Siccità, infrastrutture, Province e riorganizzazione degli uffici regionali. Sono solo alcuni dei temi affrontati dal deputato nazionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo. Il segretario regionale dei Dem è intervenuto ai microfoni de ilSicilia.it per parlare dell’attualità politica dell’Isola. Un presente poggiato sulla prospettiva di un campo largo a sinistra che deve ancora trovare dei confini definiti, sia dal punto di vista programmatico che di sigle politiche. Ci sono poi i grandi temi che interessano la Regione. A cominciare dall’emergenza idrica, per poi passare ai ritardi sul fronte del trasporto pubblico e alla farraginosità della burocrazia.
L’emergenza siccità: “Paghiamo errori del Governo Musumeci”
L’analisi politica di Barbagallo parte dall’attualità, in particolare dall’emergenza siccità. Come è noto, dal 7 ottobre partirà a Palermo il piano di razionamento che interesserà le periferie della città. In molti comuni dell’Isola sono state emanate ordinanze per cercare di limitare gli sprechi di acqua. Gli invasi sono ai livelli più bassi degli ultimi anni e le piogge non hanno ancora avuto un serio impatto sui bacini idrici della Regione. Secondo l’esponente Dem, però, tutto questo non è associabile ad un’emergenza, bensì ad una mancata programmazione strutturale.
“E’ una problematica nota, scoppiata ora a livello colossale. Il problema affonda le radici negli anni precedenti ed è oggi così grave che non si può risolvere in un attimo. Se il Governo Musumeci nel 2021, su 31 progetti Pnrr, ne avesse sostanziato almeno la metà, oggi la condizione sarebbe migliore. Invece paghiamo gli errori di quella stagione e l’inadeguatezza di Schifani, il quale non vede la palla, non ha ben capito cosa succede nei propri uffici. La Sicilia sta affrontando condizioni drammatiche con gli agricoltori, preoccupati e angosciati. Non arrivano né risposte né risorse. Anche questo acquisto delle autobotti di seconda mano, con questo scaricabarile del Dipartimento della Protezione Civile con il dirigente generale che chiama in causa i sindaci anziché prendersi le responsabilità. Servono i soldi e serve che i progetti partano subito. Non è più tempo delle chiacchere“.
Il piano triennale delle opere pubbliche
Infrastrutture vuol dire anche e soprattutto opere pubbliche. Sullo sfondo dell’attività politica regionale c’è il piano triennale. A tal proposito, Barbagallo ricorda i ritardi da colmare e la necessità di reperire ulteriori risorse per opere strategiche per la Sicilia. “Le priorità della Sicilia sono quelle per cui ci battiamo da anni, che sono state finanziate dal PD quando era al Governo Nazionale e che oggi andrebbero completate. Mi riferisco alla Nord-Sud, su cui servono 800 milioni di euro, alla Marsala-Mazara, alla Palermo-Agrigento a partire dal bivio di Bolognetta, al completamento della Siracusa-Gela. Su quest’ultimo abbiamo subito un torto intollerabile. La Modica-Scicli fu finanziata a febbraio 2022 con il PD al Governo ed invece ha perso il finanziamento perché il Cas, con un’evidente responsabilità del Governo, non riuscì a fare il progetto in tempo. Ora dobbiamo ripartire da capo. C’è poi la Paternò-Adrano, oggi finanziata per soli 150 milioni. Ne servono il doppio“.
I limiti del trasporto pubblico locale
Tema che si ricollega ai collegamenti interni all’Isola, ovvero al trasporto pubblico locale. Elemento che, dichiara Barbagallo, ha refluenze pesanti su diverse attività giornaliere dei siciliani, come ad esempio il fenomeno della dispersione scolastica. “E’ un tema che impatta soprattutto la provincia di Catania. Oggi ci sono 400.000 abitanti dei paesi etnei che hanno l’area meno infrastrutturata d’Europa. Sono costretti a spostarsi con i propri mezzi. I ragazzi non riescono ad andare a scuola. La metropolitana di superficie è un tema attualissimo. Serve un finanziamento da 300 milioni di euro. Per il PD è un tema chiave. Questo è un problema che incide sulla dispersione scolastica. I dati ci dicono non solo che la Sicilia è maglia nera su questo aspetto, ma soprattutto che ad incidere è la mancanza di un servizio di trasporto pubblico locale. Non c’è un servizio pubblico che porta i ragazzi a scuola. E’ una cosa da terzo mondo“.
