La siccità e le problematiche che riguardano la nostra isola continuano ad essere tante, in ginocchio buona parte dei comuni siciliani. Il mese di novembre 2024 sarà ricordato per le situazioni estreme e opposte compresenti negli stessi giorni in territori posti a poche decine di km di distanza.
Da un lato le piogge eccezionali che hanno caratterizzato parte del settore ionico, da essere considerato uno dei fenomeni estremi più rilevanti registrati in Italia negli ultimi anni sia per intensità che per quantità complessiva di pioggia. Dall’altro lato, l’ulteriore aggravamento di un deficit pluviometrico che per il secondo autunno consecutivo rende problematiche le attività agricole e zootecniche.
Secondo quanto viene fuori dagli ultimi dati l’anno che sta per concludersi è stato il più arido, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge senza precedenti, confermando fino a questo momento questa tendenza. Il 2023, invece, il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica. Abbiamo visto nei mesi scorsi che gli invasi sono sempre più secchi, solo a marzo, per esempio si conta meno del 90% di acqua. Secondo i dati raccolti da Anbi, l’osservatorio risorse idriche, si tratta di un valore così basso che non si registrava addirittura dal 2010.
Le alte temperature hanno prosciugato gli invasi rendendo la situazione idrica sempre più problematica. E se consideriamo già la scarsa disponibilità di acqua, la nostra terra ha poche speranze di vedere un barlume di luce nei prossimi anni. Una crisi che sta cominciando a diventare strutturale. Se prima sapevamo che pioveva una certa quantità di acqua di pioggia, 700 millimetri circa, adesso il dato è variato, sceso fino a 400 millimetri d’acqua. Di conseguenza, una minore quantità di pioggia corrisponde una minore quantità di acqua disponibile negli invasi artificiali, una minore ricarica di risorsa idrica e così via.
Buona parte del mese di ottobre () è stata segnata da fenomeni piovosi importanti ma localizzati in prevalenza vicino alle coste e sostanzialmente isolati all’interno di un quadro di prevalente stabilità. Infatti, nonostante ci siano stati forti nubifragi, le uniche fasi con piogge significative si sono riscontrate tra i giorni 8 e 9 con una perturbazione atlantica, che ha però ignorato il settore ionico, mentre di notevole rilevanza è stata la circolazione che tra i giorni 18 e 22, a partire da una saccatura di origine nordatlantica ce ha prodotto un’intensa circolazione depressionaria responsabile di fenomeni estremi sul settore ionico.
Il beneficio ottenuto dall’agricoltura è stato temporaneo e condizionato da ulteriori piogge che sono necessarie per la produzione dei foraggi autunnali e per poter programmare le semine dei cereali e delle leguminose con una adeguata dotazione idrica dei suoli. In particolare tra Catanese e Siracusano continuano a mancare all’appello circa 300 mm di precipitazioni negli ultimi 12 mesi che ostacolano il ritorno a condizioni vicine alla normalità.
Ma cosa è successo nel mese di novembre?