Riuscirà il Palermo calcio a fare quello che non è stato in grado di fare il Comune, ovvero resuscitare un impianto morto, quale l’ex Pallone di Italia ’90, capace in questi decenni di ingurgitare centinaia di migliaia di euro senza nemmeno aprire i propri cancelli? Alla convenzione sullo stadio Renzo Barbera l’ardua sentenza.
Il Pallone caposaldo della futura convenzione
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Quella che una volta era la sala stampa del più grande evento calcistico organizzato in Italia oltre trent’anni fa, oggi continua a vivere nel più totale degrado. Preda di vandali e ladri, negli anni l’impianto è stato saccheggiato di ogni suo bene, diventando una sorta di discarica. Poi la speranza. I lavori alla piscina comunale di viale del Fante avevano posto la necessità di avere un impianto alternativo.
Il progetto è costato oltre 300.000 euro. Le maestranze del Comune avevano iniziato a liberare l’impianto da tutti i rifiuti speciali e gli ingombranti. Sul posto erano stati inoltre condotti i controlli propedeutici all’apertura. Poi però tutto si è scontrato contro un muro invalicabile, ovvero i costi. Oltre 8 milioni di euro. Insostenibile per l’avanzo vincolato del 2023. L’Amministrazione Comunale ha così spostato l’attenzione su Fondo Raffo, facendo calare la notte su ogni speranza. Fino a sei mesi fa, quando si è palesata la possibilità di poter inserire l’ex Pallone di Italia ’90 all’interno della convenzione sullo stadio Renzo Barbera.
Trattative in corso da mesi
Tra le tante curiosità incluse all’interno del documento, quella del Pallone è stata una delle primissime anteprime. Nei mesi il sindaco Roberto Lagalla, l’assessore Alessandro Anello e anche l’amministratore delegato Giovanni Gardini non ne hanno fatto segreto. Simbolo emblematico del “vorrei, ma non posso” tutto palermitano, che attanaglia da sempre il capoluogo siciliano, adesso sembra essere rispuntata la luce in fondo al tunnel.
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In attesa della stretta di mano ufficiale, trapelano altre novità. Il Pallone, in un futuro non poi così lontano, potrebbe diventare un’arteria del club rosanero. Tra le idee più accreditate, secondo fonti di Radio Palazzo, c’è quella di trasformare l’impianto in una palestra da far utilizzare ai giocatori rosanero per attività pre e post partita. Al momento, si tratta soltanto di voci. Per avere certezze, bisognerà attendere la redazione della bozza. Un passaggio a cui si lavorerà lunedì prossimo, durante una conferenza dei capigruppo convocata a Palazzo Comitini.
Cosa ne sarà del Pallone?
Una cosa è praticamente certa. L’ex sala stampa di Italia ’90 sarà inserita all’interno del pacchetto della convenzione (CLICCA QUI). In particolare, tra quelle aree limitrofe che dovrebbero integrare l’accordo fra il Comune e il Palermo calcio. Zone che non passeranno inosservate nel calcolo complessivo del canone.
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Nel 2020, la cifra era stata dimezzata a 170.000 euro per far fronte ai “danni” causati dall’emergenza covid e dalla retrocessione in serie D. Di recente, gli uffici dell’assessorato al Patrimonio hanno ripristinato l’importo originale, vicino ai 350.000 euro. Somma alla quale si dovrebbero aggiungere le risorse necessarie alla concessione dei parcheggi e delle relative strutture accessorie, fra le quali figura appunto lo stesso Pallone di Italia ’90 (per il quale servirebbero circa 28.000 euro). Considerati tutti i benefit, il canone annuo potrebbe lievitare anche del 100%.
Ma è la stessa storia dell’impianto di viale del Fante a fare sorgere degli interrogativi. Quanti soldi serviranno a restaurare il Pallone? Chi pagherà queste somme? E se sarà il Palermo calcio a dovere sostenere i costi, gli stessi verranno scorporati dalla convenzione? Domande che, probabilmente, avranno una risposta nella giornata di lunedì.
Il costoso sogno della piscina
Intanto, va fatto un rapido bilancio delle ultime spese sostenute sull’ex Pallone di Italia ’90.
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Il restyling della piscina comunale, dopo anni di mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie, aveva costretto le società natatorie a preparare le valigie e spostarsi altrove. L’allora assessore allo Sport Sabrina Figuccia, nel febbraio 2023, era corsa ai ripari, portando avanti due possibili soluzioni momentanee: il Padiglione 16 della Fiera del Mediterraneo o il Pallone (CLICCA QUI). A spuntarla fu proprio quest’ultimo. Da lì il via ai sopralluoghi e ai confronti e due mesi più tardi l’inizio dello sgombero (CLICCA QUI).
