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Giorni duri a Palazzo dei Normanni

Caos all’Ars, opposizioni sul piede di guerra contro Schifani: sulla manovra ter ripiomba lo spettro del rinvio

giovedì 17 Luglio 2025

Arrivare alla pausa estiva sarà più complicato del previsto. Una nube cupa di incertezza avvolge in queste ore Palazzo dei Normanni. La tensione si tagliava col coltello ormai da settimana, ma i lavori di ieri a Sala d’Ercole hanno sancito l’inizio di una crisi profonda e difficilmente sanabile. Il clima teso prende sempre più il sopravvento, in un contesto estremamente delicato. Già, perché il mese di luglio all’Ars non è mai stato così corposo e affollato di temi. In aula c’è il ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica, da poco il testo della variazione di bilancio è tra le mani dei deputati regionali, dopo l’approvazione in giunta, e tanta è la carne al fuoco all’interno delle Commissioni, prima tra tutte la nuova rete ospedaliera, che ha sfondato le mura della VI Commissione Salute, trascinando dietro di sé un’ondata di polemiche che non sembrano volersi placare.

Qualcosa all’Ars si è rotto. Ricomporre i pezzi sarà una sfida ardua, anche perché a condizionare il regolare svolgimento delle attività parlamentari sono le indagini che pendono sul presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore al Turismo Elvira Amata. La decisione del presidente Renato Schifani di non intervenire prima della conclusione delle indagini e di un possibile rinvio a giudizio, lasciando che le autorità competenti svolgano il proprio lavoro, non è stata accettata di buon grado. Le ripercussioni di tale scelta, adesso, appaiono pesanti come un macigno. Le opposizioni reclamano così a gran voce un intervento del governatore siciliano in aula. Schifani era presente, con tutta la sua giunta, ad eccezione della sola Amata, nel corso della seduta che aveva visto Galvagno riferire davanti ai colleghi deputati, ma in quell’occasione preferì non parlare. Che sia questa l’unica chiave di svolta per sbrogliare l’ingarbugliata matassa che ingessa l’Assemblea?

PD e M5S: “Schifani venga in aula o faremo ostruzionismo”

La giornata di ieri, in realtà, era inizia anche abbastanza bene, con il via libera da parte della II Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone, ai due emendamenti finanziari, a firma governativa, per la tutela e la stabilizzazione del personale dei Consorzi di Bonifica siciliani. Le proposte, che avevano tratto largo spunto da quelle a prima firma del presidente della I Commissione Affari Istituzionali Ignazio Abbate e sottoscritto da altri deputati, prevedono 4,6 milioni di euro per il turnover e 2 milioni di euro per l’aumento delle giornate lavorative (CLICCA QUI).

All’ottimismo è seguito il mare in tempesta. Già dalle prime battute, i lavori in aula sono apparsi in salita. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono subito partito all’attacco: “O Schifani viene in aula o faremo ostruzionismo“. Ma il governatore, nella giornata di ieri, non era neanche in Sicilia, bensì a Roma, per discutere del Ponte sullo Stretto.

Tra gli interventi più duri c’è certamente quello del pentastellato Nuccio Di Paola: “Il disegno di legge in discussione si collega all’intervista del presidente Schifani. Come Movimento 5 Stelle diciamo chiaramente che non può funzionare così. Da mesi e da anni chiediamo la presenza del presidente Schifani in aula. O il presidente rispetta l’Assemblea o noi, come Movimento 5 Stelle ci riserveremo di abbandonare l’aula o realizzeremo tutte quelle attività di ostruzionismo consentite dal regolamento. Dall’intervista rilasciata dal presidente Schifani è chiari che il disegno di legge sui Consorzi di Bonifica verrà bocciato dalla stessa maggioranza che sostiene il presidente. Sta spaccando la sua maggioranza e il suo governo. Intervengo in tutela dei lavoratori a cui vengono fatte false promesse. Questa maggioranza è in ginocchio e il disegno di legge verrà bocciato. Se il presidente non viene l’aula non andrà avanti anche perché con quello che ha detto sulla nuova rete ospedaliera ha annichilito la presidenza e la Commissione Salute, perché ha detto chiaramente che non gliene frega nulla del loro parere“.

Unica strada percorribile? Convocare la conferenza dei capigruppo per trovare la quadra. Il risultato? Tutto completamente inutile. 

Botta e risposta tra maggioranza e opposizione

Il capogruppo di Forza Italia all’Ars Stefano Pellegrino ha così puntato il dito contro PD e M5S, il quale scopo sarebbe quello di “bloccare una manovra finanziaria da 350 milioni di euro predisposta dal governo Schifani“. L’azzurro ha così difeso il testo della variazione di bilancio: “Una manovra concreta, a favore di imprese, territori e cittadini, che dà ossigeno alla Sicilia. Ma i siciliani hanno capito bene questo disegno strumentale: sapranno distinguere tra chi lavora per lo sviluppo dell’Isola e chi invece, per mero tornaconto politico e visibilità personale, tenta di boicottarlo“. Per Pellegrino “le barricate in Aula di Pd e 5 Stelle sono l’ennesima sceneggiata utile solo a strappare un titolo di giornale o raccattare qualche like sui social. Ma mentre si agitano per farsi notare, i due partiti tacciono su una riforma storica attesa da 80 anni“. Il capogruppo di FI ha concluso sottolineando come “chi oggi invoca rispetto per l’Ars dovrebbe prima imparare a rispettare i risultati. Il resto è solo propaganda“.

