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Il punto

Partecipate e imbarazzo al Comune di Palermo, il centrodestra prova a mettersi alle spalle la crisi

venerdì 11 Ottobre 2024
Roberto Lagalla a Palazzo Palagonia
Roberto Lagalla

L’apice della crisi sembra superato. Almeno per il momento. Ma al Comune di Palermo gli animi sono tutt’altro che quieti. Al di là della calma apparente, il mare magnum della politica nasconde sotto di sè i vortici di un dissing andato in scena per giorni e che ha visto contrapposti il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente della Regione Renato Schifani e i principali attori delle compagini politiche regionali. E qualcuno di questi anche in una doppia veste da accusante e accusato. Uno scontro andato in scena, peraltro, in un momento di profondo cambiamento all’interno delle società Partecipate del Comune di Palermo e non solo.

Una dichiarazione rende davvero civici? Secondo Cuffaro no.

Tutto sembra essere stato risolto da una semplice dichiarazione. Dario Chinnici e Totò Orlando, rispettivamente capogruppo ed assessore di Lavoriamo Per Palermo (lista che per prima ha sostenuto il sindaco Roberto Lagalla alle scorse elezioni amministrative), hanno ribadito il proprio civismo, prendendo le distanze da sigle politiche lontane dal pensiero politico del centrodestra. “Certe uscite contro il presidente Schifani non ci sono piaciute – ha commentato il leader della DC Totò Cuffaro, presente a Modica per il comitato regionale del partito -. La politica ha delle regole etiche da rispettare per far sentire la propria voce“.

Ma basta un comunicato a stabilire chi è un esponente apartitico e chi no? Secondo Totò Cuffaro la risposta è no. “Servono i fatti“, ha dichiarato sorridendo l’ex presidente della Regione. Ma a Forza Italia, quantomeno, sembra essere bastato. Almeno al coordinatore regionale Marcello Caruso e ai suoi alfieri al Comune di Palermo. Ben più fredda la reazione del presidente Renato Schifani, il quale ha avvisato: “Non è con gli ultimatum che si risolvono i problemi“. Insomma, c’è dell’imbarazzo nel centrodestra. E il comunicato di Lavoriamo Per Palermo è servito da exit strategy per uscire dall’angolo.

C’è imbarazzo nel centrodestra

Roberto Lagalla si era messo di traverso. Non avrebbe mai rinunciato a chi, da subito, sostenne la propria campagna elettorale da sindaco. Un gruppo a cui si associò prima Fratelli d’Italia, dopo il ritiro dalla corsa dell’ex vicesindaco oggi parlamentare nazionale Carolina Varchi, e infine (a pochi giorni dalla chiusura delle liste) il resto del centro destra che, in quell’occasione, decise di parcheggiare l’ex candidato sindaco, oggi presidente di Sicilia Digitale, Francesco Cascio.

Ma in una situazione che ha molto di paradossale, c’è chi ha vissuto il doppio ruolo di difensore ed attaccante. Stiamo parlando del vicesindaco Giampiero Cannella che, nella sua veste di coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, è stato fra i firmatari della famosa lettera (arrivata durante la riunione di maggioranza del sindaco) con la quale i leader isolano dei partiti del centrodestra chiedevano sostanzialmente il rimpasto della Giunta di Roberto Lagalla. Oggi tutto è stato messo da parte. Almeno per ora. Ciò visto che, a breve, si dovrà tornare a parlare di “argomenti scomodi”, come il futuro delle società Partecipate.

Amap senza presidenza, Teatro Biondo a FdI

Secondo il manuale Cencelli, proprio a Fratelli d’Italia spetterebbe la nomina del futuro amministratore unico di Amap, società che si occupa del servizio idrico a Palermo. Come è noto, ad inizio ottobre è arrivata la notizia del mancato rinnovo del contratto all’ormai ex dirigente Alessandro Di Martino. Una figura sulla quale il presidente della Regione Renato Schifani aveva chiesto un cambio di passo al sindaco Roberto Lagalla. Una discontinuità che potrebbe fornire Antonio Tomaselli, nome vicino all’assessore regionale Francesco Scarpinato e che vanta una lunga militanza a Palermo Energia. Da capire però se i dubbi di altre correnti del partito si sono o meno sciolti. Sempre ai meloniani spetterebbe, almeno secondo rumor, la nomina del futuro presidente della Fondazione Teatro Biondo. Ma la decisione potrebbe arrivare direttamente da Roma. Per la poltrona in questione si parla infatti di un profilo casertano molto navigato nell’ambito del cinema.

A Gesap Riggio verso la riconferma. Si apre il capitolo privatizzazione?

Ben diverso è il discorso che interessa Gesap e Teatro Massimo. Con riguardo alla società che gestisce l’aeroporto, sembra ormai fatta per il ritorno di Vito Riggio nel ruolo di amministratore delegato. Roberto Lagalla non ha posto alcun veto. E Renato Schifani ha tessuto ieri le lodi dell’ex presidente di Enac, spingendo verso la politica di privatizzazione dello scalo sostenuta proprio dallo stesso Riggio. Da capire quale sarà la formula che si sceglierà. In tal senso, diventerà chiave anche la futura poltrona da presidente di GH, ovvero la società che gestisce operativamente l’aeroporto Falcone-Borsellino. La situazione appare invece ben chiarita in casa Teatro Massimo, dove Marco Betta va a vele spiegate verso la riconferma.

CdA andato a vuoto di Amat, niente piano industriale

Ci sono invece società Partecipate del Comune di Palermo che un presidente lo hanno da tempo ma che affrontano altro tipo di problemi. E’ il caso ad esempio di Amat, azienda capitanata dal presidente Giuseppe Mistretta e che si occupa del trasporto pubblico locale in città. Ieri, il CdA convocato fra le mura di via Roccazzo è andato a vuoto. Motivo del contendere era la presentazione del nuovo piano industriale. Al momento, c’è una bozza ben definita ma sulla quale non ci sarebbe un’intesa definitiva con il Comune di Palermo. Intanto, Mistretta avrebbe rassicurato i sindacati sulle stabilizzazioni e sui buoni pasti. Richieste sulle quali si sono mossi i tre scioperi convocati quest’anno e per le quali è stata convocata un’altra giornata di mobilitazione a novembre.

A Rap chiesti chiarimenti sul piano assunzioni

Sono sempre le organizzazioni sindacali le protagoniste anche in casa Rap. Con una lettera inviata al presidente Giuseppe Todaro, il rappresentante della CGIL Riccardo Acquado ha chiesto di conoscere lo stato di avanzamento del piano assunzioni in casa Rap. Come è noto, secondo il piano originale dell’ex amministratore unico Girolamo Caruso, l’azienda avrebbe dovuto assumere 46 nuovi autisti e 306 operatori ecologici a tempo indeterminato. Al momento però la società di piazzetta Cairoli è andata fino in fondo sugli autisti, assumendo invece soltanto 106 operatori ecologici. Tutti i nuovi ingressi, peraltro, sono arrivati a tempo determinato.

Il motivo? Bisogna prima risolvere i problemi economico-finanziari dell’azienda, la quale ha chiuso il bilancio 2023 con un passivo vicino ai 10 milioni di euro. “Si chiede di conoscere – scrive Riccardo Acquadola tempistica di assunzione dei rimanenti 200 operatori e di ricevere comunicazioni sullo stato dell’arte delle condizioni economiche/finanziarie in cui versa la Società RAP S.p.A., con annessa tempistica sulle procedure che riguardano, giusta a titolo di esempio, la ricapitalizzazione e la redazione del nuovo piano industriale“.

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