La notizia circola da qualche ora fra le sale di Palazzo Comitini. Ma quello che inizialmente appariva come un rumor di palazzo, si sta trasformando piano piano in una certezza. La modifica votata al regolamento del Comune di Palermo che consentiva il rimpasto delle commissioni consiliari non è valida. Anzi, la stessa potrebbe essere revocata a breve. A scuotere il Consiglio Comunale è una norma dello Statuto che prevede, per atti del genere, un quorum fissato con la maggioranza assoluta dell’aula. In pratica, servivano ventuno voti favorevoli per rendere l’atto valido. E invece a votare la modifica venerdì scorso sono stati appena in diciassette. Una seduta segnata, fra l’altro, dalle polemiche intercorse fra diversi capigruppo di maggioranza, il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo e il segretario generale Raimondo Liotta.
“Il Segretario Generale – chiarisce Massimo Giaconia – ha confermato in aula che la proposta di modifica al regolamento del Consiglio Comunale, approvata venerdì scorso a maggioranza semplice, non produrrà effetti poiché viola il comma 1 dell’art. 52 dello statuto, il quale prevede che il Consiglio Comunale adotti il proprio regolamento con maggioranza assoluta“.
Rimpasto delle commissioni, tutto da rifare
Insomma, una nuova gatta da pelare per la maggioranza del sindaco Roberto Lagalla. Una notizia che arriva mentre, a Palazzo Comitini, si tenta di votare il piano delle alineazioni. Documento propedeutico al bilancio e necessario anche ad altri atti importanti, come la futura convenzione sullo stadio Renzo Barbera. Il tema delle commissioni infatti è uno di quelli sentiti all’interno del centrodestra.
“Abbiamo fatto ricorso ad una norma tecnica per risolvere un problema politico“, dichiarò in aula venerdì scorso il capogruppo della DC Domenico Bonanno. Secondo quanto prevedeva la delibera, si dovevano procedere ad un rinnovo delle commissioni una volta raggiunti i due anni e mezzo dal conferimento dell’incarico. A quel punto, doveva scattere un complessivo rimpasto non solo dei presidenti e dei vicepresidenti, ma anche dei componenti stessi delle commissioni, i quali dovevano rispettare un criterio di proporzionalità dei gruppi.
I possibili scenari
E invece, quando si pensava che il risultato fosse stato raggiunto, per la maggioranza del sindaco Roberto Lagalla si è rivelato tutto da rifare. Adesso, le strade sono due: o si procederà alla rielezione dei presidenti e dei vicepresidenti che abbiano raggiunto i due anni e mezzo (cosa che non si applicherebbe quindi a Giuseppe Milazzo, Ugo Forello, Sabrina Figuccia e Teresa Leto), oppure si dovrà rivotare la delibera a maggioranza assoluta. Ma su quest’ultima opzione pesano i tempi dell’operazione e la necessità di trovare un accordo ampio in una coalizione che, nelle ultime settimana, ha stentato a mantenere persino il numero legale.