In Sicilia per colmare il vuoto normativo sulle dipendenze arriva un disegno di legge per la lotta alla diffusione del crack, con un’attenzione particolare ai giovani, “dalla dipendenza all’interdipendenza“, è stato presentato dalla Commissione Salute, servizi sociali e sanitari.
Un’emergenza che è esplosa dopo la pandemia crea allarmi su più fronti, tanto da ricevere il pressing dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che spinto dagli appelli delle associazioni di volontariato si è fatto promotore di questa richiesta. Durante un incontro dell’arcivescovo con il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, è stato quest’ultimo ad accogliere “le sollecitazioni e le preoccupazioni di fronte al dilagare dello spaccio di sostanze stupefacenti tra i giovani e i giovanissimi, assicurando il suo interessamento per accompagnare l’iter di approvazione della proposta di legge e, nel frattempo, procedere al finanziamento di qualche stralcio“.
Camminando per i vicoli delle città siciliane è facile imbattersi in ragazzi e ragazze intenti ad assumere crack o eroina, in stato di agitazione, oppure in preda alla bramosia di accaparrarsi una dose, o di trovare il danaro necessario a procurarsela. “Il crack è la nuova peste – aveva detto Lorefice – A chi vogliamo lasciare la nostra città, i nostri quartieri, le nostre case, le nostre strade? A questa nuova peste che sta contagiando i nostri giovani. Ci invade sotto i nostri occhi“.
Il testo, consegnato il 25 luglio del 2023 al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno, mira a colmare l’assenza nella nostra Regione di una legge-quadro sulle dipendenze patologiche e di un quadro normativo di riferimento per i diversi livelli di intervento e di assistenza.
Il testo, composto da 16 articoli, ha l’obiettivo realizzare un sistema integrato e diffuso di interventi sociosanitari ed educativi proprio in materia di dipendenze patologiche, derivanti da comportamenti connessi all’utilizzo di sostanze stupefacenti, per la prevenzione, la cura, la riduzione dei danni e la limitazione dei rischi. Mira a mettere in rete i servizi e le realtà attive in area di dipendenza per colmare le carenze, integrare le risorse, far circolare sapere e mettere in comune buone pratiche attraverso il principio di interdipendenza, di sinergia orizzontale e verticale, nonché di prossimità sociosanitaria.
E’ importante creare un sistema di prevenzione, anche attraverso le attività all’interno delle scuole, con percorsi rieducativi e formativi per un efficace processo di inclusione e reinserimento, non solo sociale ma anche lavorativo.
La diffusione di vecchie e nuove droghe è un problema in primo luogo per coloro che ne fanno uso e poi anche per i loro familiari, per “migliorare la qualità di vita delle persone con dipendenze patologiche, dei familiari e dei contesti relazionali di riferimento, interrompendo il circolo vizioso dipendenza-problemi sociosanitari e dipendenza-comportamenti illegali“, e riuscire a favorire nelle persone con dipendenze processi di discernimento e di iniziativa riguardo al proprio progetto di vita tramite il supporto da parte di unità mobili di medici e assistenti sociali create dalle Asp che interverranno su tutto il territorio. In più verranno siglati accordi con i privati per nuove strutture di accoglienza. Altri pool di medici verranno destinati alle carceri.
Entro i quattro mesi dall’entrata in vigore della legge, con decreto dell’assessore regionale per la Salute, è costituita presso il Dasoe, ovvero la rete regionale diffusa sulle dipendenze, al fine di migliorare il monitoraggio, la comunicazione, la collaborazione in azioni e progetti, lo scambio di buone pratiche e la sinergia tra azioni e servizi del pubblico, del privato accreditato e della cittadinanza attiva, promuovendo una gestione partecipata e una presa in carico trasversale del fenomeno delle dipendenze patologiche.
Il presidente Schifani ha messo sotto i riflettori questa norma, nonostante si tratti di un testo di iniziativa parlamentare, e la sua attuazione è prevista l’azione di tre assessorati: Sanita, Famiglia e Istruzione. Ma non è riportata ancora nessuna copertura finanziaria.
Il testo che approderà in aula all’Ars mercoledì, per poi essere approvato entro il 24, è al momento fermo in commissione bilancio. Il governo si è riservato una settimana per capire le risorse che si possono mettere a disposizione. Si punta almeno ai 5 milioni. Un budget definito non c’è ancora ma gli uffici del presidente ci stanno lavorando. In base alle disposizioni del governo si deciderà quali progetti mandare avanti.
Palazzo d’Orleans ha assicurato che le risorse per rendere efficace la legge verranno trovate.