La settimana più difficile per l’estate della politica siciliana è partita subito in salita. Proprio lunedì parlavamo dei tre “macigni” che minacciano Palazzo dei Normanni (CLICCA QUI) e nella giornata di ieri proprio uno di questi è precipitato rovinosamente, spargendo ulteriori instabilità tra i corridoi dell’Ars. La riforma dei Consorzi di Bonifica è stata affossata (CLICCA QUI). Ad essere stato bocciato è l’articolo 3, uno dei pilastri portanti della riforma, che stabiliva la liquidazione delle attuali 13 strutture, che si sarebbero dovute ridurre a 4 in tutta l’Isola. Il voto segreto è stato così decisivo per far emergere le spaccature sottobanco del centrodestra. La stessa maggioranza che la scorsa settimana aveva difeso il ddl con le unghie e con i denti, additando il fronte compatto delle opposizioni, composto da PD e M5S, di fare ostruzionismo. Insomma, la strategia si è dimostrata vincente, ma la sorte dei Consorzi di Bonifica potrebbe rivelarsi un pericoloso precedente per il governo Schifani.
Il presidente Schifani prende le redini in mano: parte l’operazione per ricucire il centrodestra
A poche settimane dall’avvio della pausa estiva, il rischio che la manovra ter salti è adesso più concreta che mai. Ed è proprio in tal senso che il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani sarebbe pronto a prendere la situazione in mano.
Oggi il governatore incontrerà i capigruppo di maggioranza. Un vertice formale che non vedrà, così sussurrano voci di Palazzo, la partecipazione del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, anche se niente è definitivo. Una riunione necessaria anche e soprattutto alla luce dei fatti accaduti ieri in aula dove la riforma dei Consorzi di Bonifica è stata affossata con il voto segreto di Sala d’Ercole chiesto dal M5s e appoggiato dal Pd. Artefici principali di questa disfatta sarebbero stati i franchi tiratori di Forza Italia e Mpa.
Certa di un intervento del presidente è la Lega, che in una nota del gruppo parlamentare all’Ars, sottoscritta da tutti i deputati, ha sottolineato come sia “del tutto evidente che la riforma dei Consorzi di Bonifica si è arenata anche perché alcuni colleghi della maggioranza mostrano contrarietà alle innovazioni. Ma vale la pena ricordare che la riforma avrebbe garantito stabilità del personale, efficienza dei servizi e riduzione di costi a carico degli agricoltori. Non è azzardato pensare che all’interno dei gruppi parlamentari di maggioranza qualcuno non abbia chiaro il programma del governo Schifani. Per questo siamo certi che il presidente della Regione troverà il modo per riunire le forze politiche per esaminare quanto è successo, che non può essere sottovalutato. Sarà anche utile tracciare la rotta per i prossimi mesi di lavoro e appurare che se c’è qualcuno che è contrario alle riforme strutturali è bene che lo manifesti in maniera chiara, assumendosi le conseguenze della scelta“.
Il quadro, dunque, non è esattamente roseo e le scadenze incombono in parlamento, che attende anche la discussione della variazione di bilancio. La crisi sembra essere profonda all’interno della maggioranza, tale da rivelarsi un chiaro segnale al presidente Schifani. Qualcosa non va nel centrodestra e si evince dalla richiesta del governatore di vedere tutto il gruppo parlamentare degli azzurri presente al vertice. Un fatto politico che fa riflettere, considerando che l’articolo 3 della riforma sui Consorzi di Bonifica è stato affossato per la mancanza di ben 10 voti da parte dei deputati di Forza Italia: quattro non avrebbero votato per motivi diversi, gli altri avrebbero praticamente votato contro.
Ci sarà molto di cui discutere. E c’è da chiedersi: il partito di FI ha votato contro il suo presidente?
E i lavoratori dei Consorzi?
La bocciatura del testo dei Consorzi di Bonifica è arrivata mentre in piazza Parlamento andava in scena il presidio dei lavoratori.
Il futuro dei dipendi latita nel buio. “Quello che è accaduto oggi a sala d’Ercole con la riforma dei Consorzi di Bonifica è vergognoso. Il governo e la maggioranza hanno mostrato il loro vero volto, affossando una riforma annunciata da tempo, al centro di trattative e impegno con i sindacati. L’intero Parlamento ha mostrato insensibilità per una riforma importante per il territorio, per l’agricoltura, per i lavoratori“. Hanno affermato i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil Tonino Russo, Adolfo Scotti ed Enzo Savarino. “Promesse e impegni ancora una volta traditi – aggiungono – da un Parlamento che non si adopera per migliorare la situazione del territorio e dell’agricoltura in periodo di crisi idrica, né tantomeno per dare garanzie e certezze ai lavoratori. La nostra protesta continuerà“.
Bisognerà quindi sbracciarsi per trovare una nuova soluzione. Una delle partite aperte sarà quella di recuperare gli emendamenti che riguardano il personale dei Consorzi di Bonifica nell’ambito della variazione di bilancio. Stiamo parlando del turnover, per il quale erano previsti 4,6 milioni di euro, e l’aumento delle giornate lavorative, per il quale era stimata una copertura finanziaria di 2 milioni di euro.
Nuova giornata impegnativa all’Ars
E la variazione di bilancio, dunque, che fine fa? Difficile da capire, tutto sembra essere paralizzato fino a settembre e la pausa estiva si preannuncia più calda che mai. E’ molto probabile che nella seduta odierna, per la quale è previsto l’esordio del ddl sulla Super Zes, si aprano i lavori d’aula per poi chiuderli di fretta e rinviare il tutto chissà a quando.
E’ evidente che il “no” ai Consorzi di Bonifica rappresenti un segnale di protesta contro il centrodestra e il governo regionale. In queste condizioni la manovra ter ha poca strada da fare.