La crisi dell’Ast: “Era eccellenza, poi smantellata e utilizzata come postificio”
Una vicenda che, a giudizio del segretario regionale Dem, si collega alla crisi dell’AST. “Noi avevamo un’eccellenza negli anni 90, saccheggiata dai politici di centrodestra che hanno utilizzato l’Ast come bancomat da stipendificio. Anziché assumere autisti, prendevano amministrativi. C’erano lavoratori mal pagati. Un colabrodo. Ora strizzano l’occhio ai privati. Ci ritroviamo in una condizione azzerata del trasporto pubblico locale e con una Regione da terzo mondo, dove il trasporto pubblico non c’è e quello che c’è costa tanto e funziona male. La gestione dell’AST non ci convince. Siamo pronti ad andare avanti non solo con l’attività politica ma anche con la richiesta di verifiche specifiche alla Corte dei Conti“.
Il voto per le nuove Province
L’attualità politica riguarda anche l’appuntamento con il rinnovo delle province. Secondo quanto venuto fuori dal vertice di maggioranza, la data buona quantomeno per le elezioni di secondo livello sarebbe quella del 15 dicembre. Un appuntamento atteso dal PD che, in attesa di poter ridare la parola ai cittadini siciliani, chiede che si proceda al voto. “L’insediamento degli organi di secondo livello è quello che il PD chiede dalla scorsa legislatura – sottolinea Barbagallo -. Speriamo che il Governo Schifani la smetta di proporre pasticci in assemblea con norme per lucrare qualche posto di sottogoverno o dare qualche mancia a qualche trombato. L’auspicio è che arrivi una legge in grado di far insediare i nuovi organi politici. La situazione nelle province è disastrosa. E’ un discorso che vale per le scuole, le strade provinciali ma anche per i servizi ambientali. Siamo l’unica regione in Italia che non ha fatto questo passaggio. Noi siamo pronti anche per organizzare le liste“.
La riorganizzazione degli uffici regionali
In un periodo in cui si è tornato a parlare di riforma dei dirigenti regionale, Barbagallo auspica con forza una riorganizzazione di alcuni uffici regionali. L’esponente di centrosinistra denuncia diverse carenze strutturali e di personale, come nel caso del settore dell’ispettorato del lavoro. “C’è una Regione che è ferma su alcune competenze a decenni fa. Non è possibile che non ci sia un assessorato unico a gestire gli incendi. C’è una sovrapposizione di competenze che crea confusione. Alcune competenze della Regione vanno tolte. Io insisto sull’Etna Parco Nazionale. Oggi ha solo otto dipendenti. Cosa si deve gestire. C’è poi il tema degli ispettori del lavoro. Ci sono soltanto 70 ispettori per 5 milioni di abitanti. Nelle grandi città ci sono banconisti pagati a 25 euro al giorno senza che nessuno controlli. Non si può controllare una Regione del genere così. Ne servono almeno dieci volte tanto. O Schifani ci dice come lo vuole fare, oppure si restituisce la competenza al Ministero“.
L’ipotesi del campo largo
Barbagallo rivolge poi lo sguardo al futuro. A prendersi la scena politica nel centrosinistra è il concetto di campo largo, ovvero un’estensione dei canonici confini della coalizione verso ulteriori soggetti politici che possano dare un contributo, anche in termini di peso, per rappresentare una vera alternativa al centrodestra. Un terreno di confronto che, oggi, non ha confini ancora del tutto definiti.
“Se dobbiamo costruire un’alternativa agli ultimi governi di centrodestra in Sicilia, contraddistinti per le clientele e per la lottizzazione del potere, serve un progetto chiaro per la Sicilia. Dobbiamo costruire il modello. A questo servono le feste dell’Unità, serve parlarsi e servono le occasioni di confronto quali possono essere anche le elezioni provinciali. Serve costruire un campo largo ma che sia soprattutto coerente sui temi. A cominciare dai termovalorizzatori, a questo insopportabile uso della sanità privata, questo continuo strizzare l’occhio alla gestione privata dell’acqua pubblica. Su questo bisogna fare chiarezza. Il campo largo deve essere con quelli che ci vogliono stare, senza quelli che fanno finta opposizione nei consigli comunali e nel rispetto di punti quali lo sviluppo della Sicilia, la valorizzazione del turismo e della cultura, una nuova e indifferibile riorganizzazione degli uffici regionali“.