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Annullato il voto del 15 dicembre

Riforma delle Province, rinviate le elezioni di secondo livello, passa emendamento al ddl urbanistica

martedì 29 Ottobre 2024
Ars, Sala d'Ercole, ddl province

La notizia era nell’aria. La maggioranza supera anche il secondo scoglio verso la riforma delle Province. L’Ars ha approvato un emendamento al ddl urbanistica con il quale, sostanzialmente, si annulla l’appuntamento del 15 dicembre fissato per le elezioni di secondo livello. Viene così prolungata l’azione dei commissari fino ad aprile. Momento nel quale dovrebbe essere fissata una nuova data. Ciò almeno che, a Sala d’Ercole, non si arrivi all’approvazione del nuovo ddl Province, oggi passato in commissione Affari Istituzionali e che nei prossimi giorni arriverà in commissione Bilancio. Un modo per ridare la parola direttamente agli elettori, superando così la mediazione dettata dal voto ponderato di sindaci e consiglieri comunali attualmente in carica.

Finalmente si è imboccata la strada giusta per l’approvazione per le elezioni di primo livello per le Province – commenta ai microfoni de ilSicilia.it il deputato regionale della DC Ignazio Abbate, firmatario dell’emendamento -. Un atto dovuto per i cittadini. La democrazia passa anche da questi momenti. Lavoreremo da domani per inviare il disegno di legge in commissione Bilancio e metterlo all’ordine del giorno già dalla prossima settimana. Così potremmo inviare il testo in aula dopo i passaggi sul bilancio e metterlo fra le priorità dell’inizio del 2025“.

Province, arriva l’emendamento per il rinvio delle elezioni

L’emendamento è stato presentato al penultimo articolo del ddl urbanistica, ovvero al diciassettesimo. A firmarlo i deputati Ignazio Abbate, Stefano Pellegrino, Giuseppe Lombardo e Marianna Caronia. All’arrivo del testo in aula, a Sala d’Ercole si è aperto un acceso dibattito durato oltre un’ora. Tanto gli interventi che si sono susseguiti. “Sono favorevole a votare con l’elezione diretta con una norma nazionale che oggi non c’è” ha dichiarato il capogruppo del PD Michele Catanzaro. Decisamente più duro l’affondo del deputato regionale del Gruppo Misto Ismaele La Vardera. L’ex alfiere di Sud Chiama Nord legge fra le righe del testo una sottotrama politica che riguarda il centrodestra. “È evidente che questo Governo non è in grado di gestire i propri sindaci. Non riesce a dare indicazioni. Temete forse che le direttive date non vengano rispettate? Così dimostrate di non avere i numeri nemmeno nei vostri comuni“.

Parole a cui ha risposto in aula, a stretto giro di posta, il deputato regionale della DC Ignazio Abbate.Devono essere i cittadini a decidere i propri rappresentanti nelle Province, E lo dice chi i numeri in provincia di Ragusa li può dimostrare. Penso che sia importante dare la chance di votare ai cittadini. Anche perchè questo è un punto importante del programma di Governo del presidente Schifani“. Un intervento che ha provocato le ire dell’esponente Dem Nello Dipasquale, il quale ha dato appuntamento all’aula ad aprile per verificare se si procederà o meno all’elezione diretta delle Province.

Critiche dalle opposizioni

Più di qualcuno all’Ars è convinto che la parola non verrà restituita agli elettori. Chi sostiene per motivi politici, come Antonello Cracolici. Chi invece cita le sentenze della Corte Costituzionale che hanno inviato per tre volte la Sicilia ad adeguarsi al resto d’Italia, come Luigi Sunseri. Ad oggi infatti un’eventuale ddl per l’elezione diretta delle Province potrebbe dover superare le antinomie normative che potrebbero subentrare rispetto alla legge Delrio attualmente in vigore. Riforma che, abolendo le Province, le ha sostituite con gli organi di secondo livello (Città Metropolitane e Liberi Consorzi), che in quanto tali dovrebbe essere eletti dai sindaci e dai consiglieri dei territori coinvolti. Il condizionale nell’Isola è d’obbligo visto che, questo momento, non è mai arrivato. E, quantomeno perora, dovrà ancora attendere. Ventotto i favorevoli all’emendamento, solo ventidue i contrari. Un atto che ha seguito lo stesso destino della riforma in cui era inglobato, ovvero il ddl urbanistica, approvata subito dopo con trenta voti favorevoli. L’aula tornerà al lavoro nella giornata di giovedì.

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