“E’ ormai noto che molto spesso i luoghi di detenzione sono privativi non solo della libertà personale delle persone recluse, ma anche di un’altra serie di diritti soggettivi che si vogliono preservare e tutelare. La figura istituzionale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale volge in particolare lo sguardo alle condizioni detentive affinché non venga mai meno la dignità della persona, né il rispetto del dettato costituzionale in sua tutela“. A dichiararlo è la Camera Penale di Palermo.
“Particolare attenzione viene rivolta ai diritti fondamentali, in primis il diritto, quantomeno attuale, alla salute ex art. 32, nonché all’art. 27 che disciplina il senso di umanità che deve caratterizzare tutte le pene e che sancisce la finalità rieducativa dei trattamenti imposti al condannato, in uno a quanto disposto dall’art . 3 CEDU sul divieto di torture e trattamenti inumani e degradanti. In questo quadro normativo nazionale e comunitario, l’istituzione dell’ufficio del Garante Comunale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale assume dunque quel necessario e ineludibile ruolo di garanzia e di ponte territoriale di dialogo e collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, il Tribunale di Sorveglianza, le Autorità Regionali della salute e le altre autorità territoriali – spiega la nota -. Per queste ragioni la Camera Penale di Palermo insiste a chiedere l’istituzione e regolamento dell’Ufficio del Garante Comunale dei diritti dei detenuti, dando così effettivo compimento ai lavori iniziati il 21 Gennaio 2019 avanti la VII Commissione Consiliare del Comune di Palermo”.