Alcuni passanti rimangono stupiti. Non si ricordano nemmeno che aspetto avesse piazza Sant’Oliva prima dell’inizio del cantiere dell’anello ferroviario di Palermo. Dieci anni. Tanto è trascorso dall’avvio degli scavi per realizzare la fermata “Politeama”. Da allora, un muro di pannelli e cemento ha preso possesso dell’area urbana, precludendo qualunque accesso con i mezzi a piazza Castelnuovo (nel frattempo diventata area pedonale). Così in questi giorni, quando gli operai della ditta D’Agostino hanno rimosso alcune barriere sostituendole con delle semplici reti, qualcuno è rimasto stupito nel vedere cosa c’era dall’altra parte del marciapiede. Un orizzonte che oggi appare nuovo ai tanti che, in questi anni, hanno subito i disagi di un cantiere praticamente infinito.
Fermata “Politeama”, rimosse le prime barriere: ma il cantiere non è finito
Il cantiere non si è concluso del tutto. Anche se si può affermare che si trova alle battute finali. Da RFI fanno sapere che “è stata completata la parte infrastrutturale della fermata Politeama, ma bisogna concludere le rifiniture e l’installazione dell’impiantistica elettronica”. La deadline fissata dall’ultimo cronoprogramma sarebbe quella di settembre 2025. Data nella quale dovrebbero essere completati gli interventi anche sull’altro spezzone del semi-anello inferiore, ovvero l’asse Giachery-Porto.
Il condizionale è d’obbligo. L’opera, negli anni è stata contraddistinta da un’enorme serie di ritardi. I lavori sono infatti partiti nel lontano 2014 e si sarebbero dovuti concludere entro 1089 giorni. Tradotto, facendo due conti, nel giro di tre anni. Nel frattempo però, sono subentrati una serie di imprevisti. A cominciare dal fallimento di Tecnis, vecchia ditta incaricata dell’appalto, passando poi per l’emergenza covid e per la necessità di aggiornare il prezziario dell’intervento a causa dell’inflazione dei materiali dettata dalla guerra in Ucraina. Si arriva così ai giorni nostri, con piazza Castelnuovo e piazza Sant’Oliva che, ancora oggi, riportano le cicatrici dei lavori.
Forello e Argiroffi (Oso): “Ritardo di 11 anni mai giustificato”
La rimozione delle prime barriere è un segnale positivo. Una speranza di cui i consiglieri comunali di “Oso” Ugo Forello e Giulia Argiroffi non riescono a gioire. “Oggi non ci sono motivi per essere contenti. Il ritardo di 11 anni, mai giustificato, oltre che un danno alla città e la negazione di un servizio cittadini, rimane talmente oscuro da non fugare i troppi dubbi, che non vorremmo mai avere sui lavori pubblici, sulla gestione di denaro e risorse comuni“.
“Inoltre – aggiungono i due – quello che viene consegnato non è una infrastruttura completa, per esserlo infatti l’anello ha ancora un lungo iter da completare, che vista la storia potrebbe essere davvero ancora molto molto lungo e che comunque restituirà alla fine un’opera già obsoleta e che ad oggi nessuno ha intenzione e interesse a gestire. Da anni chiediamo la quantificazione della penale per il ritardo e chiediamo che questi soldi vengano investiti per compensare tutto il danno arrecato a Palermo e i palermitani soprattutto nel cuore che “piazza Politeama” rappresenta per noi, ma purtroppo le amministrazioni e gli assessori che si sono succeduti non hanno mai voluto dare risposte, mai voluto affrontare né chiarire i troppi aspetti oscuri“.