La riforma degli enti locali si prende la scena a Sala d’Ercole. Il testo, che vede come relatore il deputato regionale Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, torna oggi all’attenzione dell’Ars dopo oltre due settimane di stop. La discussione del documento è ripresa questo pomeriggio intorno alle 15 con l’analisi degli emendamenti, ma è stata subito interrotta per divergenze di vedute su alcuni argomenti. Sul testo poi pendono una serie di proposte di modifica che interessano praticamente ogni aspetto del testo. A tal proposito, sono state indette due manifestazioni in piazza del Parlamento. Una ha interessato la richiesta di una soglia minima del 40% per la parità di genere. L’altraha visto protagonisti i sindacati ed ha riguardato gli aspetti più economici della riforma.
La conferenza dei capigruppo
In mattinata i capigruppo di maggioranza hanno tenuto una riunione per cercare una quadra. Alcuni aspetti del ddl enti locali rimangono in discussione. Su altri invece sembra essere stata presa una decisione. A fare il punto della situazione è il relatore del testo, il deputato regionale della DC Ignazio Abbate. “Si sta cercando di trovare una sintesi, specialmente su alcuni argomenti importanti su cui, anche all’interno dei vari gruppi, ci sono sensibilità diverse. L’indicazione è quella di porre l’entrata in vigore del provvedimento alla prossima legislatura“.
C’è l’accordo sulla parità di genere
Sui punti su cui sembra esserci un accordo trasversale c’è la soglia minima per la rappresentanza femminile negli locali siciliani. “Ci può essere un accordo sulla parità di genere, in modo da adeguarla alla soglia nazionale del 40%, così come sul consigliere supplente. Speriamo che in aula si trovi una sintesi. Una cosa è certa: nel caso in cui questo ddl venga affossato, in Sicilia si rimarrà con la presenza di genere. Qualsiasi cosa che verrà approvata è sicuramente migliorativa di quanto previsto attualmente. Una quota è presente sulla preparazione delle liste, ma non per gli organi di Governo“.
Verso il no per assessore aggiuntivo e terzo mandato dei sindaci
Ben diversa è la questione dell’assessore in più. “C’è una presa di posizione del presidente della Regione. Si va verso la bocciatura degli emendamenti che si muovono in tal senso“. Secondo fonti di Radio Palazzo infatti, Renato Schifani avrebbe ordinato ai suoi fedelissimi di uscire dall’aula in caso di voto segreto sulle proposte di modifica più discusse, fra cui figura proprio l’assessore aggiuntivo per i comuni siciliani. Verso la bocciatura anche la norma che riguarda il terzo mandato per i sindaci dei piccoli comuni. In aula però l’accordo non è stato trovato, complice anche l’arrivo del testo relativo alla variazione di bilancio. Atto che ha scatenato polemiche fra i corridoi di Palazzo dei Normanni. Tutto slitta quindi, ancora una volta. L’Ars ci riproverà domani, sperando che questa sia la volta buona.