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Il problema

Violenza di genere, un centro attivo anche nell’Ateneo di Catania: la proposta

martedì 26 Novembre 2024

Sempre più Atenei stanno decidendo di aprire al loro interno i CAV i Centri Antiviolenza.

Il servizio è offerto gratuitamente a tutte le donne che vivono momenti di disagio dovuto a forme di sopraffazione, abuso e violenza che possono verificarsi sia all’interno del contesto universitario sia al di fuori dell’Università.

Torino è stata, nel 2019, la prima a dotarsene e nel corso del tempo hanno seguito la sua scia Bari e Perugia nel 2020, La Sapienza, Bologna, Calabria e Pisa nel 2022.

Tra gli ultimi atenei che si sono attrezzati di uno spazio antiviolenza c’è Palermo, dove l’attività è iniziata a settembre 2023, insieme alla “Statale di Milano”, Firenze, Genova con tanti altri in procinto.

L’associazione “Koinè“, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, ha chiesto formalmente l’istituzione del centro anche all’Università di Catania.

Come spiegano: “Il 25 novembre non possiamo limitarci a ricordare. La violenza contro le donne non è una tragedia inevitabile, ma un fenomeno sistemico radicato nelle disuguaglianze di genere e nei silenzi complici di una società patriarcale che troppo spesso preferisce ignorare. Le università devono essere spazi di crescita personale e culturale, ma i fatti di cronaca dimostrano che anche qui possono verificarsi abusi, molestie e silenzi che perpetuano la violenza”.

Un Centro Antiviolenza – continuano – rappresenta un supporto essenziale, offrendo ascolto e sostegno psicologico, assistenza legale per chi decide di intraprendere un percorso di denuncia, garantendo alle vittime un luogo sicuro dove essere accolte. Chiediamo un servizio concreto, che possa sostenere chi vive situazioni di disagio, sopraffazione o violenza, sia all’interno dell’università che al di fuori. Sono già numerosi gli atenei italiani che hanno adottato questa proposta, dimostrando che il cambiamento è possibile”.

La violenza di genere – concludono – è un problema globale, ma siamo convinti che ogni azione locale possa fare la differenza. Basta ai silenzi e alle omissioni: è tempo di agire”.

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