Alle accuse è seguita subito la ribattuta 

Per Michele Catanzaro, capogruppo del PD all’Ars: “Il centrodestra ha gettato la maschera: le dichiarazioni dell’onorevole Pellegrino sono un goffo tentativo di scaricare sulle opposizioni e sul parlamento l’inefficienza del governo Schifani e l’imbarazzo dello stesso presidente della Regione per un’indagine che sta scoperchiando una gestione illegittima delle risorse pubbliche attraverso la ‘corrente turistica’ gestita dalla sua maggioranza. Invece di lasciarsi imbeccare per diffondere comunicati stampa di basso livello l’onorevole Pellegrino suggerisca al presidente Schifani di assumersi le sue responsabilità e di riferire in aula su quanto sta accadendo nel suo governo e nella sua maggioranza”.

Mentre Antonio De Luca, capogruppo del M5S all’Ars, ha sottolineato come “se l’Aula è bloccata, non è certo colpa delle opposizioni, come vuol far credere parte della maggioranza. Noi stiamo svolgendo il nostro ruolo nell’interesse dei siciliani e chiediamo con vigore che il presidente Schifani venga per avviare un dibattito sugli scandali di turismo e sanità, sui quali continua a fare orecchie da mercante a dispetto di tutto e tutti e nonostante le nostre reiterate richieste di venire a riferire in Parlamento che vanno avanti da anni. La maggioranza con qualche comunicato si sta esibendo nel suo pezzo forte: mistificare la realtà, cercando di scaricare sulle opposizioni le motivazioni di un’impasse parlamentare che dovrebbe addebitare solo a se stessa e all’atteggiamento inaccettabile del presidente della Regione. I consorzi di bonifica? Siamo i primi a volere una riforma, ma che purtroppo non è certamente quella che è sbarcata frettolosamente in Aula, che è, se non totalmente da riscrivere, sicuramente da riscrivere in gran parte“.

Ma dietro le quinte il clima è ancora più rovente: variazioni rimandate a settembre?

Se di facciata gli animi sono bollenti, dietro le quinte la situazione è ancora peggio.

La lunga e infuocata conferenza dei capigruppo ha visto la posizione netta e inamovibile di PD e M5S di alzare le barricate. Una presa di posizione dalla quale sembra invece essersi distaccato Ismaela La Vardera, leader di Controcorrente, che preferirebbe procedere al voto della riforma e avviare l’ostruzionismo in ambiti diversi da quello dei Consorzi di Bonifica.

Tra le file della maggioranza c’è chi addita i due gruppi di opposizione di stare utilizzando il ddl sul riordino dei Consorzi come scusa pretestuosa contro Schifani, con il rischio di mandare all’aria la riforma. La riunione si è dunque rivelata inconcludente, così come riferito anche dal presidente Galvagno, che ha presieduto la seduta. I lavori, tra un intervento e l’altro, sono proseguiti, ma senza riuscire a votare neanche un articolo.  

Come se non bastasse, a mettere ulteriore legna sul fuoco ci pensa la variazione di bilancio. Oggi ha preso il via l’iter tra le Commissioni dell’Ars. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è fissata, in quasi tutte le Commissioni, per lunedì 21 e già martedì 22 si dovrebbe procedere con la votazione.

Ma i tempi sono stretti, i mal di pancia sui Consorzi di Bonificano non aiutano e soprattutto alcuni punti della manovrina ter non sembrano piacere a tutti. Secondo indiscrezioni lungo i corridoi di Palazzo dei Normanni, alcuni deputati, anche di maggioranza, avrebbero sollevato dubbi su alcuni argomenti. In particolar modo sull’articolo 8, che prevede l’acquisto di nuovi immobili per gli uffici regionali, e sull’articolo 9, che fa il punto su debiti legati ad alcune società della Regione. I più critici, infatti, avrebbero evidenziato come non si trattino di misure urgenti e rientranti nei capitoli di sicurezza, welfare e Pil. Temi molto delicati e suscettibili, ma che contemporaneamente compongono una fetta importante della torta: circa 120 milioni di euro sui 345 milioni totali (CLICCA QUI).

E così torna ad aleggiare un’ipotesi nata già settimane fa: il rinvio della variazione di bilancio a settembre. Il percorso da intraprendere al momento è molto confuso. La prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva per schiarire un po’ le idee, ma se così non dovesse essere i giochi si complicherebbero, e non di poco.

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