Palermo registra la crescita più alta d’Italia nella spesa dei viaggiatori stranieri: +66,1% tra il 2022 e il 2024, e un ulteriore +25% solo nell’ultimo anno. A dirlo è il rapporto “Tourism and Incoming Watch” curato da Nexi con la direzione scientifica dell’Osservatorio Nazionale del Turismo.
Nel 2024 i viaggiatori stranieri hanno speso nel capoluogo siciliano 266 milioni di euro, collocando la città al 18° posto nazionale per volume di spesa turistica tramite pagamenti digitali. “Dati incoraggianti – ha commentato il sindaco Roberto Lagalla – che spingono l’amministrazione a rafforzare il processo di internazionalizzazione della città e la qualità dell’accoglienza turistica”. Un risultato in netta controtendenza rispetto alla media delle province italiane, che fa di Palermo una delle capitali emergenti del turismo digitale.
Nel panorama turistico italiano, la Sicilia si sta affermando come una destinazione sempre più dinamica, come riportato nello studio che approfondisce le spese dei viaggiatori stranieri in Italia tra il 2022 e il 2024, basandosi su transazioni effettuate con carte di pagamento internazionali presso POS fisici.
Con un valore totale che ha sfiorato i 21 miliardi di euro nel 2024 a livello nazionale, il turismo incoming si conferma un pilastro fondamentale dell’economia italiana. All’interno di questo contesto, la Sicilia, partendo da Palermo che ha mostrato la crescita più importante e con alcune province, mostra andamenti interessanti che meritano un’analisi dettagliata.
I dati di Palermo e il commento del sindaco Lagalla
Palermo prima in Italia per crescita della spesa turistica straniera. È quanto emerge dal rapporto “Tourism and Incoming Watch” diffuso a giugno 2025 da Nexi in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale del Turismo. Tra il 2022 e il 2024, infatti, nel capoluogo siciliano la spesa dei viaggiatori stranieri è aumentata del 66,1% al netto dell’inflazione: la variazione più alta tra le prime 20 province italiane per giro d’affari turistico.
Un incremento che diventa ancora più rilevante se si considera il dato riferito al solo ultimo anno. Tra il 2023 e il 2024 Palermo ha segnato un’ulteriore crescita di circa il 25% nella spesa turistica digitale, confermandosi una destinazione in forte espansione.
Nel 2024 i viaggiatori stranieri hanno speso a Palermo 266 milioni di euro attraverso pagamenti con carte estere in esercizi commerciali fisici (POS), escludendo quindi gli acquisti online. Il dato pone la città al 18° posto in Italia per volume assoluto di spesa turistica estera, in una classifica guidata da Roma, Milano, Venezia e Firenze.

“Il rapporto Nexi sulle spese dei viaggiatori stranieri in Italia, fornito dal ministero del Turismo, consegna importanti e interessanti dati che riguardano Palermo”, ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.
“Questi sono dati incoraggianti – ha proseguito – che inducono ancora di più l’amministrazione nel processo di internazionalizzazione della città e, allo stesso tempo, ci spingono, nell’ambito di uno sforzo corale che prevede il coinvolgimento di altre istituzioni e soggetti preposti, verso un nuovo salto di qualità nell’ospitalità e l’accoglienza dei turisti”.
Palermo emerge dal rapporto come una provincia con un ruolo definito nel turismo incoming italiano, contribuendo all’1,3% del giro d’affari turistico nazionale. Nel 2024, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri a Palermo ha raggiunto i 266 milioni di euro. Questo dato, sebbene non ai livelli delle maggiori metropoli italiane come Roma o Milano, posiziona Palermo tra le province significative per l’afflusso turistico internazionale. La sua inclusione nelle 20 province che generano il 74,7% del giro d’affari complessivo del turismo incoming in Italia sottolinea la sua rilevanza.
I DATI DEL REPORT DI NEXI
Un aspetto particolarmente positivo che emerge dal report riguarda la variazione della spesa turistica. Palermo figura tra le 18 delle 20 province con il più alto giro d’affari che hanno registrato una crescita positiva della spesa dei viaggiatori stranieri sia nel periodo 2022-2023 che nel 2023-2024. Questa crescita costante indica una traiettoria di sviluppo robusta e una crescente attrattiva per i turisti internazionali. L’incremento della spesa, al netto dell’inflazione, riflette un aumento reale dell’attività turistica, suggerendo che un numero maggiore di visitatori sceglie Palermo come meta, o che i visitatori attuali tendono a spendere di più durante la loro permanenza.
Un dato di notevole interesse per la pianificazione turistica di Palermo è la riduzione dell’indice di stagionalità. Nel 2024, l’indice di stagionalità per Palermo si è attestato al 65,0%, registrando una variazione del -8,6% rispetto al 2022. La stagionalità nel turismo è un fattore cruciale che misura la concentrazione delle attività turistiche in determinati periodi dell’anno. Un indice di stagionalità elevato indica una forte dipendenza dalle stagioni di punta, mentre una sua diminuzione è sintomo di una distribuzione più equilibrata dei flussi turistici lungo l’arco dell’anno. Per Palermo, questa tendenza al ribasso dell’indice di stagionalità è un segnale estremamente positivo. Significa che la città sta riuscendo ad attrarre visitatori anche nei mesi di spalla o di bassa stagione, contribuendo a una maggiore stabilità economica per le imprese turistiche locali e a una migliore gestione delle risorse.
