“Un uomo nelle ultime ore ha scelto di morire una sola volta, piuttosto che morire ogni giorno. È successo di nuovo, non un corpo a perdere, ma un’anima che sarebbe stato giusto continuasse a vivere”. Lo dichiara Totò Cuffaro, segretario nazionale della DC, dopo il suicidio in carcere avvenuto a Parma.
“Una vita, una storia che avrà pure commesso errori, ma che non per questo non andava salvaguardata e, come dice la nostra Costituzione, rieducata e risocializzata. Non è solo colpa del sistema carcerario – prosegue -, è anche colpa dello Stato che non ha una cura particolare per questi suoi figli più difficili ed è colpa nostra, noi, gran parte di opinione pubblica, che continuiamo a pensare di questi uomini e di queste donne che è meglio buttare le chiavi delle celle”.
“È sacro il luogo dove dimora il dolore e, per questo, è sacra anche la cella chiusa da porte blindate. Noi abbiamo il dovere di non impedirla alla speranza e di aprirla al futuro e alla vita. Abbiamo il dovere di squarciare le alte mura cinte da filo spinato e costruire ponti d’amore di solidarietà e di rinnovata speranza. Noi possiamo dare ai detenuti il passaporto per la vita. Noi che amiamo la vita, proteggiamola sempre e dovunque”, conclude Cuffaro.