Una cattedrale gremita quella di questa mattina per l’ultimo saluto di amici, tifosi e familiari al campione siciliano Totò Schillaci, ex calciatore, celebre per le sue prestazioni nella Coppa del Mondo 1990. Schillaci, allora attaccante della Juventus, divenne il capocannoniere del torneo con sei gol, trascinando l’Italia fino alle semifinali. Dopo il Mondiale, la sua carriera continuò con l’Inter e in Giappone, ma il suo picco sportivo rimase legato alle notti magiche di “Italia ’90”.
In prima fila la moglie e i figli. “Resterà sempre nel mio cuore. Avrei voluto condividere altri momenti con lui, ma non sarà possibile. Ho potuto vivere gli ultimi giorni con lui e ho visto quanto dolore ha provato. Mi manca tantissimo, ma almeno ha smesso di soffrire“. Ha dichiarato Nicole Schillaci, terza figlia di Totò Schillaci. “Ho bellissimi ricordi d’infanzia – aggiunge – quando veniva a trovarmi a Cernobbio, ero piccolissima. Poi, dopo il matrimonio con Barbara, giustamente è venuto meno ed ero io ad andare a trovarlo, principalmente nel periodo estivo. Vivevamo lontani, non c’è sempre stato, ma era sempre il mio papà. Voleva che noi fratelli, anche se abitiamo distanti, fossimo uniti e c’è riuscito. Per me – ricorda – era una persona normale, certo di cui essere fieri, ma normale, molto gentile, umile e con un grande cuore. Lascia tanti insegnamenti, ad esempio che ogni momento va vissuto pienamente, lui ha sempre lottato tantissimo. Era sempre in movimento, faceva sempre qualcosa, per settembre aveva tutto il calendario pieno di appuntamenti“.
Presenti alla funzione il sindaco della Città metropolitana di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore regionale alle attività produttive Edy Tamajo, il presidente della FIGC Gabriele Gravina e Dario Mirri, presidente del Palermo F.C. Presenti anche il capitano Brunori e il centrocampista Segre, insieme a una delegazione del settore giovanile rosanero.
Il feretro, ricoperto da maglie e sciarpe, è stato accolto con scroscianti applausi e i cori appassionati dei tifosi, oltre che con bandiere e striscioni a lui dedicati. Durante la messa, monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale di Palermo, ha voluto ricordare le origini del giocatore e la sua incessante dedizione in tutto quello che faceva: “La favola si realizza non attraverso followers e visibilità del momento, ma lavorando in silenzio, con umiltà, credendoci, come ha fatto lui. Un eroe del pallone, un eroe della vita, un eroe del riscatto, un eroe che parte dal basso, da un quartiere di borgata”. Non solo un calciatore, quindi, come tanti altri, ma un vero e proprio simbolo, “Totò è il volto bello di
Palermo, di Palermo che non molla”.
Alla fine della cerimonia ha preso parola anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice: “In Totò si incontrano oggi due fedi, quella in Dio e quella per Palermo” ha aggiunto Lorefice, visibilmente emozionato, “Totò è rimasto uno di noi, semplice, umile, e ha vissuto facendo memoria delle sue origini, ha pensato alla sua vita come un dono, affinché le nuove generazioni possano essere libere, libere da falsi ideali e da chi le vuole schiave. Totò è sempre stato in mezzo ai giovani, ha sempre pensato a loro, questa è la sua grande opera”.
Proprio per i giovani, le offerte raccolte durante la celebrazione liturgica saranno destinate al ripristino di un’area prossima al territorio parrocchiale, per mettere a disposizione di ragazzi e ragazze due campetti da calcio. Una volta terminati, uno dei campi verrà intitolato alla memoria di Totò, campione di tutti i siciliani, nella vita e nello sport.