Questa tendenza può essere attribuita a diversi fattori. Potrebbe derivare da politiche turistiche mirate a promuovere eventi e attrazioni anche fuori dai mesi estivi, o da un crescente riconoscimento di Palermo come destinazione culturale, storica e gastronomica che può essere goduta in ogni periodo dell’anno. La presenza di un turismo più diffuso nel tempo può alleggerire la pressione sulle infrastrutture durante i picchi estivi, migliorare la qualità dell’esperienza per i visitatori e fornire occupazione più stabile per i lavoratori del settore. Il report, in generale, rileva una diminuzione dell’indice di stagionalità in tutte le province con spesa più elevata, indicando una tendenza nazionale verso un turismo meno concentrato. Palermo, con il suo -8,6%, è ben allineata a questa tendenza virtuosa.
Inoltre, l’analisi generale del rapporto sui “viaggiatori stranieri più alto-spendenti” e sulle “abitudini di acquisto” offre spunti per interpretare ulteriormente i dati di Palermo. Sebbene non si approfondisca specificamente il profilo del turista a Palermo, il report classifica i viaggiatori in “Food lovers”, “Shoppers” e “Minimals”.
I “Minimals”, che rappresentano il 60% del giro d’affari complessivo, concentrano le loro spese nei settori core del turismo come hotel, ristorazione e grande distribuzione organizzata (GDO), con una spesa in linea con la media del viaggiatore straniero.
Data la natura di Palermo come città ricca di storia, cultura e gastronomia, è plausibile che una parte significativa dei visitatori rientri in questa categoria, cercando un’esperienza completa che includa alloggio, cibo e attrazioni principali. L’aumento dell’affluenza di viaggiatori con capacità di spesa più limitata, come indicato dalla diminuzione della spesa media per carta (-15,7% al netto dell’inflazione) a fronte di un aumento della spesa totale (+37,9% al netto dell’inflazione) a livello nazionale, suggerisce che l’Italia sta attraendo un pubblico più ampio. Questo trend potrebbe riflettersi anche a Palermo, contribuendo alla sua crescita. La capacità di Palermo di attrarre un volume crescente di visitatori, anche con una spesa media individuale potenzialmente più contenuta, è un indicatore di un appeal turistico ampio e inclusivo.
Le infrastrutture e i servizi turistici di Palermo dovranno continuare ad adattarsi a queste dinamiche, garantendo un’offerta diversificata che possa soddisfare le esigenze di un pubblico internazionale in evoluzione. L’investimento in connettività, sia aerea che terrestre, e il miglioramento dei servizi pubblici sono fattori chiave per sostenere la crescita. La promozione del patrimonio culturale, delle bellezze naturali e della ricca offerta enogastronomica sono leve fondamentali per consolidare la posizione di Palermo come destinazione di riferimento nel Mediterraneo. La diminuzione della stagionalità, in particolare, apre nuove opportunità per lo sviluppo di prodotti turistici innovativi e per la destagionalizzazione dell’offerta, rendendo Palermo una meta attrattiva in ogni periodo dell’anno.
Se, come suggerisce il sindaco Lagalla, “la sfida adesso è l’innalzamento qualitativo dell’offerta”, i dati sembrano fornire un punto di partenza solido: Palermo si posiziona oggi come una delle città italiane più promettenti nell’economia del turismo digitale.
I numeri delle province siciliane: dati in crescita
Oltre a Palermo, il rapporto di Nexi mette in luce anche le performance di altre aree della Sicilia, fornendo una visione più completa del dinamismo turistico dell’isola. In particolare, spiccano i dati relativi alla Sicilia orientale e alla Costa agrigentina, insieme a quelli della provincia di Messina.
La “Sicilia orientale e Costa agrigentina” ha registrato una crescita eccezionale, con un aumento della spesa dei viaggiatori stranieri di oltre il 50% tra il 2022 e il 2024, al netto dell’inflazione. Questo incremento notevole posiziona l’area tra le performance più dinamiche a livello nazionale. Con una spesa di 385 milioni di euro nel 2024, la Sicilia orientale e la Costa agrigentina si confermano poli di attrazione significativi per il turismo internazionale.
Questa area, che include città come Taormina, Catania, Siracusa e l’area archeologica di Agrigento con la Valle dei Templi, beneficia probabilmente di un mix di richiami culturali, storici, naturalistici e balneari. La crescita di oltre il 50% suggerisce un’espansione rapida e un crescente riconoscimento di queste zone come destinazioni primarie nel circuito turistico.
Come Palermo, anche la Sicilia orientale e la Costa agrigentina rientrano tra le 18 aree turistiche con il giro d’affari più elevato che hanno visto variazioni positive della spesa in entrambi gli anni (2023 vs 2024 e 2022 vs 2023). Questa coerenza nella crescita sottolinea un trend positivo e sostenibile.
