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La risoluzione

Siccità e crisi idrica, domani commissione all’Ars sui primi provvedimenti da adottare

lunedì 29 Aprile 2024

La stagione estiva dovrà fare i conti con la crisi idrica. La carenza di piogge in Sicilia, unitamente alle altre criticità crea destabilizzazione.

Il governo regionale prevede una serie di provvedimenti per ora a breve termine in vista di sopperire ai principali dossier aperti.

Domani alle ore 11 in commissione Attività produttive dell’Ars alla presenza del presidente della Regione Renato Schifani, si svolgerà la seduta.

La commissione parlamentare, intanto, si è riunita la settimana scorsa per dare indicazioni sul come predisporre la risoluzione che gli uffici stanno elaborando per la votazione di domani.

La discussione è articolata e complessa e ha visto coinvolti il commissario per l’emergenza siccità in Sicilia Dario Cartabellotta, l’Autorità di bacino rappresentata dal direttore Leonardo Santoro, e i riferenti dell’assessorato regionale Acqua e rifiuti. La questione della crisi idrica è stata affrontata soprattutto per quanto riguarda la zona occidentale dell’Isola che ha carenze maggiori dal punto di vista dell’approvvigionamento d’acqua, in particolare Ribera, in Provincia di Agrigento, dove insistono insediamenti produttivi significativi legati al Consorzio Riberella.

Centinaia di metri cubi d’acqua del fiume Sosio Verdura finiscono in mare. Nonostante l’assenza di pioggia, c’è una importante massa idrica e rispetto alla quale occorre mettere a punto degli strumenti idonei per recuperare l’acqua che, diversamente, sfocia nel mare. La costruzione di una diga sarebbe la strada da percorrere per risolvere il problema in maniera duratura nel tempo. Il fatto è stato analizzato nella sua complessità e diverse sono le ipotesi immaginate. In questo momento, gli interventi prospettati e che sono a breve termine, consistono nella deviazione del flusso d’acqua per poterlo convogliare in un invaso e utilizzarlo per i fini irrigui.

La risoluzione di domani impegnerà il governo regionale a mettere in atto questi provvedimenti -tampone in attesa che venga dichiarato lo stato di emergenza da parte del governo nazionale per dare seguito ad altri interventi sicuramente a medio e a lungo termine. Per quest’ultimi è necessaria la realizzazione di infrastrutture e una serie di provvedimenti che vanno dalla individuazione di altre sorgenti e pozzi attualmente inutilizzati, alle trivellazioni. Fino, poi, ad arrivare alla installazione di dissalatori di nuova generazione insieme all’adeguamento di quelli già esistenti come quello di Porto Empedocle, di Trapani e di Gela.

E non solo. La sostituzione delle reti idriche che sono vetuste e che fanno registrare significative perdite di acqua intorno al 40%. Una percentuale che pesa in Sicilia. E ancora, gli interventi sugli invasi e sulle dighe che vanno ripulite nel fondo e che devono essere collaudate per avere piena capienza d’acqua. Il problema, tuttavia, non è la mancanza degli invasi, bensì la mancanza della risorsa idrica. Il lavoro si deve concentrerà sulla ricerca di pozzi e sorgenti nuove e sulla possibilità di insediare i dissalatori. A ribadirlo è il deputato di Fratelli d’Italia all’Ars Giuseppe Catania, componente della III commissione.

“Si tratta di un problema complesso che ci portiamo da diversi anni e che richiede soluzioni articolate per essere risolto definitivamente. Intanto, occorre investire su quello che abbiamo. Gli interventi a breve termine ci consentiranno di passare la stagione estiva, che si presenta estremamente critica non solo per l’idropotabile, cioè per l’uso civile dell’acqua, ma anche e soprattutto per le attività produttive. In particolare le imprese agricole e quelle zootecniche che rischiano seriamente di avere decimato il patrimonio zootecnico. Rispetto a questo, il governo regionale ha già approvato in giunta un disegno di legge che prevede la messa in campo di 15 milioni di euro. Sei di questi saranno destinati all’acquisto di foraggio per le aziende zootecniche e gli altri nove alla Protezione civile per gli interventi di emergenza, per rifornire di acqua le aziende del territorio”.

 

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