L’Ars ha approvato la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (NaDefr).
Il Defr per gli anni 2025-2027 è stato approvato dalla Giunta regionale nel giugno scorso ed è stata presentata la nota di aggiornamento al Governo per adeguarlo alle mutate condizioni dello scenario economico.
IL DOCUMENTO
La NaDefr è suddivisa in tre sezioni. La prima aggiorna il quadro macroeconomico e finanziario, ricostruendo il contesto nazionale e internazionale in cui si inserisce quello della Regione. In tal senso, il Governo ha aggiornato le stime di crescita del Pil regionale prevedendo per il 2023 e per il 2024 un miglioramento rispetto al Defr di giugno. Come si apprende dal documento, infatti, il dato regionale per il 2023, elaborato lo scorso giugno e pari a +0,9%, è stato aggiornato al rialzo a +1.5%.
La seconda parte, invece, riporta le modifiche apportate alle politiche di settore. Per il 2024 la stima di entrate Irpef “di spettanza regionale – si apprende dal documento – è pari a 6,31 miliardi di euro (dato aggiornato in aumento rispetto al Defr che invece stimava 6,185 miliardi di euro), mentre per il 2025 il Governo effettua una previsione prudenziale stimando un’entrata pari a 6,15 miliardi di euro. Per ciò che riguarda l’Iva, le entrate stimate sono pari a 2,756 miliardi di euro (aggiornato al rialzo rispetto al Defr che prevedeva 2,496 miliardi di euro)“.
Per quanto riguarda invece il debito pubblico della Regione “le previsioni per il 2024 indicano un valore pari a 4,2 miliardi di euro, con una riduzione di 100 milioni di euro rispetto al 2023 ed un miglioramento del rapporto deficit/Pil che passa da 4,2% a 3,9%“. Le modifiche rispetto ai contenuti del Defr, apportate alle politiche di settore, sono inoltre distinte in quattro macro-aree: istituzionale, economica, territorio, ambiente, urbanistica ed infrastrutture e sanità e servizi sociali.
Alcune linee guida sono state tracciate dalle Commissioni parlamentari. La Commissione Affari istituzionali ha posta l’attenzione sull’attuazione della della riforma della polizia locale e di quella delle Province. A proposito di Enti locali la Commissione ha sollecitato la garanzia della parità retributiva di genere, già oggetto di un altro disegno di legge.
Anche la Commissione Sanità ha formulato le sue proposte, come l’attivazione di milleduecento posti letto per i pazienti lungo degenti e l‘istituzione di borse di studio regionali a favore degli iscritti alle specializzazioni in professioni sanitarie non mediche. Circa il lavoro della Commissione Bilancio sono state formulate osservazioni con riguardo al tema della gestione dei rifiuti e nelle more della costruzione dei termovalorizzatori. La II Commissione ha inoltre sollecitato misure in favore del comparto agricolo e delle famiglie.
La NaDefr si chiude infine con l’analisi della situazione finanziaria della Regione.
LE PAROLE DELL’ASSESSORE DAGNINO
Nel corso dei lavori in aula, è intervenuto anche l’assessore al Bilancio Alessandro Dagnino: “Per fare fronte a possibili riduzione del Pil che potrebbero verificarsi nei prossimi anni per via delle condizioni geopolitiche internazionali, il governo Schifani ha intenzione di sostenere le entrate attraverso il dividendo fiscale, cioè il potenziamento delle misure a favore delle imprese affinché il sistema sia più strutturato e l’economia siciliana possa maturare. Le finanze regionali in questo momento godono di un buon stato di salute. Abbiamo un rapporto debito/Pil al 4,2%, veramente un dato molto basso, e prevediamo che si riduca al 3,9%. Con dei numeri così bassi possiamo dire che la Regione ha uno stato di salute più che buono“.
I COMMENTI
Le opposizioni vanno alla carica. Il Pd ha criticato la scarsa attenzione verso le principali emergenze che soffocano la Sicilia: servizi essenziali, siccità e sanità su tutti. “Il governo regionale continua a mostrare una preoccupante mancanza di impegno su questioni fondamentali per il benessere dei cittadini siciliani. Dai dati del Defr emerge un aumento irrisorio delle risorse per gli Enti locali, lasciati soli nella gestione dei servizi essenziali alla popolazione, ed un altrettanto deludente impegno sul fronte dell’emergenza siccità, per non parlare dei disastri nella gestione in ambito sanitario“. Ha dichiarato Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars, intervenendo in aula durante il dibattito.
“Manca una direzione chiara per rispondere alle vere esigenze della popolazione – ha aggiunto – l’unico dettaglio che possiamo accogliere con cauto ottimismo è il dissenso verso la gestione centralizzata del governo nazionale che si legge tra le righe dell’istituzione della ‘Super zona economica speciale’ . Una proposta che appare come un messaggio chiaro: recuperare le migliori esperienze delle Zes esistenti, azzerate dal governo Meloni“.
