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Ospite dalla puntata numero 147 di Bar Sicilia è l’onorevole Giusi Bartolozzi di Forza Italia, deputata di Forza Italia a Montecitorio e magistrato in aspettativa parlamentare. Tanti gli argomenti affrontati negli studi della trasmissione insieme al direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e al direttore editoriale Maurizio Scaglione: dalla parità di genere alla gestione del partito azzurro in Sicilia, dalla giustizia al futuro dei Pip.
Molto ha fatto discutere l’assenza di donne nel governo regionale prima della nomina di Daniela Baglieri all’Assessorato all’Energia e ai Rifiuti e ha riportato in auge il tema delle ‘quote rosa‘. “Se non ci sono le leggi, se non c’è qualcosa che serve da impulso per la società per portare le donne anche nei posti di comando – afferma Bartolozzi –, le donne non ci arriveranno mai. Sebbene io sia contraria a sponsorizzare la parità di genere, ritengo importantissimo che si faccia qualcosa dal punto di vista normativo per garantire ciò che la società civile ancora non garantisce alle donne“.
Bartolozzi è stata tra i principali politici siciliani a intestarsi a Roma la battaglia per la stabilizzazione degli ex Pip: “Sono un bacino di circa 2500 lavoratori che hanno quasi tutti un vissuto particolare, perché vengono da precedenti storie di commissione di reati o recupero tossicodipendenza, alcolismo: un bacino sensibile – afferma – È successo che per vent’anni, prima l’amministrazione locale poi la Ragione, hanno illuso, hanno portato avanti la questione con contratti a termine prorogandogli di volta in volta la possibilità di lavorare. E guarda caso si faceva sempre in prossimità di elezioni amministrative, regionali… grazie al lavoro svolto da Mimma Calabrò e poi, in seguito, anche dalla Regione, è stato previsto un fondo di quasi 30 milioni di euro, a gravare sulla Regione, senza oneri per lo Stato, per coprire l’accompagnamento di questi lavoratori fino alla pensione. Il problema era di copertura normativa, perché la Costituzione prevede che nella pubblica amministrazione si può entrare solo per concorso. Serviva un cappello normativo che consentisse alla Regione di stabilizzarli. Abbiamo provato nell’ultimo decreto, ma anche con la legge di Stabilità, a presentare l’emendamento, che purtroppo non è passato. Si è ritenuto giusto attivare un tavolo tecnico, che è già partito e che consentirà alle parti sociali, alla Regione e a Roma, di dare una risposta a questa giusta rivendicazione”.
Una questione tutta siciliana, quella degli ex pip. A Roma, intanto, si è insediato un governo che di ministri siciliani non ha nemmeno uno, e pochi (quattro) sono anche i sottosegretari. Nessuno da parte di Forza Italia: “La mancata indicazione di ministri e sottosegretari siciliani certamente ci penalizza fortemente come territorio. E ci penalizza come Forza Italia. Nonostante questo – dice Bartolozzi -, io guardo il bicchiere mezzo pieno: abbiamo due ministeri importantissimi, per il Sud, quindi anche per la Sicilia, con la ministra Carfagna, e il Ministero per gli Affari regionali con la ministra Gelmini. Sono sicura che faranno un ottimo lavoro, è un’ottima sintesi. Rimane un po’ l’amaro in bocca adesso come sapete abbiamo la corsa per la vicepresidenza della Camera. Speriamo che possa essere un siciliano o una siciliana“.
Tra le domande poste a Bartolozzi, una riguarda la prescrizione, ma diventa lo spunto per una critica severa alla gestione del comparto da parte dell’ex ministro Bonafede: “Negli ultimi tre anni la giurisdizione ha sofferto moltissimo – afferma Bartolozzi – Non ne faccio un problema personale, ma nei Dicasteri più delicati dovrebbero andare persone non solo con competenza, ma che hanno anche un grande bagaglio di esperienza maturata sul campo. Con il ministro Bonafede, ahimè, sono stati tre anni di pena e di fatica. La ministra Cartabia non ha certamente bisogno di alcuna presentazione, è un tecnico bravissimo, già presidente della Corte Costituzionale, donna: aspettiamo che venga in commissione giustizia per la relazione programmatica del suo dicastero”. E sulla prescrizione, Bartolozzi afferma: “Confido che la ministra Cartabia risolverà il problema affrontando la riforma del processo penale“.
Bartolozzi dribbla diplomaticamente commenti su Forza Italia in Sicilia, anche se non del tutto, tornando sull’addio di Francesco Scoma, approdato alla corte di Matteo Renzi: “Certamente il partito in Sicilia ha avuto fortissime fibrillazioni. Ha diverse anime interne, per non dire correnti. La mia difesa a favore di Francesco Scoma è stata una questione più nazionale, mi sarei aspettata un confronto con il partito regionale perché perdevamo un deputato nazionale in un momento particolare: eravamo nel mezzo delle crisi di governo tra Conte uno e Conte due. Dopodiché le le scelte le fa il coordinatore regionale“.
Una battuta anche sul caso Palamara, che ha investito la magistratura italiana come un ciclone: “Io sono la seconda firmataria di una proposta di legge di Forza Italia per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta, volgarmente definita sul metodo Palamara, in realtà ad oggetto la attribuzione degli incarichi all’interno della magistratura. Si è aperto il vaso di Pandora e non può esser messo un tappo. Bisogna ormai andare fino in fondo perché ritengo sia corretto nei confronti dei tanti utenti che a quel servizio si affidano, al servizio giustizia credo che siamo veramente soltanto all’inizio. Se ci sono mele marce è giusto che paghino”.
Altro argomento di grande attualità è la suddivisione dei fondi destinati all’Italia dal Recovery Fund e la distribuzione degli stessi tra i territori regionali che sarà demandata al Recovery plan: “Dovremmo ricordare a chi ci segue che gran parte di quei 210 miliardi che arriveranno in Italia, arrivano proprio perché il Sud è in condizione svantaggiata – afferma Bartolozzi – Se non avessimo questo gap tra Nord e Sud non avremmo certamente questa cifra importante. Il problema è che poi serve la progettualità, quella che è mancata dal governo Conte bis. Adesso, anche grazie al contributo dei ministri Carfagna, Gelmini e Brunetta, ci aspettiamo che ci sia una rivisitazione di quel piano. Abbiamo ancora tempo per farlo cambiare“.
Infine, una battuta sul Ponte sullo Stretto: “Rispetto agli altri partiti Forza Italia è stata la sola a lavorare a questa rivendicazione. La commissione ha chiesto all’allora vice ministro Cancellieri, oggi Sottosegretario, ‘Ma insomma lo volete fare questo ponte sullo stretto o no?’. Devo dire che lui ha preso l’impegno personale che un collegamento ad alta velocità ci sarebbe stato. Il viceministro, oggi sottosegretario – ripete Bartolozzi – questo impegno lo dovrà portare a termine. Noi saremo lì a pungolare“, conclude.