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Il commento

Catania, le corse dei cavalli virali sul web. Trantino: “Il problema è culturale. Non è una bella immagine per la città”

venerdì 18 Aprile 2025

La proposta d’avanzamento della candidatura di Catania a Capitale della Cultura 2028 è stata – non del tutto ma sicuramente in parte – oscurata da un’immagine che ha fatto il giro del web e dei Tg nazionali.

Due ragazzi in moto, incappucciati, nascosti dai caschi integrali e passamontagna, con armi ben in vista e colpi sparati – a salve – per aria, che tenevano testa alla corsa clandestina di cavalli – probabilmente avvenuta sulla SP69 – a cui seguiva una carovana di moto e scooter.

Non è la prima volta, questi eventi nel catanese sono assidui e costanti considerando che per la criminalità organizzata rappresentano una vera e propria “passione”, volta ad alimentare il giro illecito di scommesse, a discapito della sicurezza degli animali (maltratti, sfruttati, tenuti in stalle abusive e dopati per alterare le loro prestazioni) e della collettività, fornendo un quadro pessimo della città.

Un’altra gara, disputata nel comune di Castiglione di Sicilia, non è andata a buon fine: l’intervento dei carabinieri della compagnia di Randazzo ha interrotto tutto, provocando, ovviamente, la fuga generale. Tre persone sono state denunciate: due fantini, di 42 e 26 anni, anche organizzatori della gara, e un 19enne a bordo di uno scooter con il compito di incitare i cavalli.

Il sindaco Enrico Trantino, ha voluto esprimere tutta la sua indignazione per l’accaduto: ” Ho letto lo sdegno (giustissimo) provocato dalla notizia della corsa clandestina con i calessi. Abbiamo dato una immagine devastante di Catania, diffusa da tutti i media. Serve poco puntualizzare che siamo in territorio extraurbano, poiché è probabile coinvolgesse nostri concittadini (purtroppo non posso revocare la cittadinanza per manifesta indegnità). Quel che però non ho letto riguarda i plurimi interventi di contrasto compiuti dalle Forze dell’Ordine, con sequestro dei cavalli e di numerose stalle clandestine. Ai più sfugge che quando si intercettano eventi simili, non è possibile arrestare i protagonisti, poiché passibili di conseguenze penali che non consentono il fermo. Da mesi è in corso una attività di sensibile repressione di questi fenomeni di illegalità (e prova ne sono i tanti tiktok di minacce, anche nei miei confronti), con le sole forme che l’ordinamento consente di compiere. Il problema è più di natura culturale: questa gente deve capire che condanna i loro figli a un ruolo di eterna marginalità e quasi certa ospitalità, in futuro, in strutture non proprio confortevoli“.

Chi amministra – continua il primo cittadino – lo deve fare dando risposte che alimentino il senso di una condivisone di responsabilità, che concorra a rendere migliore la città. Pur tra le tante difficoltà (manutenzione strade e verde e contrasto al degrado), che non dovranno mai costituire una scusa (se mi trovate uno solo che nelle stesse condizioni in cui operiamo possa produrre di più di quanto stiamo facendo, sono pronto a mettermi da parte). Quel che mi rasserena è il crescente numero di persone che si indignano e che sono certo si adoperano ogni giorno per il rispetto della città. Altrimenti sarebbe grave. Io mi fido del lavoro che stanno compiendo le nostre forze dell’ordine. Ma capisco che fa molto più rumore denigrare che costruire. La questione, allora, è una sola. Concentrarsi sui propri doveri. E Catania ne riceverà immediato beneficio“.
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