La nota di aggiornamento al documento di economia e finanza regionale bocciata senza mezzi termini dal M5s. “Per il governo va tutto bene, a tratti benissimo, peccato che i fatti dicano l’esatto contrario. Come sempre l’esecutivo dimostra di essere sganciato dalla realtà, specie relativamente alla sanità, al lavoro, alle imprese e, soprattutto, alla siccità, dove è stato a dir poco disastroso: l’aveva ampiamente prevista, come ha messo nero su bianco, ma per contrastarla ha fatto poco o nulla“. Ha afferma il capogruppo pentastellato all’Ars Antonio De Luca.
“A leggere la nota del governo Schifani – dice Antonio De Luca – a tratti abbiamo avuto la sensazione si parlasse della Svizzera o del Giappone e non della Sicilia, confermando quello che diciamo da sempre: è totalmente sganciato dalla realtà; per il governo, vanno bene il Pil, il gettito fiscale, l’occupazione, il mercato immobiliare, le imprese. Peccato che non sia proprio così, visto che anche per questi settori sono tutt’altro che rose e fiori, considerato che siamo di fronte a un ristagno del potere d’acquisto, che i consumi delle famiglie sono in flessione, che il mercato immobiliare cresce poco rispetto al resto della nazione, che le imprese crescono solo nel settore dell’edilizia e dei servizi. Per il resto è notte fonda, soprattutto nel settore della sanità, alle prese sempre con le infinite liste d’attesa, sempre azzerate a chiacchiere ma purtroppo sempre in vita, e sul fronte della siccità, che il governo aveva pur largamente previsto, ma contro la quale ha fatto poco o nulla, come dimostrano ampiamente i fatti e i rubinetti ancora asciutti in mezza Sicilia. Siamo alla catastrofe, ma il governo continua a sbandierare i pochi e tardivi interventi tampone realizzati, spacciandoli per grandi risultati. La verità – conclude Antonio De Luca – è che questo governo ha perso aderenza con il mondo reale e pensa di andare avanti con annunci, interventi-spot o tampone senza raccogliere le istanze reali dei cittadini lontanissimi dalla stanza dei bottoni“.
Anche il leader di ScN Cateno De Luca ha espresso la sua posizione. “Credo che un buon padre di famiglia sia colui che onora le proprie cambiali ed i propri debiti. Su questo aspetto, purtroppo, la Regione Siciliana continua a dare un pessimo esempio. Nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza di questo governo, infatti, non viene fatto alcun cenno a una serie di questioni incresciose e che riguardano fondi extra regionali fondamentali che incidono direttamente su quei fattori endogeni di sviluppo economico sociale che possono determinare la nostra crescita o decrescita. Ho voluto portare all’ attenzione dell’assessore Dagnino l’articolo 59 della legge regionale 2/2023, prima legge di stabilità del governo Schifani, un punto fondamentale che non può essere ignorato. Questo articolo stabilisce che gli interventi previsti dalla legislazione regionale, ma non ancora attuati a valere su risorse extraregionali 2014-2020 (europei e statali), trovano copertura finanziaria all’interno della nuova programmazione 2021-2027 o tramite riprogrammazioni delle risorse 2014-2020, in coerenza con le finalità del programma. La realtà, però, è ben diversa: ci sono una miriade di “cambiali” firmate in passato e mai onorate, che costituiscono un vincolo sulle risorse future, e che continuano a essere ignorate nei documenti di programmazione economica. Ci sono sindaci che, pur avendo aggiudicato lavori essenziali e sottoscritto i contratti con le imprese, non hanno potuto procedere con la consegna dei lavori. La ragione? La copertura finanziaria, promossa e garantita inizialmente, è venuta meno nel frattempo, lasciando progetti cruciali sospesi e comuni in grande difficoltà. Questo scenario non solo frena lo sviluppo, ma mina la fiducia verso le istituzioni che dovrebbero sostenere il territorio e i suoi cittadini. Continuate a programmare senza considerare gli impegni che avete assunto e quelli che avete imposto ad altri con le risorse già spese per dare avvio alla programmazione e alla realizzazione di un parco progetti. Questo comportamento solleva una domanda inevitabile: quale affidabilità può dimostrare la Regione Siciliana in queste condizioni nei confronti del mondo delle imprese e degli enti locali? La performance della Regione Siciliana, rispetto ad altre regioni europee con pari accesso ai fondi europei, è deludente. La nostra crescita è limitata, e infatti ci collochiamo tra le ultime regioni d’Europa in termini di sviluppo socio economico. Prima di puntare a traguardi ambiziosi, dobbiamo prendere coscienza del contesto che abbiamo ereditato. Non intendo avviare una disquisizione politica sulle responsabilità passate; tuttavia, riconosco in lei, assessore Dagnino, un pragmatismo che è frutto della sua non appartenenza alla politica e per questo la invito a mettere in atto questo pragmatismo, perché attraverso di esso possiamo correggere molte storture e consentire all’intero sistema di funzionare meglio“.