Il Movimento 5 Stelle ha concluso ieri le votazioni per l’Assemblea Costituente, un momento cruciale per ridefinire la struttura e la direzione del partito. Gli iscritti del Movimento 5 stelle hanno deciso: la figura del garante, ricoperta dal fondatore Beppe Grillo, va eliminata. A favore ha votato il 63,24%, contrari il 29,09%, mentre il 7,67% si è astenuto.
Sono passate con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui la fine del limite dei due mandati (innalzato a tre) con ok del 72% dei votanti e la possibilità di deroga alla candidatura per sindaci e di presidenti di Regione.
Le votazioni, svolte online dal 21 al 24 novembre, hanno portato modifiche significative al regolamento interno e alla strategia politica del movimento.
Si apre quindi il nuovo corso del Movimento 5 Stelle con l’approvazione delle proposte sulle quali lo stesso Giuseppe Conte aveva condizionato la sua permanenza ai vertici del Movimento: l’avvio di un orientamento progressista e la possibilità di alleanze con altre forze politiche.
Giuseppe Conte: “Svolta epocale, un Movimento rinnovato”
Giuseppe Conte ha accolto i risultati definendoli “una svolta epocale”. In merito alla nuova collocazione progressista, ha dichiarato: “Se il campo progressista venisse messo in discussione, sarei pronto a farmi da parte. La coerenza è essenziale” Tuttavia, ha precisato che l’obiettivo non è un’alleanza organica con il PD, ma una collaborazione su obiettivi condivisi.
Sull’abolizione del limite ai due mandati, Conte ha sottolineato come questa decisione rifletta l’esigenza di non disperdere competenze: “Un Movimento rinnovato deve saper guardare avanti, senza rigidità che ci limitino nel dare risposte ai cittadini”
“Abbiamo pensato questa Costituente per tracciare una nuova rotta, per ascoltare la base, voi iscritti che non ci avete mai lasciato a dispetto delle scissioni e dei tradimenti di qualcuno che aveva contribuito al sogno. Noi rispondiamo con più partecipazione. Il fuoco è vivo, non si è spento, è sempre dentro di noi, il M5s non sarà mai una timida brezza, ma un vento forte”, ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, chiudendo Nova al termine della Costituente del Movimento.
Un riferimento anche a Beppe Grillo: “Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa”.
“Un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no. Questo ha creato un cortocircuito“, ha concluso Conte.
Grillo rompe il silenzio con un messaggio criptico via Whatsapp: “Da francescani a gesuiti”
In occasione della Costituente “Nova” del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo ha scelto di intervenire con un messaggio via WhatsApp, accompagnato da una foto simbolica della chiesa di San Francesco a Ripa, a Trastevere.
Con il commento “Da francescani a gesuiti”, il fondatore del M5S ha sintetizzato in poche parole il suo punto di vista sul processo di trasformazione interna del Movimento.
La chiesa, storicamente legata all’Ordine Francescano, rappresenta una spiritualità basata su povertà e semplicità, valori che richiamano le radici ideali del Movimento. Grillo sembra sottolineare il passaggio da un approccio originario, più idealista e radicale, a una fase di maggiore pragmatismo e strategia politica, guidata dalla leadership di Giuseppe Conte.
L’espressione “gesuiti” potrebbe infatti alludere a un’evoluzione verso una gestione più strutturata e politica, ma anche percepita come meno pura rispetto agli inizi.
Questo intervento arriva in un momento delicato per Grillo, il cui contratto come consulente per la comunicazione del Movimento non è stato rinnovato. La scelta di non partecipare all’assemblea e di comunicare solo simbolicamente rafforza l’immagine di una distanza crescente tra Grillo e la nuova direzione del partito.
Grillo ha atteso la conclusione delle votazioni, avvenute nel primo pomeriggio, per esprimere il suo punto di vista su un’assemblea che ha visto membri del Movimento interrogarsi sulla sua possibile presenza.
Le sue parole, pur lapidarie, sollevano interrogativi sul futuro del Movimento e sulla sua identità, divisa tra l’eredità idealista delle origini e le esigenze di maturazione istituzionale. Grillo, anche se più defilato, continua a esercitare una forte influenza, ponendosi come osservatore critico e pungente di un’evoluzione politica ancora in corso.
