“Restituiamo alla città un presidio di storia, d’identità, di cultura, soprattutto del mare, ma anche una grande opportunità per generare economia sana”. E’ con queste parole piene di orgoglio ed amore per la propria città che Edy Bandiera, vicesindaco e assessore alle Attività produttive di Siracusa racconta a ilSicilia.it come sarà il Mercato ittico.
Fu nel 2017 quando Bandiera, ai tempi assessore regionale alle Politiche agricole e Pesca, presentò al Consorzio Plemmirio il progetto di rifunzionalizzazione del Mercato ittico di largo Arezzo della Targia, ottenendo un finanziamento di 3 milioni e 265 mila euro da parte della Regione Siciliana nell’ambito del Programma operativo Feamp 2014-2020, il Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca. Ora è tutto pronto per l’apertura. I lavori di riqualificazione permetteranno un utilizzo più moderno e diversificato rispetto al passato di uno dei punti di commercio più importanti della città e della Sicilia.
Si attende solo la data definitiva dalla Regione per il taglio di nastro.
Il Mercato ittico
“Il mercato è rimasto chiuso per circa vent’anni e le nostre marinerie hanno patito la mancanza di un luogo di conferimento – evidenzia -. Oggi il mercato è completato e collaudato. Stiamo perfezionando il bando con l’auspicio che il territorio voglia e sappia approfittare di questa grande opportunità. E’ stato radicalmente riqualificato secondo criteri moderni e dotato di attrezzature di ultima generazione. Infatti oltre alla classica vendita all’ingrosso, prevediamo ad esempio il sistema delle aste con un sistema telematico, dando così la possibilità di piazzare il prezzo del pesce in mercati importanti che contano. Inoltre vi sarà un ristorante e un bar”.
“Mi piace pensare che i tantissimi turisti, che ogni giorno scendono dalle navi, abbiano solo un dubbio: vado a destra nella meravigliosa Ortigia o a sinistra a godere di quel mercato moderno che ti dà la possibilità di assaporare le eccellenze siracusane? Beh… speriamo che vadano un po’ a destra un po’ a sinistra e compiono questo giro meraviglioso fra storia, cultura, arte, identità ed enogastronomia“, conclude.