L‘Ente Nazionale Protezione Animali è stato ammesso parte civile nel procedimento nei confronti dell’uomo che il 14 luglio 2018 a Custonaci, in provincia di Trapani, avrebbe gettato una cagnetta in mare legandola ad un grande pietra e poi si allontanò.
“Mia – afferma l’Enpain una nota – riuscì incredibilmente a salvarsi grazie ai tanti bagnanti che si impegnarono a soccorrerla ed oggi è stata adottata e ha iniziato una nuova vita”. “Mia è riuscita a salvarsi, un vero miracolo”.
“Per lei e anche per tutti gli animali vittime di maltrattamento e uccisioni che non sono stati così fortunati – afferma Carla Rocchi, presidente – chiediamo giustizia attraverso una pena esemplare per colui che ha compiuto questo gesto così disumano, orribile e vigliacco! Confido nella giustizia”.
La prossima udienza si terrà il 24 settembre prossimo. “E’ stato anche contestato l’animalicidio nella forma del tentativo, il corrispettivo del tentato omicidio per le persone”, spiega Rocchi, aggiungendo che nel capo di imputazione si legge: “…sugli scogli in Località Rio Forgia, agendo con crudeltà, dopo avere legato il proprio cane femmina di nome MIA legando il collare ad una corda assicurata ad una grossa pietra, allo scopo di sopprimere l’animale volontariamente lo gettava in mare (avente una profondità di oltre 2 mt) assieme al masso e, non riuscendo nell’intento, resosi conto che il cane annaspava in acqua non riuscendo a risalire sugli scogli a causa del sasso adagiato sul fondo, si allontanava, in tal modo causando all’animale un grave stato di shock e sofferenze incompatibili alle sue caratteristiche etologiche in Custonaci il 14 luglio 2018″.