I VOTANTI E I QUESITI
Per i quesiti relativi alle modiche dello Statuto si sono espressi in 54.452, il 61,23 % degli aventi diritto (che erano 88.933). Per i quesiti relativi alle modiche del Codice etico hanno votato in 48.112 (54,10% degli aventi diritto); per le proposte tematiche hanno votato in 46.402 (52,18 %).
Per quanto riguarda i quesiti relativi all’organizzazione territoriale e proposte varie hanno votato in 45.825 (51,53% degli aventi diritto).
Il gong è suonato alle 15 di ieri, con la chiusura della votazione degli iscritti al Movimento 5 Stelle per decidere sui temi in discussione alla Costituente.
Qui le votazioni di tutti i quesiti e il documento riassuntivo pubblicato sul sito ufficiale del Movimento 5 Stelle,
L’evoluzione ideologica e strutturale: Conte prende le redini del partito e si allontana dalle origini populiste e anti-sistema
Le trasformazioni del Movimento 5 Stelle sotto la guida di Giuseppe Conte hanno segnato una radicale evoluzione ideologica e strutturale, culminata con i risultati della Costituente del 24 novembre 2024.
L’ex presidente del Consiglio ha preso le redini del Movimento in un momento di crisi, puntando su una leadership più centrata e su un’identità politica definita, allontanandosi dalle origini populiste e anti-sistema che avevano caratterizzato l’era di Beppe Grillo.
Questa trasformazione ha incontrato resistenze interne in questi ultimi anni, ma è stata confermata e “blindata” dalla scelta della base di rafforzare l’orientamento progressista con queste votazioni.
Conte ha indirizzato il Movimento verso il campo progressista, cercando di posizionarlo come una forza moderata e aperta al dialogo.
La strategia ha incluso un progressivo avvicinamento al Partito Democratico e alle battaglie sociali e ambientali, con l’obiettivo di superare l’immagine di ambiguità politica.
Sarà adesso il momento giusto per ripartire nel progetto? Il tempo lo dirà.
La riforma “radicale” delle regole
Le modifiche approvate con la Costituente riflettono un allontanamento dal rigido purismo originario del Movimento. L’abolizione del limite dei due mandati, ad esempio, è una misura che rompe con il principio fondante del ricambio continuo, giustificata da Conte come necessità di valorizzare l’esperienza maturata.
Contestualmente, la revisione del ruolo del Garante segna simbolicamente l’uscita di scena di Grillo come figura centrale, completando il processo di autonomizzazione di Conte.
Quale futuro per il Movimento 5 Stelle adesso?
Queste trasformazioni delineano un Movimento 5 Stelle sempre più orientato a consolidare il proprio peso istituzionale, ma meno radicale rispetto alle sue origini. Tuttavia, il rischio è quello di alienare una parte della base storica, che potrebbe percepire il cambiamento come un tradimento.
Allo stesso tempo, la capacità di Conte di mantenere il Movimento coeso e competitivo dipenderà dal successo delle nuove strategie elettorali e dalla gestione delle alleanze future.
Il Movimento si avvia verso una nuova fase, in cui l’identità progressista e la stabilità organizzativa saranno i perni centrali.
È stata rafforzata la collocazione del Movimento nell’area progressista, sebbene rimanga una certa ambiguità sulle alleanze strutturate con altre forze, come il Partito Democratico.
Giuseppe Conte, in un passaggio della chiusura della Costituente, ha riassunto lo spirito e le speranze sue e della comunità del Movimento 5 Stelle,” Il fuoco è vivo, non si è spento ed e ancora dentro di noi. Il Movimento 5 stelle non sarà mai una timida brezza, un soffio di vento, ma un vento fortissimo” perché “il nostro obiettivo è quello di cambiare il Paese, rimuovere gli ostacoli al cambiamento”.
A partire da domani sarà tempo di lavoro per avviare tutti questi cambiamenti all’interno del M5s, uno su tutti il più difficile da affrontare nei prossimi giorni: senza Beppe Grillo.