La provincia di Messina rappresenta un altro tassello importante nel mosaico turistico siciliano. Nel 2024, la spesa dei viaggiatori stranieri a Messina ha raggiunto i 290 milioni di euro , contribuendo per l’1,4% al turismo incoming nazionale. Anche Messina, come Palermo, ha mostrato variazioni positive della spesa turistica negli ultimi due anni analizzati. Per quanto riguarda la stagionalità, Messina presenta un indice più elevato rispetto a Palermo (80,7% nel 2024), ma ha anch’essa registrato una significativa riduzione di tale indice, pari al -12,2% tra il 2022 e il 2024.
Questo dato è particolarmente rilevante, indicando che la provincia sta lavorando efficacemente per estendere la sua attrattiva oltre i tradizionali mesi di punta, spesso legati al turismo balneare o crocieristico tipico della costa. Una diminuzione più marcata della stagionalità rispetto a Palermo suggerisce un’accelerazione nel processo di diversificazione dell’offerta turistica di Messina, che potrebbe includere un maggiore sviluppo del turismo culturale, enogastronomico o escursionistico, capace di attirare visitatori durante tutto l’anno.

In sintesi, i dati del rapporto Nexi dipingono un quadro promettente per il turismo in Sicilia. La crescita sostenuta della spesa dei viaggiatori stranieri in aree chiave come Palermo, la Sicilia orientale e la Costa agrigentina, e Messina, è un chiaro indicatore del crescente appeal dell’isola. La progressiva “destagionalizzazione” del turismo, evidenziata dalla riduzione degli indici di stagionalità in queste province, è un elemento cruciale per uno sviluppo turistico più equilibrato e resiliente. Ciò permette una migliore distribuzione dei benefici economici sul territorio e una maggiore sostenibilità ambientale e sociale.

Come abbiamo già visto (clicca qui), la nostra Isola potrebbe vivere di turismo 12 mesi l’anno. Ma è in grado di farlo? La Sicilia, tutta a vocazione turistica, ha tantissimi vantaggi che vanno dal patrimonio naturalistico a quello gastronomico, ma è necessario utilizzare appositi strumenti per fare della nostra Isola una meta sempre più competitiva rispetto alle altre destinazioni, a dirlo è Francesco Randone, vicepresidente di Federalberghi Palermo. Bisognerebbe schiarirsi le idee, “partendo da un problema di carattere fiscale. Basta guardare le altre destinazioni nel Mediterraneo che riescono a destagionalizzare, a lavorare 12 mesi l’anno, e quelle a fiscalità ridotta, accettata già da oltre 25 anni dall’Europa, la cosiddetta insularità”. E’ un problema, quindi, che bisognerebbe analizzare dalla radice, la Sicilia non può competere con città come Venezia, Firenze o Milano.
Dunque, la sfida da cogliere non è soltanto quella di aumentare la percentuale dei visitatori, l’obiettivo è molto più ambizioso e consiste nel concretizzare un piano con una fitta programmazione di spesa sul territorio, soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture, un cambio di rotta che persiste da oltre 50 anni.
La Sicilia, nel suo complesso, sta dimostrando una notevole capacità di adattarsi alle nuove tendenze del mercato turistico internazionale. La combinazione di un patrimonio culturale e naturale inestimabile, un’offerta gastronomica di eccellenza e una crescente accessibilità sta consolidando la sua posizione come una delle principali destinazioni europee. Per sostenere questa crescita e capitalizzare appieno il suo potenziale, sarà fondamentale continuare a investire nella qualità dei servizi, nella promozione mirata e nello sviluppo di prodotti turistici innovativi che possano attrarre un pubblico sempre più diversificato e incoraggiare la spesa sul territorio.
La collaborazione tra enti locali, operatori turistici e istituzioni sarà cruciale per garantire che la Sicilia possa continuare a prosperare come destinazione turistica di primo piano.
Fonte Dati: rapporto “Tourism and incoming watch” di Nexi
Nota metodologia del rapporto
I dati del rapporto si basano su transazioni in-store effettuate con carte dei principali circuiti internazionali emesse da istituti non italiani, e sono stati depurati da eventuali utilizzi da parte di italiani con carte estere o residenti stranieri. Nexi ha utilizzato un algoritmo di machine learning per distinguere i reali flussi turistici.
La nota metodologica del rapporto “Tourism and incoming watch” di Nexi descrive il perimetro e la metodologia dell’analisi sulle spese dei viaggiatori stranieri in Italia tra il 2022 e il 2024. Il report si basa sui pagamenti in-store (Face-to-Face) eseguiti tramite terminali POS fisici, escludendo le transazioni online.
La metodologia ha previsto il monitoraggio di oltre 140 milioni di carte straniere in Italia, individuando quelle che hanno effettuato almeno una transazione sul territorio. Su questa base, sono stati stimati i valori complessivi dei pagamenti generati dai viaggiatori internazionali.
Il report è il risultato di analisi e dati sviluppati internamente da Nexi, con la direzione scientifica dell’Osservatorio Nazionale del Turismo del Ministero del Turismo.