Tutti guardano alle grandi manovre nel centro siciliano. Da un lato si è venuto a creare l’asse fra Noi Moderati, soggetto politico di Saverio Romano, e la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro. Dall’altro ci sono invece l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. I tre si sono uniti in un patto federativo ad oggi senza nome ma che mira a rappresentare una risposta per sindaci ed amministratori di tutta la Sicilia.
Insomma, di moderato al centro c’è solo il nome. Movimenti a cui guardano con interesse un po’ tutti i leader del centrodestra, Renato Schifani compreso. “Non penso al futuro, penso solo a lavorare“, ha commentato martedì il governatore, rispondendo ai giornalisti sulle parole pronunciate da Roberto Lagalla 24 ore prima al Teatro Massimo. Intervento con il quale il sindaco ha ribadito il proprio sostegno al presidente della Regione, ponendo però importanti prospettive per il futuro. Sull’argomento, nel centrodestra si dibatte. C’è chi vede nelle manovre fra i moderati una sorta di una regia nazionale. Chi riconduce le operazioni in corso ad una sorta di laboratorio politico per supplire a quel buco lasciato dalla “balena bianca” agli inizi degli anni 2000. E poi c’è chi invece vede in questi nuovi progetti una sorta di tentativo della vecchia guardia di rimanere in sella attraverso una nuova immagine politica. Una sorta di foglia di fico in salsa moderata. Rientra in questa categoria il leader di Sud Chiama Nord Cateno De Luca.
De Luca: “Grande centro? Modo per qualcuno di rimanere a galla”
Il deputato regionale è intervenuto ai microfoni de ilSicilia.it analizzando la creazione dei due assi politici al centro, ossia l’asse DC-Noi Moderati e il patto federativo che vede coinvolti Raffaele Lombardo, Roberto Lagalla e Gianfranco Miccichè. “Ci sono personaggi che vanno avanti con le loro sedute spiritiche e che hanno sempre governato negli ultimi 30 anni. Possono fare quello che vogliono. E’ un modo per rimanere a comandare sotto mentite spoglie. E’ ovvio che certi personaggi, durante i periodi pre-elettorali, hanno la necessità di rifarsi la pelle“.
Il pensiero su Roberto Lagalla
Cateno De Luca non crede quindi alle buone intenzioni dei due poli moderati siciliani. Neanche a quelle del sindaco di Palermo Roberto Lagalla che, seppur messo su un piano diverso rispetto ai vecchi leader che si sono posizionati al centro, non è esente da criticare da parte dell’attuale sindaco di Messina. “Sono gli stessi personaggi di sempre, fatta eccezione forse per Roberto Lagalla – sottolinea De Luca -. Ma anche lo stesso Lagalla è da vent’anni che, a vario titolo, è all’interno della politica. Non è di certo il nuovo che avanza“.
La domanda posta ai due poli moderati
Cambia tutto per nulla cambiare. Almeno secondo il leader di Sud Chiama Nord che, sul futuro del centro in Sicilia, pone delle domande precise a tutti gli attori coinvolti nei due progetti politici in atto. “Non credo che la Sicilia possa affidare le sue sorti a soggetti che l’hanno lasciata al palo. La domanda che vorrei porre è: quali sono i meriti di questo grande centro che dopo quarant’anni di comando o di pascolo abusivo, pensa di potere rappresentare il consenso dei siciliani? Questa è la domanda che mi faccio e che pongo a tutti. La risposta magari la cercheremo in giro“.
