Pronto soccorso intasati, pazienti lasciati ad aspettare per ore e personale sanitario esausto.
La sanità in provincia di Agrigento sta vivendo un momento di grande difficoltà. Ogni giorno, centinaia di pazienti si rivolgono al pronto soccorso dell‘ospedale San Giovanni di Dio, rimanendo in attesa di assistenza o di esami diagnostici, spesso bloccati in accettazione o ammassati nei corridoi, senza poter essere trasferiti nei reparti di competenza. Spesso i pazienti si ritrovano ad attendere anche sei ore solo per ottenere i risultati degli esami.
Il sito dell’Asp della provincia rivela un aspetto cruciale: la maggior parte dei casi che affollano il PS sono codici verdi. Ciò significa che, oltre alle carenze strutturali e di personale, vi è un utilizzo inappropriato del PS che dovrebbe essere riservato alle emergenze urgenze, come raccomandato anche dal Ministero della Salute.
L’inappropriatezza, come evidenziato già da tempo, è causata dalla mancanza di una rete sanitaria territoriale adeguata, capace di gestire i bisogni di salute meno urgenti attraverso i medici di base, i pediatri di libera scelta o le guardie mediche. L’assenza di queste alternative obbliga i cittadini a ricorrere al pronto soccorso anche per problemi che potrebbero essere risolti altrove, contribuendo così a sovraccaricare un sistema già in affanno. Inoltre, quanto previsto dal Dm77 non prende ancora il via.
Le misure dell’Asp Agrigento
Il direttore generale dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci, come ha raccontato ai nostri microfoni, ha avviato diverse iniziative per affrontare le gravi criticità della sanità provinciale, ma con scarso successo, complice l’inattrattività del settore.
Per il problema della carenza di personale, nonostante i tentativi di reclutamento, molte aree ancora oggi rimangono scoperte. Sono stati, però, stabilizzazioni trasversali, nominati nuovi direttori per i dipartimenti principali e si è proceduto al reclutamento temporaneo di circa 30 medici stranieri.
Per ridurre le lunghe liste d’attesa, l’Asp ha adottato la metodologia Rao, che permette agli specialisti di verificare l’appropriatezza delle richieste al momento della prenotazione, dialogando con i medici curanti per eventuali correzioni. Questo approccio è stato sviluppato con il supporto dell’Ordine dei Medici e della Fimmg locale.
Sul fronte delle strutture, è stata proposta una riorganizzazione della rete ospedaliera, ma si attende la Regione per garantire un servizio sanitario più efficiente e accessibile a tutti.
La salute dei più vulnerabili
Nel contesto di una sanità già provata, L’Asp cerca di rispondere alle esigenze di salute dei cittadini più vulnerabili. Il piano prevede la possibilità di accesso gratuito a visite specialistiche, farmaci e protesi dentarie per le persone in difficoltà economica. Sebbene l’iniziativa sia apprezzabile, non basta a risolvere i problemi strutturali e organizzativi che continuano a rendere inefficiente il Sistema sanitario.