Sarà un Natale di trattative sotto l’albero dell’Assemblea Regionale Siciliana. I pontieri d’aula saranno chiamati a ricucire lo strappo registrato fra Fratelli d’Italia e il resto della maggioranza per consentire il varo della legge di stabilità. L’azione dei franchi tiratori a Sala d’Ercole ha infatti frenato la prosecuzione dei lavori. L’esame della Finanziaria si è incagliato sull’articolo 11. In particolare su un emendamento a prima firma della deputata Dem Ersilia Saverino, con cui si puntava a modificare alcuni aspetti del fondo da due milioni di euro da destinare agli eventi che saranno patrocinati dall’assessorato alla Famiglia. Dopo le quattro votazioni a scrutinio segreto andate a vuoto, le opposizioni hanno avuto la meglio alla quinta (34 a 33). Ma guardando a numeri, ci sono stati almeno una decina di franchi tiratori fra le fila della maggioranza.
Lo stop, le polemiche e lo strappo nella maggioranza
Un problema già avvenuto nei giorni scorsi e parzialmente mitigato con una strategia d’aula nella quale i deputati si sono controllati l’un l’altro, in modo da individuare eventuali responsabili di risultati avversi. Ieri sera però non c’è stato niente da fare. Al “si” di Sala d’Ercole sull’emendamento del PD, il presidente Gaetano Galvagno ha sospeso i lavori per avviare delle interlocuzioni all’interno della maggioranza. Quattro lunghe ore di stop nelle quali, sostanzialmente, l’esponente meloniano ha deciso di rinviare la questione dopo le feste, ovvero al 27 dicembre.
Tutti a casa a trascorrere il Natale in famiglia. E invece no. Intorno alle 23, arriva l’ordine di un clamoroso dietrofront. Ma ormai, buona parte della maggioranza (fra cui la pattuglia di Forza Italia) era già andata via. A quel punto il “no” ad andare avanti sui lavori sarebbe giunto, raccontano fonti d’aula, addirittura dal presidente della Regione Renato Schifani, il quale ha invocato una sorta di coerenza nella conduzione dei lavori d’aula. All’Ars il dibattito è ripreso a notte fonda. Ma in aula non c’erano nè Renato Schifani nè Gaetano Galvagno. Nei banchi del Governo c’erano però i tre assessori di FdI (Alessandro Aricò, Giusy Savarino ed Elvira Amata). Un chiaro segnale politico che ha certificato una frattura all’interno del centrodestra.
L’affondo delle opposizioni
Di fronte ad un simile quadro, al presidente pro-tempore dell’aula Nuccio Di Paola non è rimasto che rinviare tutto a dopo le festività natalizie. “Onorevoli colleghi, constatata l’assenza tra i banchi del governo dell’assessore all’Economia, non possiamo proseguire l’esame della manovra. La seduta è dunque rinviata al 27 dicembre“, ha dichiarato al microfoni l’esponente del M5S.
Apriti cielo. Dalle opposizioni sono piovute critiche. Duro l’affondo del leader di Sud Chiama Nord Cateno De Luca. “Stanotte abbiamo assistito a una situazione preoccupante: la maggioranza è in balia di quattro prezzolati. Mi dispiace dirlo, ma è la verità. Analizzando le votazioni, è evidente che sono mancati numeri importanti all’interno della stessa maggioranza, con una media di 10-12 franchi tiratori. Questo non è un segnale di crisi politica, ma di ricatto, di chi alza il prezzo nel momento in cui si accorge di avere potere contrattuale“.
Minimizza la Lega
A provare a tranquillizzare gli animi ci ha pensato il capogruppo della Lega Salvo Geraci. “Non c’è nessuna frattura nella maggioranza sulla legge di stabilità regionale. E del resto l’emendamento su cui ieri sera la coalizione è andata sotto non è di straordinaria importanza, anzi possiamo dire che se sulle iniziative promosse in campo sociale la relazione nella commissione di merito può essere anche qualcosa di utile. Come Lega eravamo d’accordo di andare avanti anche ieri sera a oltranza sino al voto finale e lo abbiamo manifestato anche al presidente Galvagno“.
Il tempo stringe. E ci sono da votare i maxi-emendamenti
Al di là delle parole di circostanze delle due fazioni politiche di Sala d’Ercole, adesso la palla passa ai pontieri d’aula. Soprattutto in vista dei due maxi-emendamenti, in particolare quello governativo. Il testo è stato sfoltito di molte norme, le quali saranno recuperate nel collegato al ddl ordinamento 738 che si voterà a gennaio. Ma i tagli hanno spazientato alcuni deputati regionali. In particolare quelli della commissione Bilancio che, per settimane, hanno cercato di trovare un sintesi fra le varie anime di Sala d’Ercole.
L’esame del testo riprenderà quindi venerdì. Oltre ai due maxi-emendamenti, rimangono da votare il resto dell’articolo 11 (patrocini), l’articolo 6 (i fondi di riserva per i comuni siciliani) e l’articolo 10 (precari ASU). Su quest’ultimo fonti d’aula parlano della possibilità di modifiche o addirittura di un ritiro prudenziale. Da qui alla fine dell’anno restano quindi tre giorni utili (27, 30 e 31). Se a Sala d’Ercole la maggioranza non ritroverà unità, il rischio di incorrere nell’esercizio provvisorio si fa sempre più reale.