hanno accelerato il passo, spronate dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, per portare i testi di legge in aula nel breve tempo possibile, prima della pausa estiva. Sala d’Ercole infatti chiuderà le porte il 7 agosto per riprendere in mano a settembre i dossier rimasti al palo.
A parte le urgenze, anche la questione delle Province si è dilungata e se ne doveva discutere proprio oggi in commissione Affari istituzionali, ma il presidente Ignazio Abbate ha disdetto la seduta. Il motivo?
Non è stato reso chiaro, ma il problema c’è. Potrebbe trattarsi di un fatto prettamente politico, probabilmente legato a qualche tensione che gira nella maggioranza rispetto non solo alla materia che riguarda gli enti di area vasta. C’è, però, di più. Dai direttori della sanità alle variazioni di bilancio, temi sui quali mancherebbe una visione univoca all’interno del centrodestra. Eppure, si preannunciava un cambio di passo e spedito, ma la corsa a oggi risulta interrotta e con il chiaro e urgente bisogno di farla ripartire.
Se la norma delle Province infatti, per parlare della più tecnica, non viene approvata entro i termini stabiliti, e quindi a breve, le elezioni di secondo livello potrebbero essere anticipate ad ottobre secondo gli schemi della vecchia legge.
Il quadro non è ancora del tutto chiaro, ma si attendono le prossime mosse. Equilibri da trovare, incastri da rifinire, ma soprattutto, fanno notare, i ben informati, serve un uomo di sintesi che traduca in unico momento finale, la volontà dell’esecutivo, la voglia di pressing dei deputati e i il timing molto stretto da qui alla pausa estiva. In altre parole, bisogna fare prima di subito.
Sul ddl 738 interviene Mario Giambona vicepresidente del Pd all’Ars.
“La maggioranza Schifani è inconcludente. Oltre ai continui fallimenti continua a non rispettare gli impegni presi in conferenza di capigruppo. Si era concordato di trattare il disegno di legge 738 che prevede disposizioni ed adeguamenti urgenti richiesti dalla presidenza del consiglio dei ministri. Inoltre rimangono al palo le norme sulle province e la riforma degli enti locali tanto attesa da Anci e dagli amministratori locali siciliani. La verità è che è in atto una crisi silente tra Schifani e taluni gruppi parlamentari di maggioranza che determinano uno stallo inaccettabile che non permette di affrontare i veri problemi dei Siciliani”.