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Il punto

Parte la nuova maratona sul ddl enti locali all’Ars, presentati oltre 150 emendamenti

lunedì 16 Settembre 2024

La riforma degli enti locali entra nel vivo. La commissione Bilancio dell’Ars si appresta infatti a valutare il nuovo testo che andrà a sostituire quello attualmente accantonato a Sala d’Ercole. Il documento, portato avanti dal deputato regionale della Nuova DC Ignazio Abbate, risulta più corposo del precedente. Ma sullo stesso sono piovute una massiccia serie di proposte di modifica.

Presentati 150 emendamenti, i Comuni attendono

Ignazio Abbate

Sono ben 150 gli emendamenti presentati dai gruppi di maggioranza ed opposizione in commissione Bilancio. Una partita che riguarda non solo la macchina amministrativa regionale ma soprattutto i 390 comuni dell’Isola. Enti che attendono notizie, in particolare, su alcune questioni prettamente politiche, come ad esempio l’introduzione di un nuovo vicepresidente del Consiglio Comunale reggente, la figura del consigliere supplente e la previsione di un nuovo assessore comunale. L’analisi del testo inizierà domani mattina intorno a mezzogiorno in commissione Bilancio. Dopodiché, una volta vagliato tutto, il testo dovrebbe avere il via libera in modo da poter tornare così in aula entro il 24 settembre, ovvero qualche giorno dopo l’attesa riunione di maggioranza convocata dal presidente della Regione Renato Schifani. Consesso nel quale l’obiettivo ultimo è quello di portare avanti la partita dei posti di sottogoverno all’interno della coalizione, anche se il clima si preannuncia rovente. Ciò, a maggior ragione, visti alcuni cambi di casacca nei ranghi della maggioranza del governatore.

Le novità che potrebbe introdurre il ddl Enti Locali

Al di là della questione dei nuovi assessori nei comuni, ci sono altri elementi che caratterizzano la riforma degli enti locali all’Ars. Uno di questi riguarda il rispetto del principio della parità di genere. La riforma degli enti locali introdurrebbe una presenza minima del 25% dell’altro sesso rispetto a quello predominante. Per fare un esempio concreto, in una Giunta Comunale di 12 elementi ci possono essere un massimo di 8 uomini o 8 donne. Un requisito che, ad esempio, al momento non rispetterebbe il Comune di Palermo, il quale può vantare soltanto 2 donne in Giunta (Brigida Alaimo e Rosi Pennino) su 11 assessori complessivi. Il testo potrebbe inoltre introdurre importanti novità, a cominciare dall’incompatibilità della figura del consigliere comunale con quella dell’assessore comunale. Fatto strettamente collegato all’introduzione del consigliere supplente, ovvero la fattispecie nella quale il primo dei non eletti della lista sostituisce l’esponente cittadino che va a prendere un posto in Giunta. Un elemento che responsabilizzerebbe il primo cittadino e i partiti nelle scelte relative all’esecutivo.

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