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Le indagini delle Fiamme gialle

Catania, sfruttati dipendenti di un supermercato: pagati 1,6 euro l’ora

giovedì 15 Maggio 2025

Trentasette lavoratori di un supermercato del Catanese sarebbero stati impiegati “un numero di ore nettamente superiore rispetto a quelle previste da contratto, con retribuzioni che, nei casi più gravi, si sarebbero attestate a 1,6 euro l’ora con stipendi mensili di 7-800 euro per i giovani a fronte di oltre 60 ore settimanali di lavoro”. E’ quanto emerso da indagini della guardia di finanza che hanno portato all’arresto, per caporalato e autoriciclaggio, del rappresentante legale e del direttore commerciale, che sono stati posti ai domiciliari, e al sequestro preventivo della società, il cui valore è stimato in 3 milioni di euro.

Al centro delle indagini della compagnia della guardia di finanza di Paternò ci sarebbe un noto supermercato di Biancavilla dove un controllo, spiegano le Fiamme gialle, ha permesso di quantificare “l’omessa corresponsione di retribuzioni negli anni per un ammontare pari a circa 1.600.000 euro e di contributi previdenziali per 1.150.000 euro”.

Ai due indagati la Procura di Catania contesta la “reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali o, comunque, sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, i periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie; la violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro”. Per l’accusa “i lavoratori sfruttati, in ragione dello stato di bisogno in cui versavano, in virtù della situazione di grave difficoltà economica tale da limitarne la libertà di autodeterminazione, non avendo nessun’altra valida alternativa, accettavano di essere impiegati per molte più ore rispetto a quelle contrattualizzate, non godendo delle ferie maturate e fruendo di soli due riposi settimanali al mese”.

Dalle indagini sarebbero anche emersi “elementi indicativi del reato di autoriciclaggio a opera del rappresentante legale della società in relazione al profitto del delitto di sfruttamento lavorativo”.

In particolare, e a titolo esemplificativo, ricostruisce la Procura di Catania, “sarebbe emerso a livello di gravità indiziaria che buona parte dei lavoratori veniva impiegata per circa 65 ore settimanali, a fronte di contratti che prevedevano un Impegno di 40 ore settimanali, fruendo di soli due riposi settimanali al mese” in contrasto con la norma che fissa il diritto del lavoratore ad avere ogni sette giorni a un periodo di riposo di almeno ventiquattro ore consecutive. I nuovi dipendenti, in servizio da un anno, secondo quanto emerso, non avrebbero mai fruito di ferie.

LA NOTA DEL GRUPPO ARENA

In riferimento alle notizie diffuse in queste ore relative a presunti episodi di sfruttamento del lavoro presso un punto vendita della grande distribuzione a Biancavilla (CT), il Gruppo Arena intende precisare quanto segue:

“Il punto vendita oggetto delle indagini non è gestito direttamente dal Gruppo Arena, bensì da un operatore commerciale affiliato che opera in autonomia giuridica e gestionale.
Il modello di affiliazione commerciale, adottato su scala nazionale da molte insegne della GDO, prevede che l’affiliato mantenga la piena responsabilità in materia di gestione del personale, contratti di lavoro e adempimenti retributivi e previdenziali.

Il Gruppo Arena, da sempre impegnato a promuovere etica, legalità e rispetto delle normative vigenti, si dichiara totalmente estraneo ai fatti contestati e condanna fermamente ogni forma di sfruttamento del lavoro, esprimendo solidarietà ai lavoratori coinvolti.

In ogni caso, il Gruppo Arena, sta valutando l’opportunità di intraprendere ogni iniziativa utile a tutela della propria immagine e del proprio operato, improntato, da sempre, al rigoroso rispetto di tutte le normative vigenti in tema di tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

Rinnoviamo piena fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, auspicando che venga fatta al più presto chiarezza sulla vicenda”.

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