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Il processo

Strage di Altavilla, trovate le tracce di dna della coppia sugli attrezzi utilizzati per l’omicidio

mercoledì 25 Giugno 2025
Strage Altavilla - foto d'archivio
Sugli attrezzi utilizzati per le torture nella villetta degli di Altavilla Milicia dove, a febbraio del 2024, vennero uccisi Antonella Salamone e i suoi due figli, Kevin ed Emanuel durante un folle rito di liberazione dal demonio, sono state trovate anche le tracce di Sabrina Fina e di Massimo Carandente, la coppia imputata della strage insieme al muratore Giovanni Barreca e alla figlia più grande, rispettivamente padre e marito e sorella delle vittime. E’ la conferma che i due si trovavano nella casa durante la settimana in cui la donna e i ragazzi morirono.
La notizia è emersa nel corso dell’udienza del processo che vede Giovanni Barreca, Massimo Carandente e Sabrina Fina accusati di omicidio volontario. La figlia del muratore, minorenne al momento dei fatti, è processata separatamente. Sul phon e sull’attizzatoio della cucina, utilizzati dagli assassini, sono state trovate anche tracce e impronte della Salamone di Kevin.
Un’udienza molto lunga quella scorsa in cui sono stati presentati tutti i risultati delle analisi eseguite sulla villetta dal Ris e all’esterno dove sono furono trovate parti del corpo carbonizzate della donna, uccisa e poi data alle fiamme. Nel corso del processo è stato sentito anche il cognato di Barreca, Calogero Salamone, che avrebbe raccontato di un rapporto burrascoso tra i due coniugi.
Il cognato – ha detto l’avvocato Giancarlo Barracato che difende Barreca – ha però affermato di non aver mai avuto notizie di episodi di violenza da parte di Barreca nei confronti della moglie e ha assicurato che se il marito fosse rimasto da solo non avrebbe mai compiuto quei delitti“.
Il test ha sottolineato anche che quando il muratore viveva ad Erba, in provincia di Como, frequentava già una comunità religiosa e che voleva creare una chiesa evangelica anche ad Altavilla per diventarne il pastore.
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