Per i rifiuti speciali al suo interno (toner, fotocopiatrici, macchine industriali datate e con materiale nocivo) il Comune incaricò una ditta specializzata, per un costo di 19.500 euro, più iva, mentre 2.700 euro, più iva, furono destinati per il trasloco dei restanti mobili ancora in buono stato. La discarica a cielo aperto, all’esterno, tra sacchi, cartongesso, tubi e cavi elettrici era stata invece smantellata dagli operatori della Rap, per un totale di 50mila euro, più iva.
Il progetto di rilancio tramontato
La strada, però, era diventata più tortuosa del previsto e il progetto, costato circa 300.000 euro, di montare una nuova piscina prefabbricata da 35×22 metri mostrava più di qualche problematica. Una condizione trascinata fino all’amara scoperta in sede di avanzo vincolato, dal quale poter reperire i fondi per la costruzione: gli oltre 3 milioni iniziali non sarebbero bastati a fronte del reale costo di 8 milioni. Una cifra fin troppo onerosa e che costrinse l’amministrazione ad accantonare il tutto e virare verso un’altra soluzione, Fondo Raffo (CLICCA QUI). Nonostante, ad oggi, l’impianto sia stato totalmente svuotato, le azioni di vandalismo non si sono fermate: i servizi igienici sono stati danneggiati e anche gli infissi sono stati portati via. A testimoniare ciò ci sono i danni alle finestre e la catena tagliata alla porta posteriore dell’impianto.
Dai mondiali di Italia ’90 all’inagibilità
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La oltre trentennale storia del Pallone, in realtà, ha conosciuto tante beffe e quella della piscina mobile è solo l’ultima di una lunga lista. I Mondiali di Italia ’90 rappresentarono per la città un vero e proprio momento di svolta, che permise al capoluogo siciliano di cambiare fisionomia e dotarsi di nuove strutture. Primo fra tutti a beneficiarne fu proprio lo stadio Renzo Barbera, ma non solo. Al fianco dell’impianto fu pensata anche la realizzazione del Pallone, una struttura ampia e dotata di qualsiasi spazio sufficiente, tanto da poter accogliere la sala stampa, casa temporanea dei giornalisti provenienti da ogni continente. La storia è subito in salita, con l’agibilità rilasciata solo un paio di giorni prima dell’inaugurazione dell’evento.
Successivamente il grande dilemma: cosa farne? Tante furono le ipotesi sul tavolo per evitare che l’impianto cadesse nel degrado. Tra le idee, subito naufragata, quella di destinarlo a sede dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dell’Associazione siciliana della stampa. Alla fine, per oltre vent’anni, gli spazi furono destinati agli Uffici di Statistica e della Protezione civile. Con il trasferimento di quest’ultimi in via Lincoln prende il via al lungo carosello di annunci, false promesse e illusioni, con il lento e inesorabile declino che trasformò la struttura in un deposito e luogo di abbandono di rifiuti di vario genere. Nel 2006 il Pallone si rese persino protagonista delle proteste di alcuni detenuti che occuparono gli spazi.
E si arriva al 2013..
Il primo grande progetto fu avanzato nel 2013 dall’allora presidente del Coni Giovanni Caramazza: un doppio centro federale all’avanguardia per formare gli atleti di ginnastica e scherma. Da qui il primo grande scoglio: la struttura, in realtà, è inagibile. Da uno sport all’altro. Nel 2016, il sindaco Leoluca Orlando avanzò la proposta di una velostazione pubblica, la prima a Palermo. Un nuovo rifugio per i ciclisti, con parcheggi automatizzati per le bici. Anche questa sfumò e due anni dopo si fece più forte la voce di un campo da basket. I Campionati italiani Assoluti di Scherma del 2019 furono l’occasione per rilanciare l’idea scherma, richiesta avanzata dall’allora presidente Giorgio Scarso. Ultimi, ma non per importanza, i ben noti scenari sulla piscina comunale.
Quale sarà il futuro?
Adesso c’è da scrivere il nuovo capitolo di una storia infinita. Se si rivelerà l’ennesima occasione persa o meno, potrà dirlo soltanto la redigenda convenzione sullo stadio Renzo Barbera. In un momento nel quale il Comune sta lavorando alla ristrutturazione di numerosi impianti sportivi, nonostante le restrizioni economiche dettate dal piano di riequilibrio, il documento in corso d’opera fra Palermo calcio e Amministrazione comunale è un’opportunità da non perdere. Ad avere l’ultima parola sarà comunque il Consiglio comunale. E a Palazzo Comitini, prima di dare il proprio “si“, vogliono vederci chiaro.