Il consigliere della Settima Circoscrizione di Palermo, Massimo Vescovo, ha espresso una netta opposizione al progetto del collettore Nord Occidentale a Sferracavallo, opera che riprende dopo 25 anni di inattività.
Il progetto prevede di convogliare le acque meteoriche e quelle depurate di Fondo Verde verso il mare, passando attraverso aree sensibili come la riserva naturale di Sferracavallo. “Il progetto rappresenta una seria minaccia per l’ambiente della riserva. Non possiamo permettere che un’opera di questa portata danneggi irreparabilmente il nostro ecosistema locale. L’intervento nella riserva di Sferracavallo va contro ogni principio di tutela ambientale.”
Il collettore, con un investimento di 76 milioni di euro, ha come obiettivo la gestione degli allagamenti che affliggono zone come Mondello, e prevede la modernizzazione del depuratore.
Tuttavia, Vescovo sottolinea che il rischio ambientale per una riserva protetta non può essere ignorato: “Sono preoccupato per le possibili conseguenze irreversibili su un ecosistema così prezioso.”
Per dare voce ai cittadini e trovare soluzioni alternative più rispettose dell’ambiente, Vescovo ha annunciato la convocazione di un tavolo tecnico aperto ai residenti di Sferracavallo, al sindaco Roberto Lagalla e ai tecnici responsabili del progetto.
“La partecipazione della comunità e delle autorità è fondamentale per valutare soluzioni che tutelino il territorio senza sacrificare la sicurezza idrica. Occorre trovare un compromesso che rispetti il nostro ambiente e garantisca la sicurezza dei cittadini”, ha concluso il consigliere Vescovo.
Comitato “Il Mare di Sferracavallo”: no a reflui in area marina protetta
I residenti di Barcarello, a Sferracavallo, hanno organizzato ieri un’assemblea per discutere sulla delibera della giunta comunale 220 del 10 settembre. “Dalla delibera – spiega in una nota il comitato il Mare di Sferracavallo – emerge che la giunta, per avvalorare la scellerata scelta, si sia avvalsa del parere di un consorzio, il Consima, anziché le dovute valutazioni di impatto ed incidenza ambientali, come stabilito dalle norme vigenti”.
“Riteniamo – sottolineano dal comitato – che la proposta della giunta sia inaccettabile e irresponsabile, dato che esistono delle valide alternative pronte già dal 2013, che risolverebbero anche gli allagamenti di Partanna Mondello e zona via Venere, anziché riprendere il vecchio collettore ridotto ormai ridotto ad un colabrodo, per poi distruggere un tratto di scogliera e soprattutto danneggiare per sempre il delicato ecosistema dell’Area marina protetta Capo Gallo-Isola delle Femmine”.
“Il comitato cittadino lotterà usando tutti gli strumenti possibili per tutelare questa bellezza di inestimabile valore, patrimonio di Palermo e dell’intera Sicilia”, conclude il comitato.