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L’odissea dei pendolari

In treno nel centro della Sicilia: tra stazioni dimenticate e tracciati inutilizzabili

lunedì 6 Novembre 2023
ferrovie

Efficienza, puntualità e velocità rimangono ancora caratteristiche che non appartengono alla realtà ferroviaria dell’entroterra siciliano. Se dal punto di vista della precisione oraria infatti nelle stazioni dei capoluoghi la situazione non è delle peggiori, le condizioni sono decisamente da rivedere nelle fermate intermedie. Sul tema della rapidità del trasporto, invece, l’arretratezza con cui gli utenti si devono costantemente confrontare nella fruizione del servizio è più generalizzata, riguardando l’intero territorio dell’Isola.

Dal rapporto 2023 di Pendolaria emerge già l’insufficienza delle linee ferroviarie siciliane attraverso un semplice confronto. L’Isola è dotata di 1490 km di tracciati e 187 fermate, circa 300km e 100 stazioni in meno rispetto ai numeri della Lombardia che ha perfino un’estensione territoriale inferiore. La situazione è ancora peggiore se si guarda alla frequenza delle corse. In media in Sicilia partono quotidianamente poco più di 500 treni, contro i 2.173 della Lombardia.

Ma non finisce qui. Ogni giorno i pendolari, specie nella Sicilia centrale, devono fare i conti con treni in ritardo o soppressi e tariffe in aumento. Secondo i dati raccolti dal Comitato pendolari siciliani la tratta Catania-Caltagirone risulta essere una delle più colpite dai disservizi a livello nazionale. Nel primo semestre del 2022, infatti, oltre il 26% delle relative corse ha subìto ritardi o soppressioni.

Tra l’altro, la prosecuzione della linea, che da Caltagirone conduce poi fino a Gela è interrotta dal 2011 per il crollo di un ponte, rendendo inutilizzabili i circa 135 km di tracciato ferroviario. E i lavori si concluderanno soltanto nel 2026, salvo ritardi o imprevisti. Nonostante ciò, su questa tratta il costo dei biglietti è aumentato del 10% rispetto al 2021.

Ma anche altre linee interne sono state recentemente interessate da disagi non indifferenti. Per tutta l’estate 2023 sono stati eseguiti lavori lungo le principali ferrovie interne dell’Isola, conclusi soltanto lo scorso settembre. Gli interventi erano finalizzati prevalentemente alla manutenzione ordinaria o all’adeguamento delle strutture con le nuove tecnologie in tema di trasporto su rotaia.

Una delle più consistenti attività di rinnovamento è stato il ripristino degli impianti e del tracciato ferroviario effettuato sulla linea Palermo-Agrigento, in particolare nel tratto tra la stazione di Lercara diramazione e quella di Agrigento centrale. La linea, rimasta chiusa nei mesi di maggior afflusso turistico, ha riaperto soltanto il 10 settembre. Migliorato lo stato dei luoghi, ma non è stato compiuto nessun passo in avanti verso la riduzione delle tempistiche di percorrenza. Anche questi lavori hanno determinato disservizi non indifferenti per i siciliani che vivono nelle zone centrali dell’Isola, costretti a spostarsi con mezzi propri o con i pullman sostitutivi messi a disposizione da Trenitalia.

Gli abitanti del cuore della Sicilia sono vittime di numerosi disagi anche per quanto concerne la ferrovia che collega Canicattì ad Aragona e a Caltanissetta, oggetto di interventi di manutenzione, ma anche di demolizione e ricostruzione di alcuni tratti di tracciato ferroviario. Con buona pace degli utenti, in estate il trasporto su gomma è rimasto per mesi l’unica opzione per gli spostamenti nella zona della Sicilia centrale.

L’estate è terminata, ma non i disagi nelle aree interne. Fino a dicembre, infatti, l’intera circolazione ferroviaria che dalla stazione di Dittaino conduce a Catania è stata sospesa per lavori di potenziamento della linea. Allo stesso modo, per tutto il mese di novembre non ci saranno collegamenti da Caltanissetta a Modica o ad Agrigento per interventi di manutenzione straordinaria.

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