Si è ufficialmente insediata oggi, 21 gennaio, Daniela Faraoni come nuovo assessore regionale alla Salute, succedendo a Giovanna Volo che si era dimessa nei giorni scorsi. Durante la seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana (Ars), la Faraoni ha prestato giuramento, segnando l’inizio del suo mandato in un momento cruciale per la sanità siciliana.
“Le mete che ci proponiamo sono molto complesse e ambiziose, ma indispensabili. Il punto di partenza sarà programmare un’azione di rilancio della sanità pubblica e trovare soluzioni per integrarla con quella privata nel rispetto dei principi costituzionali e dei bisogni della collettività. Dobbiamo considerare anche chi vive difficoltà economiche. La visione deve essere universale, come è sempre stato il Sistema Sanitario Nazionale”, dichiara il neo assessore.
“La sanità privata non deve spaventarci – aggiunge – è un settore della nostra organizzazione sanitaria che deve essere integrato e coniugato con i bisogni della collettività. Il convenzionamento è un punto cruciale, in quanto rappresenta il riconoscimento di una presenza aggiuntiva di soggetti sanitari nel sistema. Questi erogano prestazioni che, da solo, il sistema pubblico probabilmente non sarebbe in grado di garantire. Inoltre diamo al cittadino la possibilità di scelta di un percorso sanitario pubblico o privato. Non dobbiamo scandalizzarci di questo, ma piuttosto trovare un equilibrio”.
L’assessore, in ogni caso, è fiduciosa nonostante le criticità. Il Dm 77 sarà fondamentale per gli obiettivi prefissati insieme alla riorganizzazione della rete ospedaliera, anche in vista delle nuove strutture che dovranno nascere nella Regione.
“La riorganizzazione della rete territoriale sarà il punto di svolta per governare i bisogni della gente. Dobbiamo rafforzare i servizi per far sì che i cittadini si rivolgano agli ospedali solo in caso di reale necessità. Le Case di Comunità garantiranno continuità assistenziale H24, offrendo una risposta concreta alle criticità”.
In merito alla costruzione di tre nuovi ospedali in Sicilia, l’assessore ha evidenziato che: “Saranno seguite con attenzione le fasi di definizione dei nuovi ospedali, che rappresentano un elemento di sicurezza per la comunità. Tuttavia, sarà necessario garantire risorse umane adeguate per svolgere funzioni complesse. Dovremo anche rendere la Sicilia una scelta attraente per i giovani laureati, invertendo la tendenza che li vede migrare verso altre regioni o Paesi.”
“Il problema della carenza di medici non si risolve immediatamente – sottolinea -. Anche con interventi nella formazione universitaria, ci vorranno anni per vedere risultati. Dobbiamo riorganizzare i servizi tenendo conto delle risorse disponibili e delle condizioni imposte dal mercato del lavoro. Questo richiede una riorganizzazione intelligente e coerente”.
Il futuro dell’ASP Palermo
L’assessore non sa ancora chi prenderà il suo posto nell’Azienda sanitaria provinciale del capoluogo siciliano, ma ha evidenziato che l’ASP, con un bilancio di oltre due miliardi di euro, ha necessità di una guida competente e lungimirante .
“Serve una persona capace di guardare oltre. L’ASP di Palermo è una delle realtà più importanti della sanità siciliana, con un bilancio di oltre due miliardi di euro. È un’azienda che ha bisogno di una presenza costante, forte e in grado di vedere i risultati a lungo termine. La figura ideale deve avere una visione strategica, perché i risultati non arrivano immediatamente, ma attraverso un percorso che richiede intelligenza, impegno, dedizione e umiltà. A volte, bisogna anche avere il coraggio di fare passi indietro, se ciò è necessario, sempre con l’onestà intellettuale di perseguire un obiettivo di interesse pubblico“.
Quale sarà il futuro della Sanità siciliana?
Quanto affermato dal neo assessore da una parte spaventa chi crede nel Sistema sanitario pubblico, dall’altro impettisce chi punta sulla privatizzazione. Nel frattempo, i cittadini economicamente più fragili sembrano alzare una bandiera bianca di resa, soprattutto alla luce dell’imminente introduzione dell’Autonomia differenziata, che rischia di amplificare ulteriormente le già evidenti disuguaglianze in ambito sanitario.
L’integrazione tra pubblico e privato rappresenta una sfida complessa. Tuttavia, tra dichiarazioni e intenti, il percorso verso una vera integrazione appare più tortuoso del previsto. Da un lato si tenta di “superare” la dicotomia tra pubblico e privato, dall’altro la rete ospedaliera continua a essere un labirinto di sfide: personale insufficiente, strutture non sempre adeguate e un crescente divario tra i bisogni di una popolazione in aumento e in invecchiamento.
Auguriamo all’assessore Faraoni di riuscire a trovare un equilibrio per dare risposte concrete alla sanità siciliana. Resta da capire quale sarà il futuro di Salvatore Iacolino, dirigente generale della Pianificazione strategica, e di Giacomo Scalzo, da poco nominato dirigente del Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico. Incerto anche il destino del direttore generale dell’ASP di Palermo. Queste figure chiave potrebbero influenzare profondamente le scelte organizzative e le politiche sanitarie. In bocca al lupo a tutti i protagonisti di questa nuova fase, con la speranza che sappiano affrontare con efficacia le sfide di un sistema che, finora, non ha brillato per coerenza e funzionalità.