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Lo scenario

Le grandi manovre al Comune di Palermo, centrodestra bloccato fra faide interne e nuovi attori politici

venerdì 14 Marzo 2025

Stessa spiaggia, stesso mare. Il copione è quello di tutte le altre sedute di questo mese di marzo. L’esito, di conseguenza, è il medesimo. Anche ieri, il Consiglio Comunale di Palermo non ha tirato fuori un ragno dal buco. L’aula è rimasta impantanata, ancora una volta, sul piano delle alineazioni. Documento propedeutico al bilancio con il quale gli esponenti di Palazzo delle Aquile decideranno quali beni mettere in vendita, in affitto o a disposizione attraverso altri diritti reali. Ma non è tanto la delibera portata avanti dall’assessore Brigida Alaimo a rappresentare il motivo del contendere. Sullo sfondo infatti rimane aperta la battaglia relativa al rimpasto delle commissioni consiliari. Un problema soprattutto in casa Forza Italia, dove in quattro si contendono due posti, nonchè nei rapporti fra gli azzurri e il resto della maggioranza. Stallo politico che fonti di Radio Palazzo ricollegano anche ad alcuni movimenti all’interno del centrodestra. In particolare alla nascita del nuovo soggetto politico del sindaco Roberto Lagalla.

Nuovo flop del centrodestra in Consiglio Comunale

Partiamo dalla fine per arrivare al principio. Ieri, dopo diversi giorni di nulla, il Consiglio Comunale è riuscito a tornare operativo. Presenti al momento dell’apertura dei lavori 31 consiglieri. Insomma, sembravano esserci i presupposti per andare avanti con i lavori d’aula, esitando così almeno il piano delle alienazioni. A rappresentare l’Amministrazione Comunale c’era l’assessore Brigida Alaimo, mentre per gli uffici è stata convocata la dirigente Carmela Agnello. La conferenza dei capigruppo aveva trovato un accordo. Di mattina, i rappresentanti del Comune avrebbero dovuto rispondere alle domande dei consiglieri, per poi passare alla trattazione degli emendamenti in un momento successivo (probabilmente in serata). Poi però, intorno alle 13, avviene il patatrac. Diversi esponenti della maggioranza escono da Sala Martorana. L’aula non ha più i numeri per proseguire e la seduta viene chiusa dal presidente Giulio Tantillo, fra le accese critiche del capogruppo di Lavoriamo Per Palermo Dario Chinnici.

Nessuna delibera votata a marzo. Sullo sfondo c’è la convenzione dello stadio

L’esponente civico se la prende con le opposizioni, in particolare con i due rappresentanti di “Oso” Ugo Forello e Giulia Argiroffi. Eppure, l’alfiere numero uno in Consiglio Comunale del sindaco Roberto Lagalla aveva poco da lamentarsi. I suoi colleghi di maggioranza, 26 in teoria, si sono rivelati mancanti alla prova dei fatti. Ancora una volta. L’aula consiliare non è riuscita ad esitare nemmeno una delibera in questa prima metà di marzo. Numeri sconfortanti se si pensa alla miriade di atti da votare al più presto, come il bilancio di previsione o alcune delibere di interesse per le società Partecipate del Comune (Amat e Rap in testa). Insomma, non proprio il migliore degli scenari, considerando soprattutto l’arrivo dato per imminente della convenzione sullo stadio Renzo Barbera. Un punto sul quale, dopo l’approvazione dei preventivi per il collaudo dell’impianto (fatto che scongiurerebbe partite giocate a porte chiuse per il Palermo calcio), gli uffici vogliono andarci con i piedi di piombo per non commettere errori.

La battaglia delle presidenze

Intanto, la seduta odierna si dovrebbe aprire con almeno 21 consiglieri. Cosa che, visti i precedenti, appare complessa. Ma mai dire mai. A parlare è come sempre il campo. Anzi, parafrasando la metafora sportiva, l’aula. Ma ad esprimersi sono i consiglieri comunali. Ognuno con il proprio orientamento politico. Ognuno con le proprie ambizioni. Fatto venuto fuori, in tutta la sua potenza, sul caso relativo alle commissioni. Dopo l’annullamento della delibera relativa alla modifica del regolamento comunale (la quale autorizzava il rinnovamento degli organi consiliari dopo due anni e mezzo), nel centrodestra è tornato il caos. La partita principale, come già ribadito in altre occasioni, si gioca in Forza Italia. Gruppo nel quale in quattro si giocano due presidenze. Già, perchè una gli azzurri la dovrebbe cedere a Lavoriamo Per Palermo, ovvero al gruppo del sindaco. Al momento, FI può contare su Salvo Alotta (V), Ottavio Zacco (VI) e Pasquale Terrani. Quest’ultimo è ormai stabilmente in quota del deputato regionale Edy Tamajo. Gruppo al quale viene dato in ingresso anche Salvo Alotta.

Forza Italia e il nuovo patto federativo del sindaco

Un plotone dal quale è venuto invece fuori Ottavio Zacco. Il capogruppo di Forza Italia, nonchè presidente della commissione Attività Produttive, ha seguito il percorso intrapreso in precedenza dall’ex capogruppo azzurro Gianluca Inzerillo. Un “Tamajo boy” della prima ora, così come Zacco, approdato nel frattempo alla corte di Giorgio Mulè. E proprio dalle scelte di Zacco potrebbero dipendere anche alcuni equilibri di una maggioranza tanto grande quanto fragile. Un gigante dai piedi di balsa.

Check and balances“, direbbero gli inglesi. In chiave nostrana, pesi e contrappesi. Tutto potrebbe essere più chiaro nelle prossime settimane. Uno è, in particolare, l’appuntamento cerchiato in rosso nel calendario politico del centrodestra palermitano. Data, il 23 marzo. Luogo, Enna. Motivo del contendere, la presentazione del patto federativo di Roberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Che sia Stella del Sud o meno ha poca importanza. Al di là del nome, nel centrodestra moderato il triumvirato politico di nuova generazione rappresenta un attore di cui tenere conto. Uno di quelli che potrebbe scompaginare gli equilibri non solo a Palermo, ma in diverse aree della Sicilia. Soprattutto in vista delle prossime elezioni provinciali.

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