Si è svolta questa mattina ad Assisi la festa del santo patrono d’Italia San Francesco. La lampada quest’anno è stata offerta dalla Sicilia è alimentata ad olio. Sono circa cinquemila i pellegrini giunti in Umbria da ogni parte d’Italia, molti anche dall’estero, per la ricorrenza. L’incontro si è svolto nel Palazzo municipale alla presenza dei sindaci della città umbra, Stefania Proietti, e di Palermo, Roberto Lagalla.
Il primo cittadino del capoluogo siciliano ha acceso la lampada votiva che arde sulla tomba di San Francesco ad Assisi. ”Sono onorato – ha dichiarato Lagalla – di essere stato chiamato quest’anno, nella solenne ricorrenza del Santo Patrono d’Italia, ad alimentare, con l’olio Santo, la Lampada votiva che arde sulla tomba di San Francesco, a segno dell’unità morale e spirituale dell’Italia e orgoglioso di poter rappresentare, in questa occasione, tutti i colleghi sindaci italiani. Una circostanza che cade in concomitanza con l’anno Rosaliano, durante il quale Palermo festeggia il quarto centenario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, la nostra Patrona e simbolo di rinascita e speranza per i palermitani. Un percorso, quello di Rosalia, che ricorda simbolicamente quello di San Francesco, anima pura e generosa guida per il nostro amato Biagio Conte, scomparso prematuramente lo scorso anno, che dedicò la sua vita ai poveri e agli indigenti, fondando nel 1993 la Missione Speranza e Carità. Ritenuto da tutti il San Francesco dei palermitani, per la sua capacità di donare amore e speranza oltre ogni difficoltà, oggi – conclude – ci accompagna idealmente, insieme a Santa Rosalia, sulla tomba di San Francesco per dedicare una preghiera a siciliani, ai più poveri e agli indifesi”.
“Il momento che stiamo vivendo – ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – è difficile. L’attualità ci affligge con la crudeltà di vicende belliche nelle quali innocenti vengono sterminati ogni giorno, con conflitti che rischiano di deflagrare in una spirale irrefrenabile. Oggi deve essere un giorno di preghiera forte e consapevole, perché il mondo possa fermarsi a riflettere, perché si evitino escalation che colpiscono noi, ma anche le generazioni future. Il nostro Paese si sta comunque impegnando, all’interno dell’alleanza atlantica, perché si torni alla ragione. Ma lo scenario internazionale si complica sempre di più, con l’allargamento dei conflitti in atto. Un quadro che diventa sempre più preoccupante. Preghiamo, allora, per gli ultimi, per una democrazia sana e per la pace. Quella pace che san Francesco ha sempre invocato nella sua missione quotidiana“.
Schifani ha incontrato Biagio Conte diverse volte durante la sua vita. “L’ultima occasione, – ha detto – poche ore prima della sua morte, rimarrà sempre impressa nella mia memoria, al suo capezzale, mi disse: “Mi raccomando, presidente, non ti dimenticare degli ultimi”. Ogni incontro con lui era fonte di arricchimento umano, un’occasione per riflettere su quanto profondamente vivesse i valori francescani. La Missione di Speranza e Carità, da lui fondata a Palermo, è il simbolo concreto di come il messaggio di san Francesco si traduce in azioni quotidiane di solidarietà e di cura verso chi soffre“.
“Ho partecipato con la stessa emozione di 20 anni fa all’accensione della lampada votiva di frate Francesco alla quale il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in rappresentanza di tutti i sindaci di Sicilia, ha rinnovato l’offerta dell’olio, rinnovando la sacralità di un gesto in cui si esprime simbolicamente l’intenso rapporto d’amore e di devozione che lega noi tutti italiani al nostro Santo Patrono, di cui è stata implorata la vigile protezione“. Lo ha dichiarato Totò Cuffaro, segretario nazionale della Democrazia Cristiana.
“Il presidente della Regione, Renato Schifani, a nome e in rappresentanza di tutti i siciliani, ha chiesto al Santo di vegliare sulle sorti della Sicilia e di tutto il Paese, pregandolo di rafforzarne i vincoli di unità, di convivenza e di solidarietà. Il governatore ha implorato Francesco di donare a tutti i lavoratori e alle loro famiglie pace e prosperità. Monsignor Antonio Raspante, presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, ci ha ricordato l’incommensurabile valore del perdono e della pace, specie in un momento drammatico come quello attuale, e il significativo esempio di fraternità e amore di Francesco che, da Assisi, si diffonde, ancora oggi, in tutto il mondo. Io, insieme a tanti pellegrini siciliani presenti, mi sono prostrato ai piedi del Santo, chiedendo la sua intercessione affinchè il Signore possa donarci governatori ricchi di spirito di servizio, pastori santi nella Chiesa, di far sì che le nostre famiglie siano sane e ordinate e di ottenere, noi tutti, di essere umili e accoglienti, specie verso i più fragili e più bisognosi, e di essere innamorati del dono della nostra vita e della terra“, conclude Cuffaro.